L'acqua diventa sempre di più un Business. Profitti per il 40% rispetto al settore petrolifero.


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Ho trovato un interessante articolo sul tema scottante della privatizzazione dell’acqua potabile. Eccone un estratto (www.ambiente.it).

Le previsioni si stanno avverando.
L’acqua potabile sta diventando sempre pù un business di vaste proporzioni per multinazionali che cercano di conquistare una posizione dominante nel settore. Le cronache degli ultimi tempi ci dimostrano come la posta in palio sia alta: già da alcuni anni gestendo soltanto il 5% dei servizi idrici mondiali le multinazionali riescono ad avere profitti pari al 40% di quelli del settore petrolifero.[…]

Secondo le stime della Banca Mondiale, si possono individuare tre soglie che indicano il livello di deficit idrico di un paese: il livello minimo si colloca entro i mille m3 annui per persona, se il livello è inferiore a cinquecento m3 siamo in presenza di una situazione critica, mentre al di sotto dei cento m3 annui si deve ricorrere all’importazione di acqua o a strumenti alternativi (come per esempio la desalinizzazione delle acque marine).[…]

La tabella qui riportata (tab. 1), relativa ai dati sull’accesso mondiale a forniture di acqua nel periodo tra il 1990 e il 2000, mostra come ancora nel 2000 il 18% della popolazione mondiale non disponeva di un accesso a fonti d’acqua dolce entro un chilometro dalla propria abitazione e ben il 53% del totale non disponeva di un accesso a connessioni domestiche.

Anno Senza accesso (milioni) Accesso a fonti d’acqua entro 1 chilometro (milioni) Accesso attraverso connessioni domestiche (milioni)
1990 21% (1126) 38% (1981) 41% (2159)
2000 18% (1099) 35% (4956) 47% (2846)

tab. 1 Accesso a forniture idriche.
Fonte: WHO e UNICEF.

[…] La presenza di impianti per la distribuzione idrica non adeguati o gestiti in modo non corretto comporta uno spreco di acqua quantificato, secondo le stime effettuate dall’ONU, nella misura del 50% per l’acqua destinata al consumo umano e del 60% per l’acqua usata in agricoltura.
Tale carenza gestionale si ripercuote anche sul lato qualitativo delle risorse in quanto l’assenza di impianti di depurazione per il trattamento delle acque reflue genera un progressivo impoverimento delle risorse esistenti(v), aumentando di conseguenza anche la possibilità di contrarre infezioni e malattie.

Riguardo al problema dell’inquinamento delle fonti di acqua, Shiklomanov rileva come:

“[…] ogni metro cubo di acqua contaminata scaricata nei bacini o flussi idrici naturali rende inutilizzabili da 8 a 10 m3 di acqua pura. Ciò significa che la maggior parte delle regioni e delle nazioni del mondo si trovano già oggi di fronte alla minaccia di un catastrofico impoverimento qualitativo delle loro risorse idriche”.[…]

Il WHO/UNICEF Joint Monitoring Programme indica in una quantità di 20 litri/giorno per persona da una sorgente entro un chilometro di distanza come la quantità minima per assolvere alle diverse esigenze nutritive e di igiene di una persona (altri autori indicano in 50 litri/giorno la quantità necessaria).[…]

I dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenziano le dimensioni dell’emergenza: ogni 15 secondi un bambino muore per la diarrea e nel solo 1998 ben due milioni persone sono morte per disturbi legati a questa malattia.[…]

Possiamo vedere sinteticamente come il peggioramento sarà dovuto a fenomeni strettamente collegati tra loro come l’aumento della popolazione mondiale e la necessità di incrementare la produzione agricola. Analizzando i dati relativi alla richiesta di acqua dolce ci accorgiamo che i consumi maggiori si hanno proprio nel settore agricolo.[…] Il consumo di acqua per scopi industriali costituisce la seconda fonte di prelievi dopo l’agricoltura; si calcola inoltre che questi tenderanno ad aumentare fino a rappresentare circa il 24% del totale entro il 2025.[…]

Alla luce di questi dati, s’intuisce come il rapporto tra scarsità delle risorse ed aumento della richiesta delle stesse possa portare ad un aumento esponenziale del prezzo dell’acqua laddove si decida di lasciare l’intero settore in mani private. Inoltre, come avremo modo di vedere successivamente, la situazione potrebbe portare tra non molto all’esplosione di vere e proprie “guerre dell’acqua”. […]

  • Fantini Emanuele, “La privatizzazione fa acqua”, in Volontari per lo sviluppo, n° 46, Marzo 2006, pag. 8.
  • ONU: 2003 Anno internazionale dell’acqua dolce, pubblicato dal Dipartimento delle Nazioni Unite per l’informazione Pubblica; sito internet: http://www.wateryear2003.org.
  • Esistono pareri discordanti circa le possibilità di utilizzo di questa tecnica di trattamento delle acque saline, sia per i costi elevati sia per l’impatto ambientale che può avere.
  • Di questi 30 paesi, 11 si trovano nel continente africano e 14 in quello asiatico. Fonte: water resources, FAO AQUASTAT 2002; sito internet: http://www.fao.org/ag/
    agl/aglw/aquastat/main/index.stm
  • Si calcola che nei paesi in via di sviluppo il 90% delle acque reflue non subisca trattamenti di alcun genere.
  • Shiklomanov, Igor, in AAVV, Del diritto alla buona acqua, a cura di Fondazione Roberto Franceschi., Milano, Fondazione Roberto Franceschi, 2002, p. 23; sito internet: http://www.fondfranceschi.it/
  • Fonte: World Health Organization, Domestic water quantity, service level and health; sito internet:
    http://www.who.int/water_sanitation_health
    /diseases/wsh0302/en/index.html
  • Ibidem.
  • Dichiarazione del Segretario Generale ONU Kofi Annan; Rapporto del millennio ONU: 2003 Anno Internazionale dell’acqua dolce; sito internet: http://www.wateryear2003.org. >
  • World Health Organization, Global water supply and sanitation assessment 2000 report, World health organization and United nations childrens fund, 2000; sito internet: http://www.who.int.
  • Consumo di acqua dolce nel 2000: 69% per le attività agricole, 21% per l’industria e il 10% per le attività domestiche; sito internet: http://www.fao.org/english
    /newsroom/news/2002/9700-en.html
  • Nel World Food Summit del 1996, si è posto come obiettivo la riduzione del numero di persone che soffrono di malnutrizione di 400 milioni di unità entro il 2015.
  • Secondo le previsioni, l’uso di acqua per scopi industriali tenderà ad aumentare passando da circa752 km3/anno del 1995 a circa 1170 km3/anno nel 2025, arrivando quindi a rappresentare circa il 24% dei consumi totali di acqua.
  • Gleick, H. Peter, Water in crisis, op. cit., p. 105; Petrella, Riccardo, Il manifesto dell’acqua, op. cit., pp. 31-33.
  • La popolazione mondiale ha superato la soglia di 6 miliardi di persone nel 1999. Nel 1804 la popolazione era circa pari ad 1 miliardo di persone, nel 1927 raggiunse la soglia di 2 miliardi. Nel 1960 la popolazione contava 3 miliardi di persone . Dopo 14 anni era salita a 4 miliardi e nel 1987 si superarono i 5 miliardi di unità; World Health Organization, Global water supply and sanitation assessment 2000 report, op. cit.

Dott. Filippo Vannucci

Un pensiero su “L'acqua diventa sempre di più un Business. Profitti per il 40% rispetto al settore petrolifero.

  1. Fabio

    Fortunatamente – e chi sa in che modo! – alla camera è passato un subemendamento al ddl Bersani per cui – udite udite! – l’acqua è stata praticamente nazionalizzata!

    Dobbiamo tenere le dita incrociate per il voto al senato… che non ho idea di quando sarà.

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