Non siamo in grado di differenziare i rifiuti? Niente paura, del Cnr arriva Thor – il sistemasi riciclaggio del rifiuto "indifferenziato".


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A leggere la notizia del Cnr sembra che nulla di nuovo sia stato inventato, visto che gli impianti di selezione dei rifiuti sono ormai già vecchi, ma ciò che si produce va ben oltre dall’ormai noto Cdr. Thor (Total house waste recycling – riciclaggio completo dei rifiuti domestici), sviluppato dal Cnr e dell’azienda romana ASSING SpA (tutto italiano, quindi), non fa altro che separare i rifiuti in funzione delle caratteristiche per poi sminuzzare le parti bio-combustibili fino a portarli a dimensioni inferiori ai dieci millesimi di millimetro. Quello che si viene a produrre è una sorta di polvere combustibile molto simile alla polvere di carbone che spesso viene utilizzata nell’industria, con il vantaggio di non contenere né zolfo né idrocarburi policiclici.

Paolo Plescia, ricercatore dell’Ismn-Cnr ed inventore di Thor, sostiene che il combustibile prodotto dal sistema è “un combustibile utilizzabile con qualunque tipo di sistema termico, compresi i motori funzionanti a biodiesel, le caldaie a vapore, i sistemi di riscaldamento centralizzati e gli impianti di termovalorizzazione delle biomasse. Infatti, le caratteristiche chimiche del prodotto che viene generato dalla raffinazione meccanica dei rifiuti solidi urbani, una volta eliminate le componenti inquinanti sono del tutto analoghe a quelle delle biomasse, ma rispetto a queste sono povere in zolfo ed esenti da idrocarburi policiclici”. Oltre all’uso in forma solida, dal Thor si può produrre anche il “bio-olio” per motori diesel attraverso la “pirolisi”.

Il vantaggio di Thor, che ha una sola installazione funzionante, in Sicilia, è di essere completamente meccanico, senza nessuna componente termica. Vantaggio che si manifesta nella possibilità di accendere e spegnere l’impianto a piacimento, in pratica lo si usa solo quando serve. Inoltre, è previsto anche l’utilizzo mobile dell’impianto proprio per fronteggiare le eventuali emergenze come quelle che stiamo vivendo ora in Campania. Nell’articolo del Cnr si afferma che l’impianto riduce lo stoccaggio temporaneo dei rifiuti e non produce scorie, anche se non si spiega come possa non avere scarti se presuppone la separazione del rifiuti. Alla fine qualcosa dovrà pure andare in discarica.

Per quanto riguarda i costi e le applicazioni, nell’articolo si legge che un impianto di 4 tonnellate/h costa 2 milioni di euro ed occupa 300 mq. Può essere installato anche su camion oppure su Navi. In quest’ultimo caso, grazie ad un “pirolizzatore” il combustibile prodotto può essere trasformato in carburante liquido ed usato direttamente dalla nave. Il costo di smaltimento, per un impianto medio-piccolo da 20mila tonnellate l’anno è di circa 40 euro per tonnellata di rifiuto, contro i 250 euro della discarica. Quanto al calore, i rifiuti che contengono cascami di carta producono 2.500 chilocalorie per chilo, mentre dopo la raffinazione meccanica superano le 5.300 chilocalorie.

Volendo fare un’esempio applicativo, si può pensare ad un’area urbana di 5000 abitanti che produce curca 50 tonnellate al giorno di rifiuti. Con questi numeri, Thor può produrre circa 30 tonnellate al giorno di combustibile, 3 tonnellate di vetro, 2 tonnellate di metalli ferrosi e non ferrosi e 1 tonnellata di inerti. C’è anche una componente ricca di cloro che viene separata per evitare di inquinare il combustibile, il resto dei rifiuti è acqua, che viene espulsa sotto forma di vapore durante il processo di micronizzazione. Il prodotto che esce da Thor è sterilizzato perché le pressioni che si generano nel mulino, dalle 8000 alle 15000 atmosfere, determinano la completa distruzione delle flore batteriche, e, inoltre, non produce odori da fermentazione: resta inerte dal punto di vista biologico, ma combustibile.

Per maggiori informazioni, vi rimando all’articolo del Cnr.

5 pensieri su “Non siamo in grado di differenziare i rifiuti? Niente paura, del Cnr arriva Thor – il sistemasi riciclaggio del rifiuto "indifferenziato".

  1. Fabio A.

    E’ un macchinario di cui sicuramente approfondire la conoscenza, ma – come sempre quando si tratta di queste cose – si corre il rischio di inneggiare alla “soluzione finale”: prima lo erano gli inceneritori, poi si è passati (anche abbastanza recentemente) per le torce al plasma ed ora questo… ovviamente si dirà – come infatti si dice – che produce energia (in questo caso sottoforma di carburante) e per questo conviene.

    Ma il punto è che stiamo guardando il problema dal lato sbagliato. I rifiuti innanzitutto non vanno prodotti; di carburante innanzitutto dovremmo farne sempre più a meno, perché dovremmo favorire il trasporto pubblico rispetto a quello privato. Ed i rifiuti organici andrebbero preferibilmente compostati – perché di fertilizzante c’è sembre bisogno e perché le nostre terre sono sempre più impoverite da sostanze organiche.

    Quindi, se anche do il benvenuto ad una tecnologia come questa in un periodo di emergenza, se davvero può essere d’aiuto, non può certamente essere la strada maestra.

    Ma ̬ comunque Рse funziona come dicono Рmeglio di un inceneritore.

  2. domdin

    Sono del parere che la ricerca può fare davvero molto per la questione rifiuti, anzi sarei davvero felice se lo stato e le azidende investissero di più su questo tipo di ricerche. Ben vengano queste notizie, quindi!!!

  3. Francesco Girardi

    Daccordo con Fabio A.

    Attiviamoci per controllare che i nostri comuni facciano un programma serio per la raccolta differenziata e che lo attuino…ho paura che molti se ne infischieranno o lasceranno che sia la solita azieda privata a farglielo e non sarà certo fatto bene, si tratterà della solita prposta di raccolta costosissima e tutt’altro che indifferenziata.
    I Consorzi pubblici stanno tutti fallendo e sono retti dalla camorra, quindi non lasciamo che ci si parino innanzi come i paladini della differenziata.
    In manette anche i consorzi… i loro dirigenti, meglio!

  4. Piero

    – RACCOLTA DIFFERENZIATA E RECUPERO MATERIE RICICLABILI.
    – REVOCA DEL MANDATO AGLI AMMINISTRATORI INADEMPIENTI.
    – RIDUZIONE DEL NUMERO DI DISCARICHE MEDIANTE INCREMENTO NEL TERRITORIO
    DELLA LAVORAZIONE MECCANICO-BIOLOGICA DEI RIFIUTI INDIFFERENZIABILI.
    – ABBATTIMENTO DELLA TASSA SUI RIFIUTI PER I
    CITTADINI DEI COMUNI VICINI ALLE DISCARICHE ED AGLI INCENERITORI.
    Nel resto dell’Europa è consolidata la lavorazione dei materiali derivanti da raccolta differenziata, con lauti guadagni per lo stato, nonché con notevoli benefici di occupazione, di diminuzione delle tasse ai cittadini adempienti, di immagine turistica e di salvaguardia della natura.
    In Italia (specie in certe regioni del sud) si sta invece ancora discutendo di costruire nuove discariche, spesso a pochi km da grandi centri abitati e/o in aree di elevata importanza naturale e paesaggistica (perpetuando il passaggio di… “carri floreali” maleodoranti per le strade urbane già sature!), ed inceneritori (chiamati, per rassicurare, “termovalorizzatori”; ma altro non sono che inceneritori di tipo più recente che emettono comunque diossina nell’atmosfera ed altre sostanze letali nel sottosuolo!).
    Questi inceneritori, per avere un rendimento maggiore, hanno bisogno di notevole quantità di rifiuti da bruciare. Per questo motivo (paradossalmente!), pur essendo stati posti, nelle strade, dei contenitori specifici per carta – plastica – etc., spesso (vanificando l’impegno prestato dai cittadini più rispettosi!) viene portata indiscriminatamente ogni cosa in discarica. Anzi, se vi si riesce a far conferire anche i rifiuti provenienti da territori extra, l’Amministrazione, in proporzione alle quantità ricevute, consegue introiti sempre più cospicui!
    I cittadini sono ormai consapevoli di queste malefatte, per tale motivo hanno istituito in tantissimi centri una raccolta di firme per mandare a casa quei sindaci o, comunque, quegli amministratori che non incrementano realmente, fino a valori accettabili, la raccolta differenziata.
    Tale differenziazione, se attuata concretamente, alla fine comporta l’esistenza solo di appena il 20% circa di rifiuti indifferenziabili. Questi ultimi sono peraltro sottoponibili, senza combustione e quindi senza emissione di CO2, al “trattamento meccanico-biologico” che, oltre a ricavare notevole energia dal biogas, lascia solo una infinitesima quantità di scarti da portare in discarica per ricavarne, mediante combustione, materiali inerti da sottofondo e da riempimento. Rimane necessario, pertanto, l’esercizio solo di una decima parte delle discariche esistenti, potendo, dunque, rimboscare quelle in esubero (onde ridurre l’effetto serra).
    Appare in ogni caso ragionevole riconoscere, da parte della Amministrazione, alle popolazioni nel cui raggio di territorio di una decina di chilometri si esercisse una discarica o un inceneritore, l’abbuono totale della tassa sui rifiuti (salvo ulteriore adeguato indennizzo ai soggetti o familiari, in caso di comprovati problemi oncologici e malformazioni riconducibili a tali insediamenti).
    La raccolta differenziata, con la lavorazione ed il recupero delle materie prime (carta Рplastica Рvetro Рmetalli, nonch̩ compostaggio per produzione concimi e fertilizzanti) presso gli appositi stabilimenti dislocati nel territorio, ̬ la soluzione ottimale per ridurre le discariche piuttosto che ampliarle!
    In pratica, a casa occorre mettere man mano (meccanicamente) in tre sacchetti distinti, i rifiuti di: carta Рplastica Рvetro e lattine, (equivalenti a circa 50% dei rifiuti domestici), nonch̩ gli avanzi di frutta e verdura (ca. 30%).
    …Forse a casa nostra riponiamo il pane assieme ai detersivi o la frutta assieme al lucido da scarpe?!..
    La natura, come noi, non… “digerisce” cose ibride.
    I rimanenti 20% [imbrattati di tovaglioli, fazzolettini, pannolini, sacchetti d’aspirapolvere, cicche, etc., (ca. 15%) – avanzi di carne, pesce, etc. (ca. 3%) – stoffe sporche e logore (ca. 2%)] vanno buttati nell’apposito cassonetto dei rifiuti indifferenziabili, destinati all’industria per il trattamento meccanico-biologico.
    Occorrerebbe varare una legge vertente a ridurre la quantità degli imballaggi; tante volte plastica e carta sono per di più saldati assieme!
    Vicino ad ogni scrivania di casa dovrebbero esserci non uno ma due cestini, uno per la carta, l’altro per le plastiche che avvolgono le riviste e le stampe pubblicitarie.
    Il ritiro dei predetti cinque tipi di rifiuti differenziati potrebbe essere eseguito porta per porta oppure in apposite postazioni di smistamento, presidiate da lavoratori dotati di lettore badge per il computo della ev.le defalcazione tasse.
    Se si dispone di un giardino, gli avanzi di frutta e verdura (rifiuti organici o compostaggio), si possono accumulare dentro apposito contenitore (spolverandovi sopra, di volta in volta, una patina di prodotto bioattivatore) e dopo circa 8 mesi si può utilizzare l’ottimo ed utilissimo concime formatosi.
    Le batterie, le cartucce d’inchiostro, le medicine scadute, etc., ovviamente continuerebbero ad essere buttate negli specifici contenitori, per il relativo trattamento.
    …Trovi pure, la malavita o chiunque, la maniera di lucrare nelle nuove attività connesse al trattamento dei rifiuti, se proprio non possa mai esserci in Italia un governo compatto, capace di restare fuori da compromessi!
    …La società ringrazia comunque sentitamente!

  5. admin

    Purtroppo è ormai pratica consolidata, nel mondo del trattamento dei rifiuti, avere un servizio pubblico assegnato ad un’azienda privata. La cosa che mi fa più pensare è che i dipendenti pubblici che dovrebbero occuparsi dei rifiuti ci sono e vengono regolarmente pagati ma i comuni preferiscono servirsi di privati… chissà perché. Ma è mai possibile che da noi è lecito tutto? Non c’è nessuno che controlla e che si assicuri che le attività amministrative comunali restino nel mondo della legalità? Ma sul serio stanno aspettando la rivoluzione? Il popolo che si sostituisce alle amministrazioni inestistenti ed inefficiaci? Questo è il dilemma!!!

    Per quanto riguarda la possibilità ed i vantaggi aperti dalla raccolta differenziata sono perfettamente daccordo. Non solo in termini puramente economici ma anche, e soprattutto, dal punto di vista sociale. Un popolo che differenzia i rifiuti e che ha a cuore la gestione intelligente delle proprie cose (anche se avanzi) è evidentemente un popolo con un livello culturale elevato. In tempi non sospetti (2005) ho scritto un articolo pubblicato su InterNapoli propro sul rapporto tra raccolta differenziata e livello culturale. Magari se si riuscisse migliorare l’uno, migliorerebbe anche l’altro.

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