Arriva l'auto ad aria, 100 km con meno di un euro. Rivoluzionaria invenzione di un ex progettista di F1.


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Con il petrolio a 100 dollari al barile, se si trovasse una macchina che andasse ad aria quanto costerebbe respirare? La mia preoccupazione è fondata visto che Guy Negre, ex ingegnere di formula uno, ne ha appunto invetata una. La società francese MDI ha appena affermato che per il prossimo anno ci sarà la presentazione di questa rivoluzionaria automobile, anche se già nel 2002, al salone di Parigi, fu presentato un primo prototipo. Durante la sua esperienza in formula uno, Negre è diventato esperto di dinamica isotermica, un processo che crea energia espandendo l’aria ad una temperatura quasi costante. Negre ha teorizzato che riscaldando ed espandendo aria compressa super raffreddata, fosse possibile alimentare un’automobile non inquinante.

Negre ha spiegato che nei serbatoi della Briblo, così è stata battezzata l’aumobile, l’aria viene raffreddata a -100 ºC e compressa a 4500 libbre per pollice quadrato. Poi viene iniettata in piccole camere situate fra il serbatoio e i pistoni, dove viene riscaldata dall’aria dell’ambiente esterno che la obbliga ad espandersi in una camera pù larga situata fra la camera piccola e il pistone. Lo scambio di calore fra le due camere, prosegue l’inventore, crea la propulsione che provoca il movimento in su e in gù dei quattro pistoni del motore. Infine l’aria viene fatta passare attraverso filtri di carbone come quelli dei serbatoi per le immersioni subacquee ed espulsa sotto forma di gas di scarico non inquinante. La dinamica non è diversa da quella di una molla che attira l’energia quando è compressa e la restituisce quando si espande.

In pratica, Briblo, non fa altro che prendere l’aria dall’ambiente, sfruttarla per muoversi, ed espellerla pù pulita perché filtrata dal carbone attivo. Un’auto ad emissioni zero, quindi. Per fare rifornimento, basta una presa elettrica per comprimere l’aria oppure si può attingere da stazioni ad aria compressa che la MDI prevede di installare nelle stazioni di servizio. Briblo dovrebbe costare intono ai 15mila dollari, tutto sommato un prezzo modesto visto che è a cinque posti è raggiunge le 55miglia all’ora in sette secondi.

Briblo l'auto ad aria comressa.Ovviamente, ci sono molti interessi in ballo, soprattutto quelli dei produttori di petrolio. Basti pensare che, proprio alla presentazione dell 2002 a Parigi, ci furono strani atteggiamente da parte dei giurnalisti, che prima fissarono interviste per poi disdire senza ragione. La produzione non è solo a carico di MDI, ma c’è la possibilità di acquistare licenze libere. L’italia ha acquistato 10 licenza per 10 officine. Ogni officina, che a sua volta sarà anche autosalone, produrà 2000 macchine l’anno e ci lavoreranno 70 persone.

L’unica obbiezione che ci va di sollevare, almeno per ora, è che per comprimere l’aria c’è bisogno di energia, ma basterebbe utilizzare sistemi rinnovabili (come il sole o il vento) per ridurre notevolmente l’impatto.

5 pensieri su “Arriva l'auto ad aria, 100 km con meno di un euro. Rivoluzionaria invenzione di un ex progettista di F1.

  1. capocchione mariano

    Stavo pensando l’ultima frase (quella sulla produzione di energia) anche io prima di finire la lettura dell’articolo. E’ un bellissimo progetto ma ha bisogno di elettricità… Che si produce ancora brucuando carbone… (almeno in italia…) Quindi è, quasi, praticamente inutile…

  2. domdin

    Certo, è vero che per comprimere l’aria c’è bisogno di energia, ma se questa derivasse da fonti rinnovabili, il problema potrebbe essere aggirato.

    Mi va di aggiungere che uno dei principali problemi dell’energia rinnovabile è l’immagazzinamento. Sappiamo come produrla ma dobbiamo consumarla sul posto, altrimenti ci servono enormi batterie (che poi dovranno essere smaltite) per accumulare l’energia in eccesso, oppure venderla alla rete elettrica. Se invece, l’energia viene utilizzata per comprimere l’aria, quest’aria può essere facilmente immagazzinata in serbatoi per poi essere distribuita alle auto ad aria compressa. In pratica, trasformo l’energia elettrica (difficile da contenere) in energia di pressione (più facile da contenere). Ovviamente si dovrebbero considerare tutti i fattori relativi alla sicurezza dei serbatoi in pressione.

  3. christian

    Secondo me se facciamo un discorso esclusivamente di bilancio energetico converebbe direttamente bruciare il combustibile (la benzina) direttamente nel motore piuttosto che produrre elettricità e utilizzarla per la compressione dell’aria. Dato che tra la produzione di energia elettrica, il suo trasporto e il suo utilizzo avremmo perso una gran fetta dell’energia iniziale.

    Però c’è un discorso da non sottovalutare, che nelle auto noi abbiamo una “immisione” di inquinanti diffusi in un territorio praticamente vastissimo e non controllabile. Mentre invece nella centrale elettrica si ha cmq una “emissione” che oserei dire Puntuale e controllabile.

    Quindi “affinale” la macchina a compressione non mi dispiace affatto.

  4. domdin

    Hai ragione Christian, ma qui si parte dal presupposto che l’aria sia compressa utilizzando esclusivamente energia rinnovabile. L’obbiettivo non è quello di continuare ad utilizzare il petrolio, ma di trovare una valida alternativa senza complicarsi troppo la vita.

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