Analizziamo insieme l'intervista al Prof. Stefano Maglia, docente di Legislazione Ambientale: "corretta gestione dei rifiuti, dall'utopia alla necessità".


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Sul sito rigfiutilab abbiamo trovato una interessante intervista al prof. Stefano Maglia, che insegna Legislazione ambientale presso le facoltà di Scienze ambientali e di Ingegneria dell’ambiente e del territorio dell’Università di Parma, tra l’altro fondatore e direttore del sito web www.tuttoambiente.it. Vogliamo analizzare insieme le risposte ad alcune interessanti domane che riportiamo di seguito: 

  1. Gentile Professore, alla luce della recente normativa sul settore, “la corretta gestione dei rifiuti” è un utopia?
    È una necessità! Basti solo pensare che la corretta gestione dei rifiuti è strettamente connessa alla corretta gestione delle risorse ed in una fase in cui la necessità di preservare le risorse per le future generazioni è un imperativo inderogabile. Inoltre nel nostro paese si aggiunge una gestione dei rifiuti, scorretta, caotica e – per certi versi – persino illecita, che rende tutto pù difficile, tenendo anche conto che è in arrivo una nuova direttiva europea in materia.
  2. La normativa vigente permette una visione dell’ambiente come risorsa economica e produttiva?
    Solo fino ad un certo punto. Basti solo pensare all’annosa questione (in gran parte ideologica) sul recupero energetico o le resistenze sul terreno dei sottoprodotti per cogliere le difficoltà ad operare in tal senso. Rifiuti da problema a risorsa: questo potrebbe essere uno slogan adeguato per una campagna di incentivazione del riutilizzo e del recupero eco-compatibile.
  3. Le politiche ambientali del fare sono in contrasto con la tutela dell’ambiente e delle risorse?
    Le politiche ambientali devono anche dire dei no, ma non solo dei no. E comunque anche i no devono essere motivati ed offrire delle contropartite realistiche e ben motivate del fare, ovviamente sempre in una visione eco-compatibile.
  4. Quale è il suo punto di vista sulla vicenda “Campania”?
    Che bisogna “semplicemente” tornate alla normalità. Basta con le leggi eccezionali ed i super poteri: si faccia quello che deve esser fatto per legge e basta. E si sanzioni che si deve sanzionare. Anche gli amministratori pubblici, se c’è bisogno, e senza cadere nei ricatti di improbabili comitati dai dubbi interessi.
  5. Può una corretta informazione/formazione dei decisori, dei responsabili istituzionali, dei dirigenti e dei tecnici delle imprese essere alla base della risoluzione delle emergenze meridionali ma anche settentrionali?
    La formazione, accompagnata da una adeguata documentazione e dal continuo aggiornamento, ritengo sia alla base del ben operare in tutti i campi, specialmente in quello ambientale. Attenzione però a quale formazione!
  6. L’esperienza di Tuttoambiente in tal senso …
    Dopo tanti anni di esperienza anche alla guida di una società di formazione in materia ambientale come TuttoAmbiente, posso davvero dire che solo la qualità e la competenza fanno la differenza. Decine di corsi, centinaia di docenti e migliaia di corsisti di ogni parte di Italia sono il chiaro segnale di una proposta formativa autorevole e realmente utile.

Devo dire che la risposta alla prima domanda a me piace, potrebbe essere sintetizzata in questa frase: corretta gestione dei rifiuti, dall’utopia alla necessità, ed è proprio sulla necessità che mi vorrei soffermare un attimo. Da che mondo è mondo, se fare una cosa è necessario bisogna concentrarsi sul modo (o i modi) che ci permettono di fare detta cosa, a prescindere da tutto. La domanda alla quale il prof. risponde pone l’accento sulla “corretta gestione dei rifiuti”, se ci limitassimo a considerare necessario la semplice gestione dei rifiuti allora sarebbe lecito prevedere l’utilizzo di un qualsiasi strumento che ci permetta di risolvere il problema, ma la corretta gestione prevede un’analisi molto pù attenta e mi fa piacere che il prof. Maglia la reputa necessaria. Niente decisioni affrettate ed anacronistiche, quindi, ma analisi attente ed intelligenti.

Sulla seconda domanda, però, mi fa nascere dei dubbi. Considerare il rifiuto una risorsa può anche essere cosa buona e giusta, ma bisogna sempre stare attenti. L’obbiettivo l’abbiamo fissato nella prima domanda: “la corretta gestione dei rifiuti“, se tale obbiettivo venisse storpiato nel “ricaviamo qualcosa dai rifiuti“, potrebbe essere un problema. Secondo me c’è da fissare delle priorità, anzi due semplici livelli:

  1. Devo eliminare, in modo eco-compatibile, il rifiuto (corretta gestione);
  2. Se non pregiudica il punto 1, posso cercare di ricavarne qualcosa;

Se si invertono questi due semplici punti si cadrebbe nell’errore storico: il rifiuto contiene energia, a me interessa quella e basta. Quindi attenti a considerare come risorsa il rifiuto in se, io vedrei meglio come risorsa il non aver creato danni quando ho gestito correttamente il problema.

Sulla terza domanda mi trova ancora perfettamente d’accordo. Contrastare delle scelte è sacrosanto, ma al contrasto incondizionato deve essere associata anche un’analisi critica del problema originario. Se dico no devo anche dare una alternativa.

Meglio sorvolare sulla questione campana, il problema è troppo complesso e sintetizzarlo in quattro righe, come ha fatto il prof., significa banalizzarlo.

Sulla quinta domanda devo dire che ci è andato leggero. Chi decide, chi amministra, chi dirige deve essere preparato e formato. Io lo esigo, anzi lo pretendo. Solo una profonda formazione ed abilità nel risolvere i problemi accuratamente ed intelligentemente può portare a delle soluzioni ottimali. Affidarsi ai consulenti è pericoloso e dispendioso, nonché assurdo, non trovate?

Insomma, a me piace molto il concetto di “una corretta gestione dei rifiuti è necessaria”, ponendo l’accetto sul “corretta”. Voi che ne dite?

2 pensieri su “Analizziamo insieme l'intervista al Prof. Stefano Maglia, docente di Legislazione Ambientale: "corretta gestione dei rifiuti, dall'utopia alla necessità".

  1. Edoardo

    Quest’articolo mi ha fatto insorgere un dubbio, non è che dall’emergenza 1.0 passeremo alla 2.0 con il proliferare di corsi e controcorsi, esperti e controesperti tutti ben pagati quanto inutili?

    Logicamente non è il caso del prof. citato ma nell’ultimo periodo sembra che tutti vogliano occuparsi dell’affare del secolo: i rifiuti!

  2. admin

    Da questo punto di vista credo che siamo già nell’emergenza 2.0. Basti vedere quanto si spende per consulenze o pseudo-tali e quanto siano inutili. Purtroppo non basta un corso di formazione per diventare esperti in un tema, soprattutto quando si tratta di rifiuti.

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