Ce lo hanno segnalato: Il "trucco" dell'Inceneritore di Acerra.


Warning: Use of undefined constant wp_hl_message_license_content - assumed 'wp_hl_message_license_content' (this will throw an Error in a future version of PHP) in D:\inetpub\webs\inambienteit\wp-content\plugins\wp-hl-message\wp-hl-message.php on line 43

InAmbienTe è un portale nato da una semplicissima idea: la condivisione. Ho iniziato condividendo i miei appunti e, nel tempo, molti di voi utenti si sono uniti. Ecco perché ti chiedo, se ne hai la voglia o la possibilità, di condividere il tuo materiale didattico: anche un solo file, una sola pagina o un solo pensiero.

Manda i tuoi appunti ad condivisione(chiocciola)inambiente.it

Grazie mille.

Per scaricare gli appunti non è più necessaria la registrazione.

chiudi

Un nostro utente, spazzatour, ci ha segnalato questa lettera (scritta da Antonio Marfella, Oncologo e membro dei Medici per l’Ambiente). Anche se a parlare è un medico e non un Ingegnere o un Chimico, riteniamo che sia, comunque, un contributo valido al dibatto sul tema della termovalorizzazione dei rifiuti, ormai centrale nella gestione degli stessi in Campania.

Il “trucco” dell’Inceneritore di Acerra.

Uno dei principali argomenti ripetutamente proposti dai fautori degli inceneritori, e ribaditi in questi giorni dal Governatore Bassolino, è costituito dall’assunto che il ciclo integrato, pur se virtuoso, non può prescindere a valle da un impianto terminale di incenerimento, dal momento che sarebbe di fatto impossibile riciclare tutto.In questi giorni abbiamo sentito ribadire dal Governatore la necessità non solo di fare partire l’ormai famosissimo inceneritore di Acerra, ma anche di avviare i lavori per il “gemello” di S. Maria La Fossa e infine, sotto la petulante spinta del sindaco di Salerno, aprirne anche un terzo a Salerno.Tali tecnologie sono  obsolete ormai in tutta l’Europa, che si è data indirizzi di legge precisi volti a rispettare il protocollo di Kyoto e quindi ad eliminare qualunque tipo di impianto pù o meno inquinante come gli inceneritori,  che in ogni caso aumentano anziché diminuire la produzione di CO2, oltre che cancerogene diossine e pericolosissime nanoparticelle.

Enzo Giustino, nel riportare sul Corriere del Mezzogiorno di oggi 16 giugno 2007 la portata media annua degli inceneritori/termovalorizzatori necessari (200.000 tonnellate/anno) si chiede invece : di quanti ne avremmo bisogno in Campania? Proviamo allora a dargli una risposta matematica sulla base della conosciuta produzione di rifiuti giornaliera in Campania, che è di 6500 tonnellate al giorno. Togliendo il minimo del 40% di raccolta differenziata ed il 30% di umido destinato al compostaggio ne consegue che, in una regione Campania con un minimo di corretto ciclo integrato di rifiuti, ne dovrebbero essere smaltiti (con inceneritori o Trattamento meccanico biologico BMT) circa 1500 tonnellate al giorno per una valore di circa 500.000 tonnellate all’anno. La risposta matematica quindi all’interrogativo di Enzo Giustino è che correttamente in Campania dovrebbe funzionare da solo e al massimo a due terzi della sua capacità solo l’inceneritore di Acerra! L’inceneritore di Acerra è infatti costruito per smaltire oltre 2000 tonnellate al giorno per circa 750.000 tonnellate all’anno!

Perchè in Campania invece gli inceneritori ancora da costruire, anziché da smantellare, sembrano l’unica ed indispensabile “soluzione finale”, di triste reminiscenza nazista anche come proposta verbale? Dove è il trucco?

In un autentico gioco da “zecchinetta”, degno degli operatori assunti dai politici per la raccolta differenziata porta a porta ma che non debbono lavorare, come testimoniato dal Commissario Catenacci. A “zecchinetta” per vincere tutto il denaro del banco occorre entrare in possesso della carta pù alta. A “NapoLeonia” (dal “Profeta” Italo Calvino) vince tutto e “sbanca” il banco, incassando gli infiniti miliardi pubblici, non chi fa l’impianto migliore, destinato come in tutta Europa alla “soluzione finale” dei soli materiali post-consumo impossibili da riciclare bruciando un contenuto proporzionato al bisogno dopo avere sottratto il materiale riciclato, ma chi lo fa pù grande, al preciso scopo di bruciare tutto il contenuto indifferenziato, e quindi tossico, dei nostri sacchetti!

La Campania intera produce circa 6500 tonnellate di rifiuti al giorno che per un anno significa circa 2.250.000 tonnellate. A pensare male, diceva Andreotti, si fa peccato ma molto spesso ci si azzecca. Se facciamo quindi tre mega-inceneritori della portata di quello in via di ultimazione ad Acerra (circa 750.000 tonnellate/anno) fanno giusto 2.250.000 tonnellate all’anno. Il gioco sembrerebbe fatto!

E senza perdite di tempo e di risorse nel recupero e riciclo, evitando di fare lavorare gli “amici” assunti per giocare a zecchinetta (quella vera?), lasciando le discariche senza controllo ai soli rifiuti tossici del Nord, e incassando un mare di denaro pubblico proporzionale alla quantità di rifiuti bruciati : cioè tutti! E’ un pensiero cattivo senza fondamento?

E allora perché in Italia tutti gli inceneritori già in funzione hanno una portata media di circa 90.000 tonnellate/anno, quindi circa otto volte pù piccoli di quello proposto ad Acerra, con la sola esclusione dell’inceneritore di Brescia che deve poi inviare migliaia di tonnellate di ceneri tossiche in Germania comunque?

E perché in Europa la portata media annua di tutti gli inceneritori censiti al 2002 è pari a circa 150.000 tonnellate/anno, cioè circa 5 volte meno di Acerra?

Perché i citatissimi inceneritori di Vienna sommati tutti e tre (compreso quello ancora in costruzione) non fanno tutti insieme la portata del solo inceneritore di Acerra?

Perché gli inceneritori tedeschi, dove non vogliono pù bruciare le nostre false ecoballe, piene di rifiuti umidi tal quale, non superano le 240.000 tonnellate/anno, cioè in ogni caso non pù di un terzo di quello di Acerra?

Non è vero, a mio parere, che ci sia mai stata significativa opposizione popolare alla apertura dell’inceneritore  “a griglia” di Acerra, progettato quindi per bruciare non certo materiale CDR (Combustibile per rifiuti),  ma tutti i rifiuti tal quale.

L’impianto non funziona ancora per i problemi tecnici che si sono venuti a creare per la scellerata decisione di volere a tutti i costi uno degli inceneritori pù grandi di Europa in un luogo sbagliato (già colpito a disastro ambientale da rifiuti tossici), in un tempo sbagliato (tecnologie del tutto superate nel mondo), per bruciare i rifiuti sbagliati (false “ecoballe” di rifiuti tal quale)!

A Modena, nei giorni scorsi, l’Ordine dei Medici ha presentato un esposto alla Magistratura penale per contestare l’ampliamento della portata annua del piccolo inceneritore di Coriano (Forlì) da 60.000 a circa 72.000 tonnellata/anno, avendo dimostrato, con studi epidemiologici promossi dalla Comunità Europea, che tali impianti risultano provocare uno statisticamente significativo aumento di varie patologie, e soprattutto di tumori, nei residenti entro un raggio di circa 5 km dall’impianto.

Ad Acerra, se partisse in quella terra già devastata dal cancro e dalle malformazioni congenite provocate dai rifiuti tossici della Camorra e delle Industrie del Nord, il ciclopico impianto da 750.000 tonnellate/anno di incenerimento di pseudo-“ecoballe” di tal quale, cosa dovrebbe fare l’Ordine dei Medici di Napoli? Chiedere la riapertura del Processo di Norimberga?

La organizzazione e la cultura della indispensabile raccolta differenziata a non meno del 40% del totale, la gestione complessiva dei rifiuti ed in particolare il compostaggio dell’umido, l’efficace controllo del tipo e della movimentazione dei rifiuti tossici, non devono pù essere oggetto di interventi straordinari per essere attuati in tempi rapidi e con correttezza: devono diventare ordinario e quotidiano patrimonio del vivere civile di ogni cittadino campano, ognuno per la propria competenza!

A noi cattolici basta osservare la volta della Cappella Sistina e il Giudizio Universale di Michelangelo per renderci conto di cosa significa un equilibrato ed integrato “ciclo dei rifiuti”(anime post-consumo corpi), molto diverso da quello progettato e ancora pervicacemente proposto in Campania oggi.

Se ci fate caso, non pù del 5%-10% del totale delle anime dipinte nell’affresco finisce senza possibilità di recupero nell’Inceneritore di Belzebù. Il “background” teologico dell’affresco di Michelangelo Buonarroti era attentamente controllato: in Controriforma nasceva quell’enorme impianto di “compostaggio” del Purgatorio.

E qualche teologo (non certo Paul Connett) ha motivo di ritenere che persino Giuda potrebbe essere stato “compostato” e riciclato dalla infinita Misericordia di un Dio a chiara opzione “Rifiuti  Zero”!

Napoli li 16 giugno 2007,

Antonio Marfella
Tossicologo Oncologo
ISDE NAPOLI (Medici per l’Ambiente)
Difensore Civico Assise di Palazzo Marigliano

8 pensieri su “Ce lo hanno segnalato: Il "trucco" dell'Inceneritore di Acerra.

  1. domdin

    Ho fatto due conti, cercando di trovare un riscontro ai numeri riportati nella lettera. Il riscontro c’è, effettivamente, in Campania, si producono circa 1,3 kg di rifiuti per abitante al giorno, considerando che ci sono circa 6mln di abitanti i conti sono presto fatti:

    • 1,3 * 6000000 = 7800000 kg al giorno
    • 7800000 / 1000 = 7800 t al giorno
    • 7800 * 0,3 = 2300 t al giorno che vanno alla Termovalorizzazione (infatti il restante 70% si divide tra il 40% della RD, ed il 30% di umido).

    Ora facciamo alcune osservazioni. Dai dati forniti da wikipedia, si ha che in europa ci sono 354 impianti che trattano 52mln di tonnellate di rifiuti all’anno. Da una stima logica e sintetica si ha che, in media, ogni impianti tratta circa 150000 tonnellate all’anno. Un quantitativo certamente preferibile ai 750000 previsti per l’impianto di Acerra, infatti avere quantitativi minori comporta una più semplice gestione e minori emissioni cancerigene quando ci sono problemi. Se in campania si stessero costruendo impianti per una portata di 150000- 200000 tonnellate all’anno, si avrebbe

    • 2300 * 360 = 840000 t all’anno
    • 840000 / 200000 = (circa) 4 impianti.

    Avremo 4 impianti di medie dimensioni, facilmente gestibili e poco pericolosi.

    Di contro, essendo solo quello di Acerra progettato per smaltire 750000 tonnellate di rifiuti all’anno (una cifra che io trovo troppo elevata e per la quale mi riservo di verificare la fonte), un solo impianto sarebbe comunque sufficiente.

    Ora le domande sono due?
    Chi ha progettato questi impianti? e perché ha previsto portate così elevate?
    A che serve avere tre mega-impianti quando uno è più che necessario?
    Ciò mi preoccupa!!! verifichiamo un altro scenario: nessuna Racconta Differenziata:

    • Partiamo dalle 7800 t al giorno di rifiuto, togliamo solo il 30% di umido: 7800 * 0.7 = 5500 t al giorno che vanno alla termovalorizzazione
      5500 * 360 = 2000000 di t all’anno. (due milioni!!!)
    • 2000000 / 7500000 = (circa) 3 impianti

    Vedo che con il secondo scenario i conti tornano. E allora le mie preoccupazioni si fanno ancora più fondate:

    Gli impianti di termovalorizzazione campani, per come sono progettati, funzioneranno solo se la raccolta differenziata non viene realizzata… ma allora perché promuoverla? Perché assumere personale?

    Mammamia che mal di testa che mi sta venendo!!!!

  2. edoardo

    Le informazioni degli articoli destano qualche preoccupazione ma io penso che molto dipenderà da chi e come si gestiranno gli impianti , sarebbe segno di democrazia consentire periodiche ispezioni a comitati civici locali rappresentati da tecnici esperti del settore , in modo da tranquillizzare i cittadini .

  3. Fabio

    Edoardo, ti do subito l’informazione che chiedi.

    Venerdì ho assistito al consiglio comunale al cui o.d.g. c’era proprio la questione ambientale ed emergenziale relativa alla gestione dei rifiuti.

    L’assessore Mola ha parlato per quasi 40 minuti elencando tutta una serie di cose la cui bontà è del tutto opinabile, per ragioni che mi riservo di enunciare in un altro momento, e tra le quali vi è la sua volontà di dare all’ASIA la gestione COMPLETA del ciclo dei rifiuti.

    Questo significa una sola cosa: niente differenziata, tutto negli inceneritori.

  4. domdin

    Il problema di come saranno gestiti questi impianti è grande e sicuramente sarà tema di dibattito per i giorni che verranno, ma la questione resta: se è vero che l’impianto di Acerra è progettato per trattare 750mila t di rifiuti all’anno, visto che in campania se ne producono, a valle della Raccolta Differenziata e del Pretrattamento, soli 800mila… a che servono 3 impianti? O meglio, a che servono tre mega impianti… sicuramente c’è sotto qualcosa… altrimenti i conti non tornano!!!!

  5. Fabio

    Ho appena letto questo articolo su L’Espresso:
    http://espresso.repubblica.it/dettaglio-local/Rifiuti-quel-piano-ci-p

    In parole povere, la Margherita e l’Udeur vogliono *un quarto*
    inceneritore in Campania. Insomma, non bastano i 3 già sbugiardati da
    Antonio Marfella[1], ne voglio conostruire addirittura un altro.

    ————

    «Non va, il piano rifiuti non va. La potenzialità di trattamento è
    inferiore di 300 mila tonnellate l´anno di cdr».

    *Che fine farebbero invece di produrre energia?*

    «Si dovrebbero mettere in discarica, ma le discariche dovranno
    chiudere e dunque non ci sarebbero spazi sufficienti per raccogliere
    questi rifiuti»

    Rischio Campania?

    «Rischio Campania oppure altro».

    Altro che?

    «Oppure i rifiuti dovranno salire sui treni per andare all´estero,
    magari in Germania»

    Perché in Germania?

    «Perché la Germania sta già chiedendo agli operatori italiani di
    firmare i contratti per conferire cdr per i prossimi dieci anni a un
    prezzo che oscilla tra i 120 e 150 euro a tonnellata franco impianti»

    Un bel business…

    «*Questo non è un business, è un incentivo alla produzione di energia*
    che permette di smaltire i rifiuti compatibilmente con una tassa sui
    rifiuti accettabile».

    ——————–

    Se i conti non tornavano per 3 inceneritori, figuriamoci per un quarto!

    Oltretutto, è un dato di fatto che questi signori, nello specifico Mario
    Di Carlo, *mentono* quando dicono che i termovalorizzatori producono
    energia utile.

    Esiste in circolazione una broshure educativa della SNAM, la società che distribuisce gas, che tratta di come gestire al meglio l’energia; in un riquadro si parla anche di incenerimento e si fa riferimento ai termovalorizzatori, dei quali si dice che “possono arrivave a coprire, con l’energia prodotta, il 50%-60% dell’energia richiesta per l’esercizio”. In altre parole, l’energia prodotta non basta neanche a coprire l’energia richiesta per l’esercizio dell’inceneritore stesso. In altre parole ancora, il termovalorizzatore non genera energia utile. Al più presto farò una scansione di tale pagina, per tutti da visionare.

    Per chi ne capisce: esistono le basi per intentare causa contro questo signore? Sta spandendo false informazioni per creare consenso intorno ad una scelta palesemente interessata. Ai miei occhi si prefigura come una forma di truffa ai danni della collettività, con l’aggravante di spianare la strada a soluzioni dall’altissimo potenziale di rischio per la salute umana.

  6. admin

    Continuo a dire che c’è qualcosa che non va nelle cifre che si tirano fuori quando si parla di termovalorizzazione in Campania.

    Nell’articolo di Marfella si dice che l’impianto di Acerra è progettato per soddisfare una portata annua di 750mila tonnellate di rifiuti (cifra che sento troppo elevata), ora, Di Carlo, afferma che il piano prevede sole 300mila tonnellare all’anno… chi ha ragione? Mica facciamo propaganda sui numeri allora siamo fuori strada. Già abbiamo perso troppo tempo.

Lascia un commento