Mentre, dopo 14 anni di commissariamento, in Campania si muore di mal di monnezza, a Pisa si fa la dissociazione molecolare.


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Non siamo di parte, anzi, vogliamo essere imparziali semplicemente perché facciamo gli ingegneri e non i politici, ma giusto un accenno alla notizia del rinvio a giudizio del nostro governatore è doveroso farlo. L’incompetenza, nel mondo del lavoro, viene sempre pagata a caro prezzo. Se quando si sbaglia o si toppa alla grande si è fortunati si viene semplicemente licenziati, spesso però si è costretti a cambiare mestiere. Strano è che nel mondo della politica questo metro non viene mai utilizzato e i colpevoli di scempi e di disastri come quelli che la Campania vive in questo periodo (lungo 14 anni) hanno ancora il coraggio di restare al proprio posto, beffardi e prepotenti. Facce toste, potremmo dire, anche se loro sono molto pù furbi dei cittadini che li hanno votati.

Rifiuti da smaltireComunque, il motivo di questo scritto è un altro, anche se alla fine si fonde con le considerazioni di cui sopra. Stiamo da anni – a me sembrano millenni – a discutere su come risolvere, anche solo parzialmente, la nostra tragedia. Spesi miliardi di euro, la situazione è anche peggio di quanto di potesse immaginare e proprio mentre la giustizia comincia la sua corsa contro il tempo a qualche centinai0 di chilometri da noi si fa sul serio. Per chi non lo sapesse, tra qualche mese, nella discarica di Peccio di Pisa sarà installato il primo impianti di dissociazione molecolare che produrrà il “syngas”, un gas di sintesi prodotto dalla dissociazione di alcune molecole.

L’obbiettivo dell’azienda che gestisce la discarica pisana è quello di testare il piccolo impianto (costato appena 300mila euro) per verificare se ci sono le basi per installare un sistema su larga scala. Per ora saranno trattate solo quattro tonnellate di rifiuto al giorno. Un buon inizio per un sistema che potrebbe essere una valida alternativa all’incenerimento.

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