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"Le Calorie S.p.a." l'uso razionale del rifiuto. Dalla monnezza all'"acido levulinico" il passo è breve.

Non ci troviamo nella civile terra Svedese o Norvegese, oppure in qualche supertecnologia città del Giappone, ma ci troviamo a Caserta e, precisamente, nella zona A.s.i. della provincia campana, dove in un’area di 50.000 mq si trasforma il rifiuto in risorsa.

È doveroso fare una piccola introduzione sugli usi e le caratteristiche chimiche dell’Acido Levulinico, prima di entrare nel merito dell’iniziativa dell’azienda casertana.

L’acido Levulinico. Il suo uso, limitato per gli alti costi di produzione (costi ridotti dal brevetto utilizzato da Le Calorie), può avere molteplici aspetti essendo un valido intermedio chimico. Infatti, può essere facilmemente convertito in diversi prodotti molto utilili nell’industria chimica moderna (solventi, pesticidi, erbicidi, resine polimeriche, prodotti farmaceutici e additivi per le benzine). È il pù semplice acido γ-cheto-carbossilico e viene, tradizionalmente, prodotto tramite il riscaldamento di zucchedo e di acido inorganico. Difatti, il suo nome deriva dall’osservazione che esso si forma pù facilmente dalle molecole di levulosio, rispetto alle molecole di destrosio..

Acido Levulinico

Formula dell’acido levulinico

L’acido levulinico, contenendo una funzione carbossilica ed una funzione chetonica, è una molecola altamente polare. Un’altra indicazione della sua natura altamente polare è il suo elevato punto di ebollizione (245 °C). L’acido levulinico ha le tipiche reazioni sia del gruppo chetonico sia del gruppo carbossilico, oppure reazioni in cui si combinano entrambi gli effetti di questi due siti d’azione. Queste caratteristiche, quindi, rendono l’acido levulinico un’ottima nonché interessantissima piattaforma chimica da cui partire per ottenere ulteriori composti chimici.

Le proprietà dell’acido levulinico dipendono in grande misura dalla sua purezza. Il prodotto raffinato ha una temperatura di fusione di 37 °C. L’acido levulinico è un acido grasso a basso peso molecolare, contenente un radicale carbonile; di conseguenza, è completamente o parzialmente compatibile con gli idrocarburi alifatici, con solventi come acqua, alcool, chetoni, aldeidi, acidi organici, esteri, eteri, idrocarburi aromatici. Il gruppo carbossilico dell’acido levulinico reagisce normalmente con alcoli per formare esteri (se ne formano oltre 75) le cui proprietà dipendono dall’alcool da cui derivano.

I composti chimici ottenibili dall’acido levulinico sono molteplici e collocabili in diverse nicchie di mercato. Tra questi, quelli di sicuro interesse sono gli esteri dell’acido levulinico, l’acido difenolico (DPA), l’acido-δ-ammino levulinico (DALA), l’acido succinico (SA), il metiltetraidrofurano (MTHF).

Le Calorie. L’azienda ha brevettato un processo per la produzione dell’acido levulinico, utilizzando scarti di origine organica e di matrice cellulosa (fanghi di cartiera, vinaccia esausta, cruschello e trucioli di legno). Ciò con un duplice vantaggio: convertire rifiuti in prodotti riutilizzabili e ridurre i costi per la produzione dell’acido. Il brevetto, realizzato in collaborazione con “NYSERDA” (New York State Energy Research and Development Authority) e con DOE, US Department of Energy, ha ricevuto nel 1999 la Presidential Green Chemestry Challenge Award, uno tra i pù prestigiosi riconoscimenti in campo ambientale.

Il processo. Per la produzione dell’acido si prevede una reazione di idrolisi chimica che, dalla cellulosa porta alla produzione di acido levulinico, acido formico ed acqua:

Cellulosa = acido levulinico + acido formico + acqua

La novità del brevetto consiste in una disposizione impiantistica in continuo che prevede le seguenti fasi:

  • Preparazione della materia prima;

  • Miscelazione e reazione: aggiunta di acqua ed acido solforico, tale miscela viene inviata in due reattori d’idrolisi montati in serie;

  • Rimozione dei solidi e recupero dell’acido levulinico: tramite dei decantatori, dei filtri e degli evaporatori, l’idrolizzato viene separato in una corrente di solido organico (inviato ad un impianto di gassificazione per la produzione di energia elettrica) ed in una corrente di acido levulinico;

  • Esterificazione: tramite l’aggiunta di alcool etilico si ha una reazione di esterificazione che produce etil-levulinato, acqua ed etanolo non reagito, dato in eccesso per garantire la completa conversione dell’acido levulinico.

  • Distillazione: La miscela è successivamente sottoposta ad una distillazione, sempre con sistema batch, per separare l’etil-levulinato dall’etanolo non reagito e dall’acqua.

Oltre alla produzione dell’acido levulinico, Le Calorie S.p.a. ha anche una linea di produzione di mattonelle da vetro di recupero, sempre nella filosofia del recupero di scarti di produzione.

Ecco alcune immagini dell’impianto. Per maggiori informazioni: www.lecalorie.net

RICOMINCIAMO: ecco un interessante spunto sulle acque reflue ed il loro uso in agricoltura.

Io ci provo. Ricominciare è sempre un po’ difficile, soprattutto quando il riposo è stato pù stressante del lavoro, ma alla fine è sempre così. Provo a riprendere facendo la cosa pù semplice possibile: vi segnalo un articolo che ho letto e che reputo interessante, anche se poco innovativo.

Vi riporto un piccolo stralcio e vi rimando all’articolo completo.

Le acque reflue opportunamente trattate sono paragonabili ad una sorgente inesauribile di risorsa idrica; dove c’è un consumo c’è anche la produzione di acqua adeguata a particolari utilizzi. La provincia di Lecce si stima produca circa 480.000 m3/giorno di acque reflue che ad un tasso di 5.000 m3/ha/anno, potrebbero irrigare circa 3.500 ettari. Negli impianti del Consorzio di Bonifica di Lecce duemila agricoltori in 33 impianti di irrigazione irrigano 1.200 ettari l’anno con un consumo annuo di Un milione e ottocentomila metri cubi. La sola acqua dei reflui soddisferebbe l’intero fabbisogno dell’irrigazione collettiva del Salento e potrebbe essere usata per irrigare ettari di privati ed enti pubblici!

La maggior parte del consumo di acqua si concentra nel settore agricolo (73,5% delle disponibilità). Il 23% viene utilizzato dell’industria e dal settore energetico e solo il 3,5% è destinato a usi domestici. In agricoltura, nonostante l’alto consumo, l’acqua produce meno del 5% del prodotto interno lordo del Salento. Negli anni trascorsi i progetti orientati a creare un’offerta d’acqua sono stati la risposta pù ovvia ai bisogni idrici cercando di anticipare l’incremento della domanda. Negli ultimi anni però, si sono riscontrati forti ostacoli. L’idea di aumentare l’offerta per far fronte all’incremento della domanda non è pù considerata una soluzione, soprattutto per l’aumento vertiginoso dei costi di costruzione e per la diminuita efficienza di trasformazione nel settore agricolo, (diminuzione del prezzo dei prodotti agricoli) ma anche per via degli aspetti ambientali e sociali e per l’uso inefficiente che se ne fa.

fonte: http://www.lecceprima.it/

VIAGGIO NELLE CONNIVENZE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA. Numeri falsati, analisi fasulle e rifiuti speciali.

Pressa della plasticaHo sempre creduto che diventando un Ingegnere per l’Ambiente ed il Territorio avrei potuto fare qualcosa per la mia terra martoriata, forse lo credo ancora ma nel profondo della mia coscienza so che questa mia sensazione è solo una vana speranza. E vi spiego perché.

Ho un conoscente, che chiamerò Nicola (un nome di fantasia), che lavora come ispettore per un consorzio che si occupa riciclo dei materiali plastici. Il suo lavoro consiste nell’andare presso i centri di selezione delle plastiche e di controllare che tutti i processi seguano le specifiche dettate dalla normativa. Prima di andare avanti con il discorso, voglio fare una breve premessa per introdurvi meglio nel mondo del riciclo delle plastiche.

Premessa. Il ciclo gestito dal consorzio, in generale, ha varie tappe. Il primo step è raccolta differenziata presso i comuni, che può essere monomateriale o multimateriale, in seguito i rifiuti differenziati si depositano presso gli impianti di preselezione e pressatura e da questi agli impianti di selezione e smistamento. Il tutto è gestito indirettamente dal consorzio, che sfrutta tutta una rete di impianti presenti sul territorio nazionale, il quale, per monitorare le varie fasi, invia degli ispettori che operano una serie di controlli per verificare sia le quantità che le qualità dei materiali. Nicola è uno di questi.

L’ispettore. Dal punto di vista pratico Nicola, che lavora presso l’impianto di selezione e smistamento, deve operare i vari controlli. Di solito, il primo controllo consiste nel prendere nota del peso dei camion all’entrata e del peso degli stessi all’uscita in modo da conoscere il peso esatto del materiale scaricato, successivamente deve fare un’analisi merceologica delle balle di pressato che arrivano e questo per due motivi: sia perché bisogna verificare l’effettiva consistenza delle plastiche, sia per suddividere le stesse a seconda delle loro caratteristiche (materiale, colore, forma, tipologia, ecc.), questo perché a seconda del metriale si hanno diversi prezzi. Infatti, il materiale che arriva agli impianti è di proprietà del consorzio (che è un ente pubblico) il quale ha interesse a verificarne l’effettiva consistenza per poterne valutare il reale valore. Fin qui non c’è nulla di strano, anzi direi che il tutto è funzionale e, per uno come me che queste cose le ha studiate, anche interessante. Ma, come era facile immaginare, non è proprio così semplice.

La connivenza. Vi dico immediatamente che Nicola non lavora pù presso il consorzio e forse qualcuno di voi ha già capito il perché. Il ruolo dell’ispettore è molto importante, infatti è dai suoi verbali che prendono forma i numeri ed è grazie alla sua volontà di fare bene o male che un carico passa i controlli o meno, quindi immaginate a quali pressioni è soggetto ogni giorno. “Il lavoro è buono – mi ha detto – la paga è buona, anzi se sei connivente riesci anche ad arrotondare”, ed è proprio quella connivenza che a Nicola non è andata gù. In pratica, una delle principali richieste è quella di falsare i numeri. Volendo fare un esempio, se all’impianto arrivano balle pressate con un contenuto di plastica di 1.000 kg, gli viene chiesto di certificarne 800 kg, in modo che chi gestisce l’impianto ha, effettivamente, rubato 200 kg di materiale riciclabile al consorzio, solo che questo Nicola non lo ha mai voluto fare. Inoltre, gli viene chiesto di certificare che materiale ottimo per il riciclo, sia invece scarto da smaltire, in modo da sottrarre ulteriori guadagli al consorzio.

I rifiuti speciali. “Il problema – ha continuato Nicola – non è solo quello dei numeri e dei controlli falsati, ma anche di strani processi di smaltimento di rifiuti speciali”, e su questo mi sono davvero preoccupato. In pratica, mi ha spiegato Nicola, che alcune aziende del Nord inviano ad alcuni impianti del sud i loro rifiuti speciali (come l’amianto) i quali vengono mischiati con le plastiche e, in seguito, sminuzzati. I pellets che si producono vengono poi inviati agli impianti di riutilizzo con evidenti conseguenze sia su coloro che lavorano in questi impianti sia di tutto il ciclo che viene a valle del riutilizzo. Un vero disastro sanitario. Credetemi c’è davvero da preoccuparsi.

Sogni da incosciente. Tramite alcuni amici, ho saputo che dalle nostre parti c’è un’azienda che ha basato la sua produzione escusivamente sulla plastica riciclata e che si trova in difficoltà perché non riesce a procurarsi la materia prima. Da buon sognatore avevo pensato di attivare una sorta di riciclo di bottiglie di plastica sullo stile dei vestiti usati: i volantini fuori ai cancelli, il recupero delle buste con le bottiglie, ed il rimborso dei cittadini pù efficienti. Ma la risposta di Nicola mi ha ancora una volta gelato l’entusiasmo. “Ti chiudono subito se fai una cosa del genere, gli togli il lavoro e chi lavora in questo mondo non va molto per il sottile”. Sogno bruciato, entusiasmo andato a male, voglia di partire e andare via… tanta.

Articolo pubblicato su www.internapoli.it

QUALIANO: BRUCIANO RIFIUTI NELLA PIAZZOLA DEL MERCATINO. L'intervento del vice-sindaco De Luca ha scongiurato il peggio.

Sono le 17.00 quando avvistiamo una grossa colonna di fumo nelle vicinanze del cimitero di Qualiano, ci precipitiamo sul posto e notiamo che il cumulo di immondizia che staziona da qualche giorno a ridosso del muro di cinta della piazzola dove ogni mercoledì si tiene il mercatino rionale di Qualiano è stato dato alle fiamme. L’incendio lambisce la ringhiera di metallo e minaccia i quattro cassonetti colmi di spazzatura e il piccolo casotto che ospita i servizi igienici della struttura. Sul posto c’è Ludovico De Luca, vice-sindaco ed assessore alla cultura del comune di Qualiano che si trovava a passare per caso, “non appena ho visto le fiamme ho chiamato i vigili del fuoco – ci ha detto – dobbiamo evitare che l’incendio si propaghi ai cassonetti altrimenti a bruciare sarà anche la struttura dei servizi igienici”.

De Luca mentre versa acqua sull'incendio.L'incendio lambisce la struttura.

Cerca la collaborazione dei residenti, cerca qualcuno che gli presta un secchio, ma alla prima richiesta secca è la risposta di un cittadino: “io non ti do’ un bel niente, devono arrivare i vigili del fuoco ed i carabinieri!”. Solo dopo l’insistenza del vice-sindaco finalmente esce fuori un secchio colmo d’acqua, che egli stesso svuota sull’incendio. Il primo lancio fa esplodere il tubo catodico di una televisione che per poco non ferisce De Luca, al quale si uniscono alcuni cittadini e, secchiata dopo secchiata riescono a scongiurare il peggio (guarda il filmato). “Questa è una cosa che non consiglio di fare alla popolazione – dice il vice-sindaco -, c’è il rischio di farsi male, ma era importante salvare i cassonetti della spazzatura e, soprattuto, la struttura del comune adibita al mercatino.”

Dopo qualche minuto arrivano i vigili del fuoco che domano l’incendio e mettono in sicurezza la struttura. Grazie all’intervento dei residenti e alla caparbietà del vice-sindaco, la struttura del mercatino non ha subito danni. Resta comunque grave la situazione di stallo della raccolta dei rifiuti a Qualiano, la popolazione è esasperata ma bruciare l’immondizia per strada è un vero danno e non risolve nulla.

Articolo pubblicato su InterNapoli.it

FESTAMBIENTE: Dal 9 al 18 agosto ritorna il festival internazionale di ecologia e solidarietà promosso da Legambiente. Tanta musica, dibattiti, mostre e soprattutto ambiente, il tutto nella splendida cornice del Parco naturale della Maremma.

Numeri da record, ospiti d’eccezione, politici, ambientalisti e uomini di scienza, artisti di livello internazionale. 120mila le presenze previste. Dal 9 al 18 agosto 2007 a Rispescia (Gr) nello splendido scenario del Parco della Maremma, sarà di nuovo Festambiente. Per dieci giorni su oltre 20mila metri quadrati si realizzerà la pù grande agorà dell’ambiente e della politica con pù di 130stand espositivi, 150 tra volontari e collaboratori coinvolti, circa 400 enti patrocinatori, oltre 100 associazioni presenti alla festa in rappresentanza della società civile e del terzo settore, oltre 120 relatori ai dibattiti e 20 ricette servite ogni giorno al ristorante vegetariano pù grande d’Italia. Un festival all’insegna della sostenibilità per invertire il trend dei cambiamenti climatici: anche quest’anno la manifestazione è “carbon neutral” dato che le 238 tonnellate di anidride carbonica prodotte durante i dieci giorni del Festival, saranno neutralizzate attraverso l’adesione alla campagna nazionale “Azzero CO2” mediante l’acquisto di alberi per un intervento di riforestazione di un’area in Uganda.

Una immagine delle precedenti edizioni.

[…] “Festambiente anche quest’anno si presenta come la kermesse ecologista pù importante nel panorama nazionale – ha commentato Angelo Gentili, coordinatore nazionale di Festambiente — per il diciannovesimo anno consecutivo, Festambiente si fa agorà per l’ambiente, la legalità e la solidarietà, un lungo viaggio per un mondo migliore e sostenibile. E quest’anno il Festival internazionale di Legambiente sarà incentrato sul tema dei cambiamenti climatici e della febbre del Pianeta, e molti saranno gli input che gli artisti e i politici daranno su questo argomento. Se è vero che per frenare il surriscaldamento del pianeta servono politiche globali, è altrettanto vero che dalle azioni del singolo possono partire contributi importanti. Per questo ogni giorno verranno date informazioni sul risparmio energetico, sulle energie rinnovabili, e sui consumi sostenibili, ma soprattutto la novità di quest’anno sarà rappresentata dalla presenza di maxi schermi sul palco concerti, dove ogni sera sarà proiettato un video, sui cambiamenti climatici.

Come tradizione di Festambiente, – ha concluso Gentili – la discussione politica, si fonderà con la musica di qualità, con l’enogastronomia tipica e biologica, con la valorizzazione e la sensibilizzazione delle fonti rinnovabili e per 10 giorni la Maremma diventerà la capitale dell’ambientalismo, della politica, della
solidarietà e dell’impegno civile.”

Un cartellone quello di Festambiente che varia dalla politica alla musica, dal teatro all’arte di strada, dal cinema ai documentari, dalle mostre agli appuntamenti enogastronici. Dal 9 agosto, Grosseto sarà la capitale della discussione politica ed ambientale dell’estate italiana. Molti dibattiti saranno dedicati ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento del pianeta con le soluzioni energetiche appropriate, al paesaggio e al turismo di qualità su cui si confronteranno politici locali e nazionali, insieme a esperti e giornalisti . Ampio spazio verrà dato anche ad altre tematiche quali l’agricoltura sociale e sostenibile, le biodiversità, l’economia, le energie alternative .

Per maggiori informazioni: http://www.festambiente.it/

DOMENICO IANNACONE, REPORTER DI RAI TRE, INCONTRA INTERNAPOLI E LEGAMBIENTE. Martedì prossimo, nel corso di “W l’Italia Diretta” sarà trasmesso un servizio sull’approssimato ciclo dei rifiuti campano.

Il reporter in azioneFarsi un giro per la mondezza non è una bella esperienza, soprattutto se fatto d’estate, con un sole cocente sulla testa e con la polvere che ti attanaglia. Domenico Iannacone, giornalista di Rai Tre, questo deve averlo intuito ed ha pensato di realizzare un servizio sulla pessima gestione del ciclo dei rifiuti in Campania scegliendo il periodo “pù caldo”, servizio che verrà trasmesso all’interno della puntata di “W l’Italia Diretta” Martedì prossimo su Rai Tre alle ore 21:05.

Per realizzare il reportage, Iannacone ha prima contattato Alessandro Iacuelli, uno dei massimi esperti in tema di rifiuti, poi si è messo in contatto con la redazione di InterNapoli e con Raffaele Del Giudice di Legambiente.

Il giro fatto dalla troupe della rai, composta da un cameraman, un microfonista ed il giornalista molisano, accompagnata da Alessandro Iacuelli, Raffaele del Giudice e con il supporto logistico della redazione di InterNapoli, non poteva non iniziare dal luogo simbolo della inefficienza e della inadeguatezza del ciclo dei rifiuti: la discarica fuori terra di Taverna del Re, erroneamente definita area di stoccaggio. Una superficie indefinita di rifiuti accatastati da anni, che attendono di essere smaltiti (bruciati) negli impianti di termovalorizzazione e che ogni giorno cresce divorando terreno fertile e lasciando i contadini senza futuro. Appena arrivati all’impianto ci hanno subito colpiti alcuni camion: all’apparenza sembrano trasportare birra, ma il loro vero carico sono eco-balle, un ennesimo metodo fuorviante per la popolazione.
Le condizioni lavorative all’interno dell’impianto sono davvero fuori ogni civile regola. Non ci sono servizi igienici a sufficienza, non ci sono mense e nemmeno docce. La polvere entra dappertutto e, unita ai miasmi proveniente da quelle che dovrebbero essere eco-balle, non lascia respirare nessuno. Chi lavora a Taverna del Re, lavora all’inferno.

Dalla valle delle piramidi di rifiuti si è poi passati, in una sorta di viaggio a ritroso, all’impianto di Cdr di Giugliano, dove una colonna di camion della nettezza urbana pù o meno a norma attendevano di depositare il loro carico puzzolente. Ascoltare gli autisti degli automezzi, in attesa anche per una intera giornata per poter solo scaricare il loro carico di rifiuti è stato davvero triste. Non hanno nulla, né un bagno, né una sedia all’ombra per sedersi e mentre cercano riparo sul bordi del marciapiede, dai camion gocciola e ruscella il percolato.

Alla fine della giornata, dopo ore di giri e corse nella polvere, Del Giudice, avvisato da un suo informatore, ci porta in una stradina nelle vicinanze della zona Asi dove sono state appena scaricate delle balle di stracci che serviranno, di lì a poco, a bruciare qualche strana sostanza tossica che le aziende del nord “smaltiscono” nelle nostre terre. Colonne di fumo nero e denso si leveranno nel cielo come ogni notte.

Il giro finisce nella redazione di InterNapoli. Si stampa qualche notizia interessante, si guardano i filmati degli incendi ripresi dalla redazione e si beve un bicchiere d’acqua seduti al fresco. Iannacone sembra soddisfatto, soprattutto di come Del Giudice sia stato capace di descrivere la situazione paradossale nella quale la nostra terra si trova. Il giro continuerà nelle zone di Pomigliano, Marigliano ed Acerra, ad accompagnarlo ci sarà la sua troupe e ci sarà Alessandro Iacuelli.

Martedì prossimo vedrete il risultato di tanti anni di emergenza. Vi consiglio vivamente di non perdervi “W l’Italia Diretta” alle 21:05 su Rai Tre.

Camion che all'apparenza trasporta birra.Del Gioudice, Iannacone e Iacuelli presso le sedi di InterNapoli ed InAmbienTe.

BUONE VACANZE: il deserto dopo l'incendio.

Sono stato tre giorni fuori, a casa di amici, cercando di staccare la spina da tutta la puzza di schifezze incendiate che mi attanaglia l’olfatto giorno e notte. Quello che ho visto mi ha fatto sprofondare ancora di pù in un baratro infernale, anzi “post-infernale”. Se mai l’infermo dovesse spegnersi assomiglierebbe ad un bosco dopo un incendio. La desolazione e la nullità che pavoneggiano sul terreno ormai arido sono l’unica presenza viva che si nota. Gli alberi sono come statue annerite dallo smog, catramate dai miasmi della città. La natura ha abbandonato la sua terra per lasciare il posto al deserto.

No, non sto parlando del Gargano, ma della statale che da isernia porta a Vasto o a Termoli o a San Salvo… C’ero passato l’anno scorso ed il verde era quello tipico dell’appennino, rado, a volte fitto, ma vivo e presente. Ora ho visto solo corteggie fumanti e foglie bruciacchiate. Credetemi non è rimasto nulla, ma per chilometri, tanti chilometri.

Pochi sanno i reali effetti di un incendio boschivo, vi riassumo qualche interessante spunto e vi rimando ad una lettura altrettanto interessante. 

Pressione selettiva. Quando il fuoco lambisce la vegetazione, aggredisce le specie meno resistenti alla combustione lasciando sopravvivere le specie pù resistenti. Questo comporta una graduale selettività della flora favorendo il proliferare delle specie “pirotolleranti”.

Effetti sulla fauna. Per la fauna superiore, di norma non si hanno grossi effetti negativi, visto che questi animali hanno una grande mobilità (si pensi agli uccelli). Per la fauna inferiore, invece, si hanno i maggiori danni. Infatti, per questi animali, principalmente invertebrati che colonizzano in lettiere, si ha una drastica riduzione per effetto dell’incendio che avanzando li uccide inesorabilmente.

Effetti delle ceneri. In seguito al deposito delle ceneri, il terreno acquista una caratteristica idrorepellente, ciò facilita il ruscellamento dell’acqua verso valle e l’azione erosiva. Questo deflusso dell’acqua, accompagnato dall’azione erosiva comporta un dilavamento dei nutrienti che si trovano nello strato superficiale del terreno

Effetti sulla crescita degli alberi sopravvissuti. Questo tipo di analisi è ancora tuttora oggetto di studio, ma si può sempre nitare un’anomalia della crescita in seguito ad un incendio.

Per chi volesse approfondire vi rimando a questo intessante articolo.

FORECHEM: L'università de L'Aquila ha messo a punto una "Previsione Sperimentale della Qualità dell'Aria".

PM10L’università de L’Aquila ha messo a punto un sistema di previsione della qualità dell’aria che sembra stia dando ottimi risultati. Il sistema permette di avere le previsioni di andamento delle principali sostanza che inquinano l’atmosfera, in particolare per: PM10, Pm25, Ozono, Biossido di Azoto, Anidride Carbonica, Biossido di Zolfo.

Vi riportiamo un estratto della procedura recuperato da FORECHEM:

Il nostro sistema di previsione della qualità dell’aria regionale si basa su due elementi principali: un modello meteorologico alla mesoscala (PennState/NCAR MM5 model) e un modello di chimica e trasporto regionale (CHIMERE model).

Il modello MM5 viene sviluppato in collaborazione tra la Pennsylvania State University e il National Center for Atmospheric Research (USA) ed è distribuito gratuitamente. Il modello meteorologico fornisce i dati di vento, temperatura, umidità e altro al modello di chimica e trasporto. Il modello è forzato dalle previsioni fornite dal Centro Europeo per le previsioni a medio termine (ECMWF Inghilterra) ed ha una risoluzione orizzontale di 30 km.

La previsione dell’evoluzione e della trasformazione delle specie chimiche è invece fornita dal modello CHIMERE. CHIMERE è sviluppato a Parigi da diverse istituzioni francesi: Institut Pierre-Simon Laplace, C.N.R.S., INERIS, LISA (C.N.R.S.). Anch’esso è un software libero ed è distribuito sotto licenza GNU General Public License. Nel mostro sistema il modello CHIMERE compie simulazioni su un grigliato 0.5° × 0.5° longitudine × latitudine. La condizione iniziale della composizione atmosferica è presa dalla simulazione del giorno precedente. Le condizioni al contorno sono invece una media climatologica derivata da 10 anni di simulazione dei modelli globali LMDz-INCA per i gas e GOCART per gli aerosol. Anche le condizioni al contorno sono derivate dalla stessa climatologia. L’invetario delle emissioni è una combinazione di varie fonti: EMEP (totali annuali), IER (variazioni temporali), TNO (emissioni aerosol), UK Dept of Environment (speciazione dei COV).

Ogni giorno viene fatta una simulazione di 72 ore a partire dalle ore 12:00 del giorno precedente. Il modello meteorologico MM5 viene lanciato per primo e i dati in uscita vengono utilizzati dal modello CHIMERE per prevedere i livelli degli inquinanti sull’Italia e sulle regioni circostanti. Alla fine delle simulazioni, un’altra procedura automantica aggiorna le immagini di questo sito.

Per qualsiasi altra informazione potete contattare: Gabriele Curci. Per altre informazione specifiche sui modelli utilizzati (MM5 e CHIMERE) vi preghiamo di far riferimento ai rispettivi siti web.

Criteri per determinare la Qualità dell’Aria. Nella seguente tabella riportiamo i valori limite per stabilire la qualità dell’aria secondo la legislazione italiana, statunitense e secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Unità: µg/m³ = microgrammi al metro cubo, mg/m³ = milligrammi al metro cubo e ppm = parti per milione. I tempi riportati tra parentesi indicano il periodo di media sul quale le rispettive soglie non vanno superate.

Specie Italia USA OMS Effetti sulla Salute
Particolato PM2.5 15 µg/m³ (1 a.) Danneggia l’apparato respiratorio e cardiovascolare; aumenta la frequenza di bronchiti croniche e asma.
Biossido di Azoto (NO2) 40 µg/m³ (1 a.) 0.053 ppm o 100 µg/m³ (1 a.) Danneggia polmoni; riduce visibilità.
200 µg/m³ (1 h) 0.21 ppm (1 h) 0.21 ppm (1 h)
Biossido di Zolfo (SO2) 125 µg/m³ (1 a.) 0.03 ppm (1 a.) Causa difficoltà respiratorie; danneggia il sistema immunitario.
0.14 ppm (24 h) 0.13 ppm (24 h)
350 µg/m³ (1 h)

Qualiano (NA). Disastro dopo disastro: prima le fiamme lambiscono un deposito di Ethernit, poi la cava Alma che brucia. In due video (InMedia) l'intervento dei Vigili del Fuoco.

Un incendio divampato nella periferia di Qualiano, lambisce un depostito coperto da Ethernit e alcune case abitate. Intervengono tre squadre di Vigili del Fuoco di Monteruciello. Bruciano anche centinaia di copertoni d’auto abbandonati e lastre di amianto.

Leggi l’articolo completo (InterNapoli.it).


Ennesimo disastro ambientale nel territorio a nord di Napoli. Brucia La discarica AL.MA. di Villaricca ai margini del territorio di Qualiano, sprigionando una nube di fumo nero e denso visibile a molti chilometri di distanza.<Leggi l’articolo completo (InterNapoli.it).

Dal Ministero dell'Ambiente, on line tutta la documentazione sulle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale.

Per garantire il massimo livello di trasparenza e partecipazione, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha deciso di rendere disponibili on line la documentazione e i progetti relativi alle opere soggette a Valutazione di Impatto Ambientale, come ad esempio la nota Tav Torino-Lione.
Tutti potranno così accedere in tempo reale alle informazioni sui progetti, consultare la documentazione, inviare le osservazioni come prescrive la legge direttamente con email, conoscere lo stato di avanzamento della valutazione e l’esito delle procedure.
Il sistema, inoltre, consente la consultazione dell’archivio storico dei progetti della Legge Obiettivo e dei pù recenti progetti sottoposti a VIA ordinaria. Una ”piccola rivoluzione” al Ministero dell’Ambiente, sul fronte della trasparenza, come l’ha definita lo stesso ministro, Alfonso Pecoraro Scanio, presentando il progetto nella sede di via Cristoforo Colombo. ”Vogliamo che tutto sia pubblico – ha detto Pecoraro – contraddicendo la facile caricatura del Ministero dell’Ambiente come ”ministero del No”. Comitati, associazioni e cittadini potranno cosi’ esercitare il loro diritto alla formazione del parere della Commissione, entro i termini previsti. La Via – ha ricordato il Ministro – nasce come strumento di partecipazione democratica alle scelte”. Pecoraro ha poi sottolineato la necessita’ per le Regioni di dotarsi di un Piano di qualita’ dell’aria, una richiesta che ripetera’ nuovamente con una lettera nei prossimi giorni a presidenti delle Regioni e al presidente del Consiglio. Il pericolo e’ infatti quello di bloccare le valutazioni di impatto ambientale perche’ mancano le informazioni dovute per legge. ”Su 62 istruttorie sono 49 quelle interessate da questo problema” ha detto Pecoraro. In futuro poi non si dovra’ tenere conto solo delle Pm10, ma anche delle emissioni di CO2: ”rischiamo di pagare multe enormi – ha concluso Pecoraro – se non adeguiamo la nostra progettazione agli obiettivi fissati da Kyoto e dalla Ue per la lotta contro i mutamenti climatici”.Il nuovo sito internet costituisce quindi una grande novità, un piccola rivoluzione con l’obiettivo di rendere facilmente disponibili informazioni oggi reperibili solo attraverso faticosi percorsi burocratici. Anche l’esercizio del diritto a partecipare alla formazione del parere della Commissione godrà di una forte semplificazione. I comitati, le associazioni ambientaliste e i cittadini potranno inviare direttamente via email le osservazioni.

“I grandi cambiamenti determinano meno attenzione del chiacchericcio politico – ha commentato il ministro Pecoraro Scanio – ma oggi, con la creazione di questo nuovo sistema on line, abbiamo adempiuto al nostro programma: aumentare la partecipazione popolare. Quella di oggi è una piccola rivoluzione popolare – ha aggiunto – che al tempo stesso consente maggiore trasparenza, puntando a migliorare anche la qualità dei progetti che arrivano al Ministero”. Si può accedere al sito tramite il portale del Ministero all’indirizzo www.minambiente.it, cliccando su ‘Valutazione di Impatto Ambientale‘ nella sezione Argomenti chiave; oppure direttamente dall’indirizzo www.minambiente.it/via/.
Le istruzioni per la consultazione sono disponibili alla sezione Guida del sito VIA. Per saperne di pù (pdf, 227 KB)

Roma, 17 luglio 2007

Fonte: Ministero dell’Ambiente e del Mare.

"Le vie infinite dei rifiuti. Il sistema campano". Il resoconto della presentazione promossa da InAmbienTe in collaborazione con InterNapoli.

Villaricca. Squilla il cellulare, rispondo: è Alessandro Iacuelli che dice “Sono qua sotto, mi apri?”. Per me, la presentazione del libro di Alessandro comincia con questa frase.

Quando ho proposto l’evento alla redazione di InterNapoli avevo un solo timore: l’affluenza, e per fortuna sono stato smentito. Infatti, la sala messa a disposizione della testata giornalistica si è riempita nel giro di poco tempo. C’erano i leader dei comitati di protesta, c’era Raffaele Del Giudice, uno dei personaggi più carismatici di Legambiente e c’era il popolo alla ricerca di risposte.

L’introduzione è breve, interviene prima Aniello Di Nardo, editore di InterNapoli, e poi mi permetto di dire due parole io. Questo per dare spazio all’unica voce informata sul tema rifiuti. Alessandro parte da lontano, comincia a parlare di un evento che all’apparenza non c’entra nulla ma che, in fondo, è l’origine dei nostri mali: il terremoto del 1980. Le case crollate da ricostruire, i soldi che arrivano dallo stato e la camorra avida e malsana che ne approfitta. Si parte dal cemento e dalle cave abusive di sabbia per finire all’immondizia ed alle cave abusive dei rifiuti. Piccoli passi fatti nel tempo che ci portano ad essere, oggi, quello che siamo e che forse saremo domani.

Si parla anche di strani eventi che susseguono a precise attività investigative. La Resit, una cava sotto sequestro nella zona di Giugliano, viene data alle fiamme in un modo scientifico: prima si bloccano le vie di accesso che avrebbero dovuto usare i Vigili del Fuoco e poi si da’ in fiamme la cava, e questo quando i magistrati decidono di fare un sopralluogo. Strane coincidenze nella terra delle stranezze.

Alessandro ci parla anche di quanto sia stato difficile mettere in sequenza tutte le informazioni che la stampa e la storia hanno saputo fornire. Ma, soprattutto, quanto sia stato difficile ed oneroso fare gli appostamenti e cercare conferme alle sue geniali intuizioni. Spesso si è incontrato e scontrato con chi gestiva le attività losche e, oltre alle intimidazioni, ha trovato sconvolgente l’espressione di impunità che certi individui gli mostravano prima di intimargli di andarsene.

Dalla platea, formata da manifestanti, giornalisti e studenti cominciano le prime domande e le prime osservazioni. Interessante è lo spunto lanciato su un’attività che è stata finanziata dallo stato per conto delle università di Napoli e Salerno all’interno dell’impianto che dovrebbe produrre Cdr a Giugliano. Un’attività di ricerca che ha visto, almeno in parte, l’analisi di un sistema di gassificazione dei rifiuti per usare l’idrogeno prodotto all’interno di celle ad idrogeno. La ricerca, che in un primo step è riuscita nell’intento, non è stata rifinanziata perché per smaltire 1 kg di rifiuto si spendevano 1 euro, contro i 5 centesimi del normale processo. Quello che è sconcertante – ha affermato Iacuelli – è che la ricerca era solo all’inizio, ed un ulteriore finanziamento avrebbe potuto portate ad un affinamento del processo con una sostanziale riduzione dei costi di smaltimento e, considerando che le celle ad idrogeno emettono solo acqua distillata, con un evidente risparmio in termini di depurazione delle emissioni.

Si parla anche di incenerimento, grazie ad una domanda posta dal pubblico. Su questo tema Alessandro ha le idee ben chiare: sì all’incenerimento, sempre che l’impianto sia di piccola taglia. L’impianto di Acerra, che ha una portata di 3750 tonnellate di rifiuti al giorno, è certamente sovradimensionato, rispetto alle reali esigenze di una società moderna come la nostra. Saremo costretti a dover bruciare tutti i rifiuti, senza avere la possibilità di operare una raccolta differenziata. Inoltre – continua Iacuelli -, viste le evidenti inefficienze sia degli impianti di CDR sia dello stesso impianto di Acerra, sarà inevitabile un collasso del ciclo nel giro di pochi giorni.

La presentazione si conclude con una domanda sulla “dissociazione molecolare” posta da un futuro ingegnere per l’ambiente ed il territorio. Su questa tecnologia, le possibilità di avere performance e funzionalità sono sicuramente superiori e migliori di un impianto di incenerimento, anche se la sua utilizzazione è condizionata da una forte ed efficiente raccolta differenziata, cosa che da noi è ancora lontana dall’aversi.

La presentazione è finita, ma Alessandro si trattiene con noi per tutta la serata e tra le chiacchiere ed una pizza sento di poter dire che ieri (20 luglio 2007), è stata una serata meravigliosa, trascorsa insieme ad una persona che ha conquistato la mia stima ed il mio rispetto.

Chi non lo avesse ancora fatto può comprare il libro seguendo queste informazioni:

Titolo Le vie infinite dei rifiuti. Il sistema campano
Autore Alessandro Iacuelli
Prezzo versione cartacea a partire da €12,46; e-book €1,33
Dati 15.24cm x 22.86cm 236 pagine
Anno 2007
Editore Altrenotizie.org / Lulu
ISBN 978-1-84753-184-1
Disponibile on line:
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