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Dall’università olandese di Twente un nuovo materiale che riduce l'uso dei detergenti chimici: la plastica che non si sporca.

Dopo tanto parlare di immondizia e di emergenza rifiuti credo sia opportuno rilassare la mente e parlare di qualcosa di pù leggero ed interessante. Dall’Olanda arriva una notizia abbastanza curiosa, un gruppo di ricercatori della Twente ha creato un materiale plastico che si pulisce rapidamente e che potrebbe essere un utile mezzo alla riduzione dei detergenti.

In pratica, i ricercatori olandesi, sono riusciti a riprodurre l’effetto che la natura produce normalmente sulle foglie del loto, che hanno una superficie ultraidrofobica, in pratica una superficie che non viene bagnata dall’acqua. Quindi, se a contatto con la polvere, la foglia non si sporca perché i granelli vengono presi in carico dalle gocce d’acqua e rotolano via, senza aderire e quindi, senza macchiare.

Il materiale auto pulente all'opera.

in questa figura, a sinistra si ha una goccia posata sulla plastica auto-pulente (come si vede è semplicemente poggiata), a destra una plastica comune (la goccia è schiacciata sulla superficie del materiale e quindi aderisce pù a fondo).

Non è bastato creare l’effetto idrofobico, ma è servito anche produrre, sulla superficie plastica, una speciale microstruttura, che i ricercatori sono riusciti ad imitare bersagliando una il polipropilene con un laser oscillante con periodi nel campo dei femtosecondi. Lo scopo era di creare dei coni di 10 μm su cui scolpire un ulteriore schema submicrometrico.

Questo materiale innovativo potrebbe ridurre l’uso dei detergenti, altamente inquinanti, per il solo fatto che non si sporca. Inoltre, si sa’, quando si pulisce qualcosa si è costretti a strofinare spesso energicamente, danneggiando e riducendo il tempo di utilizzo dell’oggetto che presto entrerà a far parte dell’odiato mondo dei rifiuti. Con l’utilizzo della plastica auto-pulente, non si ha pù l’effetto abrasivo della pulizia e l’oggetto durerà pù a lungo, una bella cosa sia per le nostre tasche che per l’ambiente.

Il no del professor Ortolani: nessuno dei siti indivuduati dal commissario sono idonei a contenere rifiuti.

Stamattina, chi ha acquistato il manifesto, ha avuto la possibilità di leggere una interessante intervista del professor Franco Ortolani, ordinario di geologia e direttore del dipartimento di pianificazione del territorio della Federico II di Napoli dove insegna anche valutazione di impatto ambientale. Di seguito riportiamo le risposte del professore alle domande di Francesca Pilla.

Professore, nei luoghi che ha studiato è impossibile aprire le discariche per motivi ambientali o sono i cittadini a essere irrazionali?
Purtroppo tutte le aree che ho avuto in esame per varimotivi sono inidonee. Padula e Mandrano per esempio si trovano su una tettonica-carsica attiva, zone che hanno creato i grandi terremoti degli ultimi 200 anni. La superficie si sposta e si spacca e fa scendere il percolato nelle falde acquifere, nel terreno, danneggiano le risorse naturali. Per non parlare dei metalli pesanti che non decadono per decine e decine di anni e hanno bisogno assolutamente di stabilità geologica, non di essere soggetti a fenomeni carsici (inghiottitoi).

E le altre?
Sono quasi tutte cave scavate a fossa che accumulano i materiali pesanti per poi col tempo lasciarli filtrare nel terreno. Le impermeabilizzazioni non servono, possono resistere al massimo per 15 anni. È il caso di Taverna del Re a Giugliano, del sito di Villaricca appena chiuso, di Poggioreale, di Lo Uttaro.

Invece Pignataro Maggiore e Carniola?
È una follia, sono aree che si trovano in un bassopiano fertilissimo dove ogni ettaro arriva a costare dai 10 ai 30mila euro. Qui si allevano le bufale che producono la mozzarella esportata in tutto il mondo, i frutteti e le coltivazioni doc. Sono stato personalmente incaricato dai comuni del casertano per esprimere il mio parere, quando dal commissariato hanno capito che il gruppo di esperti era contrario hanno ridimensionato lo studio. Un atto gravissimo e per questo le amministrazioni hanno presentato anche una denuncia penale.

Allora l’unica soluzione attualmente resta Pianura?
Nemmeno per sogno. Proprio nel piano di Alessandro Pansa si escludono tutte le zone con un vulcanismo attivo. Contrada dei Pisani si trova nei Campi Flegrei, l’area del bradisismo. Il fatto che sia un pezzo di territorio già inquinato non autorizza a peggiorare la situazione. Come ho detto prima anche qui il sottosuolo è in movimento e causa la penetrazione del percolato in profondità. 

Ma ci saranno luoghi adatti in Campania?
Certo,ma non sono stati presi in considerazione. Pansa ha piazzato quattro proposte irrealizzabili dal punto di vista tecnicoscientifico.

Perché secondo lei?
Non lo so, posso avere delle idee. Credo che lamagistratura dovrà chiarire le motivazioni e gli errori politici. Dopo 14 anni di
emergenza ci sono delle responsabilità precise, qui si gioca con la salute dei cittadini. L’attuale emergenza mi sembra chiaro che è stata causata dalla mancata attuazione del decreto del 11 maggio poi trasformato in legge il 5 luglio. È rimasta in funzione a pieno ritmo solo il sito di Serre che il prossimo mese entrerà in saturazione, per il resto è stato un andare avanti a tentoni, sbagliando.

Francesca Pilla.
IL MANIFESTO 06/01/2008

Le risposte del professore, chiamato a numerose consulenze sul tema delle discariche commissariali, sono secche e precise. In Campania ci sono siti idonei ma i commissari, in 14 anni, li hanno sempre scartati, scegliendo sempre siti alternativi inidonei e dislocati in zone non adatte e ricevere rifiuti. Credo che si ritorni sempre al solito problema, non c’è la voglia di risolvere l’emergenza, perché per farlo basterebbe coinvolgere (preventivamente!!) gli esperti del settore, e nella nostra martoriata terra ce ne sono molti.

La violenza è più munnezza del sacchetto che puzza.A Pianura la protesta sporcata dalla guerriglia.

Non mi va di aggiungere la mia cronaca a quella che ormai si legge o si ascolta in televisione o sui giornali, la mia testimonianza vuole fermarsi a poche considerazioni.

Emergenza Rifiuti CampaniaLa protesta. Dalle mie parti (giuglianese) si è sversato per anni (e si sversa ancora) l’immondizia di tutta la Campania (oserei dire di tutta l’Italia, ma mi limito al poco!!). Chi ha vissuto i primi anni degli scarichi, molti anni prima dell’inizio dell’emergenza rifiuti, ricorda la compostezza con la quale la gente del posto accettava i camion maleodoranti carichi di rifiuti. Non una ma almeno sei discariche hanno sporcato e radicalmente cambiato l’orografia della zona, sono state riempite, senza logica e senza nessun criterio, le cave che cent’anni fa i nostri antenati hanno usato per estrarre pozzolana e tufo. Solo negli ultimi anni, quando ormai la pazienza del popolo giuglianese ha superato il limite-di-non-ritorno, sono comparse le prime, pacifiche, proteste. E pacifiche sono rimaste, anche quando negli ultimi giorni, esasperati dalle promesse mai mantenute dai commissari straordinari, le mamme e i figli di questa terra si sono ribellati con teatrale forza e veemenza.

Sono state organizzate feste e tammurriate davanti ai camion carichi di balle diretti a Taverna del Re, si sono uniti in cordoni per impedirne il passaggio, si sono stesi davanti alle ruote per bloccarne la corsa, ma hanno sempre limitato la protesta a pacifiche espressioni del libero pensiero. Quello che leggo ed ascolto nelle ultime ore, ha ormai distrutto questa immagine pacifica dei manifestanti. Quello che mi sconcerta, però, è che fin quando si protesta con dignità e civilità, si viene ascoltati da pochi, non ne parla nessuno né tantomeno il TG1. Quando a parlare è la violenza, invece, si viene sbattutti i prima pagina ed in primo piano su ogni giornale. È mai possibile che a farsi sentire è sempre la violenza?

Le promesse dei commissari. Proprio per risolvere la ormai annosa cattiva gestione da parte delle istituzioni fu commissariatà l’attività di raccolta dei rifiuti, come a dire: “chi dovrebbe non è in grado, allora ci pensiamo noi”, credo sia la sconfitta pù grave per un amministratore. Ma cosa hanno fatto i commissari? Hanno speso circa due miliardi di euro per fare quanto di peggio si poteva ipotizzare. Soldi del popolo italiano e del popolo europeo che ha cominciato a nutrire seri dubbi sulla nostra situazione. Soldi spesi inutilmente e promesse mai mantenute, a partire da Catenacci, che disse: “mai pù rifiuti nel giuglianese” e poi pensò di aprire una mega discarica a Villaricca e di lasciare aperta Taverna del Re, a finire a Pansa che ha promesso la chiusura del famoso sito di stoccaggio, mantenendola per soli tre giorni.

Mi fermo a ragionare e mi viene da pensare: “ma come può un commissario straordinario fare promesse?”. Quando c’è una situazione di emergenza come la nostra non si sa mai come evolve, quindi è ovvio che se si promette, prima o poi si deve spezzare la promessa fatta, non trovate? Ma chi proprio non capisco è il nostro “amato” governatore. Conosco da poco il mondo del lavoro ma ho già imparato che chi fallisce deve farsi da parte.

Il futuro. Sinceramente, da Ingegnere per l’Ambiente ed il Territorio, il futuro della mia terra lo vedo abbastanza nero, proprio come il colore dei sacchetti della spazzatura. Costruire quel termovalorizzatore ad Acerra non credo servirà a molto, sinceramente comincio a nuntrire anche qualche dubbio sul fatto che realmente verrà messo in funzione. Purtoppo il primo commissario ha fatto male i conti e le previsioni ed oggi ci ritroviamo a dover seguire un piano vecchio quanto la Befana (che tra l’alto stannotte si farà un bel giro di monnezza). Basterebbe fermarsi ed ascoltare la schiera di tecnici-intellettuali competenti e preparati (qui ve ne segnalo uno, per me il migliore. Qui il suo blog). Sono convinto che il problema si può risolvere nel migliore dei modi, basterebbe solo volerlo.

Concludo. Ho pensato di scrivere questo post perché stasera, in un attimo, ho letto, ascoltato e visto la mia terra bruciare. Leggevo l’articolo di Iacuelli, mentre su RTL102,5 Espedito Pistone parlava della violenza di Pianura e al TG1 si mostrava la polizia che sedava la violenza di quei pochi manifestanti che hanno sporcato la protesta. Tre cognizioni per una sola realtà: la violenza è pù munnezza del sacchetto che puzza.

Ma cosa mangiamo? In un servizio di Exit (programma di La7) si parla di "cibo avvelenato" in Campania.

Siamo famosi, anzi stra-famosi nel mondo, per quello che mettiamo ogni giorno sulla tavola. Verdure, mozzarella, formaggi, (ecc!!) e molti prodotti che sono una sintesi di queste prelibatezze, la pizza su tutti. Scoprire che il nostro cibo, invidiato da tutto il mondo, in realtà potrebbe essere molto velenoso mi fa venire un leggero brivido dietro la schiena.

Spesso si parla dell’emergenza rifiuti in Campania, dei comuli per strada e dei roghi che ne scaturiscono, ma quasi mai si sente parlare dell’emergenza nell’emergenza : i rifiuti pericolosi smaltiti nei terreni agricoli del casertano e della zona a nord di Napoli. Nel servizio di Exit, programma di La7 condotto da Ilaria d’Amico, si parla proprio di questo e di quanto la situazione sia davvero seria. Basti pensare che nei Regi Lagni, ingegnosa opera idraulica dell’epoca borbonica, vero gioiello ingegneristico che per anni è stato un punto di forza della nostra scuola infrastrutturale-idraulica, ormai ci vengono buttati rifiuti speciali, che andrebbero smaltiti in siti di sticcaggio specializzati e che se lasciati liberi nell’ambiente provocano danni incalcolabili. Senza considerare che nelle zone altamente inquinate, la falda acquifera è quasi superficiale (basta scavare un paio di metri) e questa stessa acqua (fortemente inquinata dagli inevitabili fenomeni di assorbimento) viene utilizzata in agricoltura per irrigare il mais o l’erba medica che gli animali da pascolo brucano.

Nelle acque e nei terreni sono stati ritrovati sia metalli pesanti, come il Cromo, l’Arsenico ed il Mercurio (tre trà i pù tossici) che derivati organici a base di cloro, come la diossina, il tricoloro-etilene ed il tetracloro-etilene. Un mix altamente pericoloso per l’agricoltura ed il pascolo, ma colpevolizzare gli agricoltori o gli allevatori è sbagliato. Chi coltiva la terra fa un mestiere faticoso e mai accetterebbe di buttare al macero il frutto di tanta fatica. Come al solito basterebbe controllare e vigilare, stare vicino alla gente insomma. Diverso è il discorso per i distributori, che spesso manomettono le etichette dei prodotti per falsarne la provenienza ed evitare spiacevoli inconvenienti.

Insomma, una realtà già vista e ri-vista, contro la quale si potrebbe e si deve fare di pù.

Guarda il video di Exit e dì la tua.

La Commissione Europea osserva i rifiuti campani. Forse nuove misure in vista?

”Seguiamo molto da vicino la situazione in Campania, e nei prossimi giorni valuteremo se prendere nuove decisioni e adottare nuove misure”, queste le parole della portavoce del commissario Ue all’ambiente, Stavros Dimas. Ricordiamo che proprio nel Giugno scorso è stata aperta una procedura di infrazione contro l’Italia perché non ha rispettato le indicazioni sul tema dello smaltimento dei rifiuti. Magari ci fosse qualcuno che seriamente dettasse un metodo per uscire da questa triste vicenda, invece ci manca solo la Commissione Europea a toglierci i soldi dalle tasche, perché è ovvio, chi ci rimettarà saremo noi cittadini.

La precedente procedura di infrazione è nata dalla scioccante reazione che i membri della commissione ebbero quando videro le immagini televisive della crisi campana (fortuna che certe cose le vedono solo dalla televisione). Una delle motivazioni era che “non si è fatto abbastanza per risolvere un problema che crea rischi di diffusione di malattie e di inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo e che dunque desta gravi preoccupazioni per la salute umana e per l’ambiente”. Come dargli torto.

Altro punto che ci rende molto, ma molto, perplessi è quello che fa riferimento agli impianti dove si dice che “gli impianti regionali per lo smaltimento dei rifiuti sono inadeguati, in palese violazione degli obblighi comunitari previsti nella direttiva quadro sui rifiuti”. Questa osservazione è nota a tutti dalle nostre parti, ma questi tanto famosi impianti inadeguati chi li ha progettati? chi li ha approvati? Chi li gestisce? Ma è mai possibile che devono arrivare da Bruxelles per dire certe cose? Il comunicato continua chiedendo all’Italia di “agire prontamente per adeguarsi e rimettere in efficienza gli impianti”. Questo punto ci preoccupa, è molto. Non siamo in grado di completare un impianto di Termovalorizzazione, come si può pretendere di adeguare gli impianti di trattamento dei rifiuti?

Sono passati sei mesi dal Giugno scorso e negli uffici della Cominutà Europea sono ancora in attesa di una risposta ufficiale del governo italiano e intanto, noi comuni cittadini, stiamo soffocando nel mare maleodorante dei sacchetti della spazzatura.

Milano come Londra? Dal nuovo anno in centro con l'Ecopass.

Fare qualcosa per l’ambiente non può che farci piacere. È il nostro obbiettivo e forse anche il nostro mestiere. Ma certi provvedimenti, da soli, non bastano. Lasciamo perdere i disservizi logistici e burocratici che ogni novità porta nel sistema amministrativo italiano, anche nella tanto precisa e elogiata Milano, (ci viene da pensare che il deterrente per gli automibilisti non è la tassa per entrare in centro quanto la difficoltà di procurarsi prima ed uilizzare poi il famoso talloncino blu). Il vero problema è che si parte sempre dalle cose pù facili, invece di creare soluzioni strutturali si risolve facendo pagare ai pù poveri una tassa definita ecologica.

Ecopass MilanoOvviamente non vogliamo sollevare una polemica sulla validità o meno del provvedimento, potrà sicuramente essere un deterrente per tutte le persone che hanno automobili Euro zero o, comunque, fortemente inquinanti ma sul fatto che quelle di ultima generazione non inquinino non ci metterei la mano sul fuoco. Inoltre, alla fine, anche chi ha un’auto inquinante, basta che paga la sua bella tassa e continua ad emmettere tutte le schifezze che di solito emette.

Che bello sarebbe stato se si fosse investito nei trasporti pubblici, nelle metropolitane, magari, e questo sarebbe stato davvero il top, si potevano intensificare le piste ciclabili. Invece, facciamo pagare chi non può permettersi un’auto di ultima generazione, facciamo pù bella figura.

Milano come Londra? Beh… forse quelche differenza nella cultura dell’ambiente c’è.

Irregolarità nella recente riapertura di Taverna del Re in un filmato su youtube.

Video che testimonia gli sversamenti abusivi a Taverna del Re.Abbiamo già discusso di Taverna del Re e delle promesse non mantenuto dal commissariato in questo post ma quello che abbiamo scoperto, grazie ad un articolo apparso su InterNapoli e grazie ad un manifestante fa ancora pù rabbia.

La riapertura del sito di stoccaggio di Taverna del Re è stata ordinata dal commissariato per l’emergenza dei rifiuti solo per dare respiro all’impainto di C.d.r. di Giugliano, vietando eventuali scarichi da altri impianti campani. Il commissario aveva il dovere e l’obblico di vigilare sulla provenienza dei Tir e consentire l’accesso solo agli automezzi provenienti da Giugliano ma così non è stato. A vigilare ci hanno pensato i manifestanti che, resisi conto della presenza di rifiuti provenienti da Acerra si sono fatti sentire con i numerosi poliziotti che vigilavano minacciosamente su di loro.

Non bastano le false promesse di Pansa, ormai ex commisario, ma a queste si sono aggiunte quelle del dirigente della polizia che aveva assicurato che i Tir provenienti da Acerra sarebbero stati scortati al commissariato e sarebbero stati multati. In realtà gli automezzi, dopo aver scaricato (abusivamente!!), hanno proseguito la propria marcia di ritorno verso Acerra senza subire nessuna sanzione.

Le riprese, pubblicate anche su InterNapoli (video1, video2), sono state realizzate da Salvatore Picascia (del presidio permanente di Taverna del Re – Amici di Beppe Grillo di Napoli) e si trovano su youtube.

Inoltre, voglio segnalare questo un interessante contributo di Antonio Menna scritto su InterNapoli sull’apertura del “sito di stoccaggio” a Pianura.

Energia dal sole con meno di un dollaro al Watt? Dalla California un pannello fotovoltaico a basso costo.

Pannello NanosolarOggi, produrre energia tramite pannelli solari ha un costo abbastanza elevato ma un’azienda californiana, la Nanosolar, ha affermato che presto lancerà sul mercato un pannello fotovoltaico che permette di produrre energia elettrica ad un terzo del costo di quello attuale: solo 99 centesimi di dollaro per produrre un watt di potenza elettrica. La notizia è stata ripostata dal Guardian che ha contattato l’azienda californiana la quale non ha svelato i dati tecnici dei pannelli solari che potrebbero rivoluzionare il mondo delle energie rinnovabili.

«I nostri primi pannelli solari verranno usati in una centrale di produzione elettrica in Germania – ha affermato Erik Oldekop, il manager della Nanosolar in Svizzera – il nostro obiettivo è quello di produrre pannelli da 99 centesimi a watt, paragonabile al prezzo dell’elettricità prodotta dal carbone». Per ora si prevede un utilizzo dei pannelli solo a livello industriale, «puntiamo a creare centrali solari da 10 MW – ha aggiunto Oldekop-. Si possono realizzare e mettere in funzione in un periodo di tempo compreso tra i sei e i nove mesi, rispetto ai 10 anni o pù necessari per le centrali a carbone e i 15 anni delle centrali nucleari. Il solare si può sviluppare in tempi molto rapidi».

Una curiosità: la Nonosolar appartiene ai colossi del web Yahoo e Google.

Il peggio ed il meglio del nostro paese nel 2007. Il Wwf pubblica la classifica del bene e del male dell'anno che sta per finire.

Incendi boschiviSul sito della famosa associazione ambientalista è stata pubblicata una interessante classifica che vede il peggio ed il meglio del 2007 che tra poche ore saluteremo, spero allegramente. Come è facile immaginare, ci sono molte cose davvero brutte, come i roghi estivi e l’emergenza rifiuti in Campania, ma per fortuna ci sono anche cose buone. L’intera classifica si trova qui, noi ne daremo una rapida scorsa.

Tra il peggio, nelle ultime posizione, c’è una notizia sul rapporto tra raccolta differenziata e studenti, in pratica solo uno studente su quattro la fa. Poco pù su troviamo la notizia che vede l’Italia all’ultimo posto sul tema della prevenzione dell’inquinamento. Sul podio, al terzo posto, troviamo la notizia che ha funestato la nostra estate: i roghi boschivi, 141.341 ettari andati in fumo. Al secondo posto c’è l’emergenza rifiuti campana, che ormai sta provocando un vero e proprio disastro ambientale di proporzioni allarmanti. La medaglia d’oro va alla notizia dell’anno sul tema delle ecomafie, la scoperta, in Abbruzzo, della discarica abusiva di rifiuti tossici pù grande d’Europa, dal sito si legge:

185.000 m³ (pari a 240.000 T) di sostanze tossiche sepolte abusivamente, fra cui: cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloro-etano, tricloro-etilene, tricloruro di benzene e metalli pesanti. Costo previsto per la bonifica : 58 milioni di euro.

Per quanto riguarda il meglio di quello che è accaduto nel 2007, all’ultimo posto della classifica del Wwf troviamo un premio per la nostra nazione che ha visto l’Italia come il “paese dell’anno” alla BioFach 2007, fiera internazionale del biologico. Sul podio si trova una interessante notizia che vede i piccoli comuni italiani pù attenti all’utilizzo dell’energie rinnovabili. Al secondo posto c’è la Bio-Edilizia introdotta da un decreto legge del governo. Al primo posto delle note liete si trova una notizia che riguarda il nostro sud, in Sicilia sono state istituite quattro nuovi parchi nazionali.

Ci sono anche miniclassifiche riguardanti il resto del mondo, che vi invitiamo a leggere. Un anno in chiaroscuro, insomma, anche se sembra che il chiaro sia meno visibile del colore scuro. Speriamo che il prossimo sia un anno migliore.

La Germania vuole i rifiuti napoletani. Questa notizia ci fa tristezza.

La richiesta tedesca non è malvagia: vogliono i  nostri rifiuti, molto umidi, per compensare la poca umidità dei loro. In pratica, la Germania costruirebbe un impianto di termovalorizzazione per bruciare i rifiuti napoletani, mescolati ai loro, a patto che sia garantita una fornitura di almeno 15 anni. Il tutto al modico prezzo di 200 euro a tonnellata.

TermovalorizzatoreLa tristezza, se non indignazione, nasce non dalla presunta arroganza tedesca, come molti quotidiani nazionali hanno riportato, ma dalla pochezza amministrativa della nostra terra. In un attimo i tedeschi potrebbero risolvere il nostro problema ed il loro, mentre da quindici anni la regione Campania, colpevolmente, non ha saputo che fare ogni anno peggio.

Molti si sono indignati anche perché la Germania ha chiesto 200 euro per produrre energia dai nostri rifiuti, energia che venderà. Ma alla fine, fatti due conti ci si accorge che noi, per avere un servizio molto scadente (anzi un non servizio) paghiamo molto di pù. Infatti, considerando una tariffa media di 2,50 euro, per un’abitazione di 100mq si ha che, all’anno, paghiamo almeno 250 euro. Una famiglia di tre persone può produrre, in un anno, 1 tonnellata di rifiuti, il che significa che paghiamo 250 euro per una tonnellata, contro le 200 euro chieste dalla Germania (tutto compreso). Insomma, a conti fatti molto meglio il trattamento tedesco.

L’indignazione, come già detto, deve nascere non dalla presunta arroganza dei nostri vicini tedeschi, ma dalla reale incapacità degli amministratori della nostra Regione.

Un cavo dell'alta tensione si rompe e ad Ischia è disastro ambientale.

Lacco AmenoLa notizia l’avevamo letta qualche mese fa, ma mai avremmo pensato che potesse avere tali conseguenze. L’articolo di Alessandro Iacuelli, apparso su altrenotizie.org, ha messo in luce una situazione davvero preccupante. Per chi non l’avesse letto vi rimando all’articolo. In sintesi, nel mese di Luglio una nave sconosciuta ha arpionato un cavo dell’alta tensione rompendolo generando la fuoriuscita di olio contenente Pcb.  Sappiamo benissimo che negli impianti idraulici le perdite sono facilmente individuabili, basta registrare un forte abbassamento di pressione, solo che in questo tipo di impianti si punta a salvaguardare la tenuta del cavo piuttosto che dell’ambiente marino, ed invece di interrompere il flusso di olio si agusce in maniera completamente opposta: si pompa pù olio. Ciò ha portato alla fiuriuscita di 52 tonnellate di olio contenente Pcb compromettendo l’ambiente marino della zona protetta di “Regno di Nettuno”.

Dall’articolo di Iacuelli si legge anche di palesi irregolarita, da parte dell’Enel, che quando ha posato i cavi sul fondale marino (1992) era in vigore la legge dell’88 che vietava l’utilizzo di impianti contenenti Pcb. Inoltre, all’Enel non fu mai rilasciata la concessione per l’utilizzo del fondale marino che è di proprietà del demanio.

La presenza di Pcb nei fondali e sulle spiaggie dell’isola verde non è una cosa da sottovalutare, vista l’intensa attività balneare di Ischia e non ci si spiega come il comune non abbia pensano a nessuna attività di divieto e di bonifica delle spiaggie interessate.

Insomma, come al solito capita dalle nostre parti, tutto quello che non dovrebbe succere finisce per manifestarsi e questo sempre per una serie di irregolarità e di connivenze che vengono fuori solo quando il danno è fatto e senza che nessuno dei colpevoli paghi. Come fa una nave a passare inosservata se ogni scafo deve segnalare la propria rotta alla capitaneria di porto? Come può l’Enel non rispettare le leggi e agire senza concessioni senza che nessuno se ne accorga? Come si può gestire una rete di cavi in una zona protetta avendo come unico obbiettivo la salvaguardi dell’impianto fregandosene apertamente dell’ambiente?

Prorogate dalla giunta regionale le agevolazioni per l'anno 2008 per gli studenti campani.

La Giunta Regionale della Campania – su proposta degli Assessori all’Università e Ricerca scientifica Teresa Armato, ai Trasporti Ennio Cascetta, e all’Istruzione Corrado Gabriele – ha approvato la delibera con cui vengono stanziati i fondi per la concessione delle agevolazioni tariffarie agli studenti campani per  l’abbonamento mensile ai mezzi del trasporto pubblico locale.Il provvedimento dà continuità al Protocollo d’intesa siglato tra l’Assessorato regionale ai Trasporti ed il Consorzio UnicoCampania per la promozione della mobilità giovanile a garanzia del diritto allo studio. La somma stanziata è pari ad € 2.800.000.I criteri adottati per la concessione delle agevolazioni sono i seguenti:

  • sconto del 35 per cento per studenti appartenenti a famiglie con reddito inferiore a € 20.000 annui;
  • sconto del 25 per cento per studenti appartenenti a famiglie con reddito compreso tra € 20 e 30 mila annui;
  • sconto del 15 per cento per studenti appartenenti a famiglie con reddito compreso tra € 30 e 50 mila annui.

Tutti gli aventi diritto alle agevolazioni devono rivolgersi direttamente al Consorzio UnicoCampania.  Per il ritiro dell’abbonamento, gli interessati residenti a Napoli dovranno indicare la sede dove intendono recarsi: presso le Municipalità di appartenenza, o in uno qualsiasi degli infopoint allestiti in una delle seguenti stazioni della metropolitana: Mostra, Cavalleggeri, Piazza Garibaldi, Montesanto e Vanvitelli.

Per gli studenti non residenti nel Comune di Napoli, invece, sarà cura del Consorzio UnicoCampania comunicare, telefonicamente o via email, all’avente diritto il punto vendita pù agevolmente raggiungibile dalla propria residenza.

“La priorità del 2008 – sottolinea l’Assessore all’Università Teresa Armato – è il welfare studentesco. Per questo obiettivo, ho messo a disposizione parte dei fondi necessari a confermare le tariffe agevolate anche per il prossimo anno”. “Anche attraverso queste decisioni – aggiunge l’Assessore all’Istruzione Corrado Gabriele – perseguiamo in Campania l’obiettivo del pieno esercizio del diritto allo studio, che resta la condizione essenziale per la crescita delle giovani generazioni”. “Ringrazio i colleghi Armato e Gabriele per la sensibilità mostrata – conclude l’Assessore ai Trasporti Ennio Cascetta – che consente, pur nelle ristrettezze del bilancio regionale, di mantenere la nostra politica di promozione dell’uso del trasporto pubblico locale tra gli studenti, anche al fine di combattere una cultura della mobilità basata solo sull’uso dei mezzi individuali. Mi auguro che anche per gli anni a venire, infine, ci siano le condizioni per poter confermare tali interventi.”

Comunicato Stampa (su segnalazione AS.S.I.).