InAmbienTe si rifà il trucco: presto on line una nuova versione del portale degli studenti di ingegneria.

Alcuni di voi mi hanno contattato chiedendomi come mai i sito non fosse pù aggiornato, la risposta è semplice: sto rifacendo il trucco al nostro portale.

Mi sono reso conto che qualcosa non andava ed ho provveduto a riformare la grafica ed il layout della home page: un solo contenuto in primo piano, massimo risalto al forum ed agli appunti e funzionalità pù immediate. Insomma, un sito pù essenziale e pù vicino allo scopo iniziale: formare ed informare liberamente.

Intanto il forum e l’area appunti sono ancora vivi e vegeti, chi ha problemi o richieste da fare non esiti. Ci vediamo presto.

Enel Digital Contest, un concorso web nel rispetto dell’ambiente.

LogoIl futuro dell’energia: è questo il tema della nuova edizione di «Enel Digital Contest», il concorso web per giovani videomaker promosso da Enel e dall’Associazione Amici del Future Film Festival. La scadenza per l’iscrizione è fissata per il 31 ottobre, mentre quella per la consegna delle opere per il 31 dicembre. Informazioni e bando di concorso sono disponibili all’indirizzo www.enel.it/digitalcontest.

I concorrenti della quarta edizione del premio, saranno invitati a una riflessione, seria, ironica o fantascientifica, su quello che succederà in un futuro prossimo o lontanissimo, alla ricerca del rispetto dell’ambiente e di un’energia sostenibile. Novità di rilievo di quest’anno sarà l’ampliamento del concorso, il cui contesto diventerà, per la prima volta internazionale. «Allargare Enel Digital Contest a un ambito internazionale – ha sottolineato Gianluca Comin, Direttore Relazioni Esterne di Enel – è il naturale sviluppo di un premio ormai così conosciuto e apprezzato nel nostro paese; questa innovazione peraltro è in linea con l’identità di Enel: un’azienda che punta sempre di pù sull’espansione all’estero per diventare una grande multinazionale nel settore dell’energia».

Consolidata nelle precedenti edizioni, la formula del concorso manterrà le sue caratteristiche peculiari, presentando due giurie differenti che premieranno la creatività del giovane cinema italiano e internazionale con nuovi e pù numerosi riconoscimenti: una Giuria on line (composta dai navigatori della Rete) premierà le due opere maggiormente votate sul sito Internet dell’iniziativa, mentre una Giuria di esperti del mondo del cinema e della comunicazione assegnerà tre premi (Premio per la migliore regia, Premio per la migliore idea creativa, Premio per il miglior montaggio).

fonte: www.lastampa.it

"Le Calorie S.p.a." l'uso razionale del rifiuto. Dalla monnezza all'"acido levulinico" il passo è breve.

Non ci troviamo nella civile terra Svedese o Norvegese, oppure in qualche supertecnologia città del Giappone, ma ci troviamo a Caserta e, precisamente, nella zona A.s.i. della provincia campana, dove in un’area di 50.000 mq si trasforma il rifiuto in risorsa.

È doveroso fare una piccola introduzione sugli usi e le caratteristiche chimiche dell’Acido Levulinico, prima di entrare nel merito dell’iniziativa dell’azienda casertana.

L’acido Levulinico. Il suo uso, limitato per gli alti costi di produzione (costi ridotti dal brevetto utilizzato da Le Calorie), può avere molteplici aspetti essendo un valido intermedio chimico. Infatti, può essere facilmemente convertito in diversi prodotti molto utilili nell’industria chimica moderna (solventi, pesticidi, erbicidi, resine polimeriche, prodotti farmaceutici e additivi per le benzine). È il pù semplice acido γ-cheto-carbossilico e viene, tradizionalmente, prodotto tramite il riscaldamento di zucchedo e di acido inorganico. Difatti, il suo nome deriva dall’osservazione che esso si forma pù facilmente dalle molecole di levulosio, rispetto alle molecole di destrosio..

Acido Levulinico

Formula dell’acido levulinico

L’acido levulinico, contenendo una funzione carbossilica ed una funzione chetonica, è una molecola altamente polare. Un’altra indicazione della sua natura altamente polare è il suo elevato punto di ebollizione (245 °C). L’acido levulinico ha le tipiche reazioni sia del gruppo chetonico sia del gruppo carbossilico, oppure reazioni in cui si combinano entrambi gli effetti di questi due siti d’azione. Queste caratteristiche, quindi, rendono l’acido levulinico un’ottima nonché interessantissima piattaforma chimica da cui partire per ottenere ulteriori composti chimici.

Le proprietà dell’acido levulinico dipendono in grande misura dalla sua purezza. Il prodotto raffinato ha una temperatura di fusione di 37 °C. L’acido levulinico è un acido grasso a basso peso molecolare, contenente un radicale carbonile; di conseguenza, è completamente o parzialmente compatibile con gli idrocarburi alifatici, con solventi come acqua, alcool, chetoni, aldeidi, acidi organici, esteri, eteri, idrocarburi aromatici. Il gruppo carbossilico dell’acido levulinico reagisce normalmente con alcoli per formare esteri (se ne formano oltre 75) le cui proprietà dipendono dall’alcool da cui derivano.

I composti chimici ottenibili dall’acido levulinico sono molteplici e collocabili in diverse nicchie di mercato. Tra questi, quelli di sicuro interesse sono gli esteri dell’acido levulinico, l’acido difenolico (DPA), l’acido-δ-ammino levulinico (DALA), l’acido succinico (SA), il metiltetraidrofurano (MTHF).

Le Calorie. L’azienda ha brevettato un processo per la produzione dell’acido levulinico, utilizzando scarti di origine organica e di matrice cellulosa (fanghi di cartiera, vinaccia esausta, cruschello e trucioli di legno). Ciò con un duplice vantaggio: convertire rifiuti in prodotti riutilizzabili e ridurre i costi per la produzione dell’acido. Il brevetto, realizzato in collaborazione con “NYSERDA” (New York State Energy Research and Development Authority) e con DOE, US Department of Energy, ha ricevuto nel 1999 la Presidential Green Chemestry Challenge Award, uno tra i pù prestigiosi riconoscimenti in campo ambientale.

Il processo. Per la produzione dell’acido si prevede una reazione di idrolisi chimica che, dalla cellulosa porta alla produzione di acido levulinico, acido formico ed acqua:

Cellulosa = acido levulinico + acido formico + acqua

La novità del brevetto consiste in una disposizione impiantistica in continuo che prevede le seguenti fasi:

  • Preparazione della materia prima;

  • Miscelazione e reazione: aggiunta di acqua ed acido solforico, tale miscela viene inviata in due reattori d’idrolisi montati in serie;

  • Rimozione dei solidi e recupero dell’acido levulinico: tramite dei decantatori, dei filtri e degli evaporatori, l’idrolizzato viene separato in una corrente di solido organico (inviato ad un impianto di gassificazione per la produzione di energia elettrica) ed in una corrente di acido levulinico;

  • Esterificazione: tramite l’aggiunta di alcool etilico si ha una reazione di esterificazione che produce etil-levulinato, acqua ed etanolo non reagito, dato in eccesso per garantire la completa conversione dell’acido levulinico.

  • Distillazione: La miscela è successivamente sottoposta ad una distillazione, sempre con sistema batch, per separare l’etil-levulinato dall’etanolo non reagito e dall’acqua.

Oltre alla produzione dell’acido levulinico, Le Calorie S.p.a. ha anche una linea di produzione di mattonelle da vetro di recupero, sempre nella filosofia del recupero di scarti di produzione.

Ecco alcune immagini dell’impianto. Per maggiori informazioni: www.lecalorie.net

RICOMINCIAMO: ecco un interessante spunto sulle acque reflue ed il loro uso in agricoltura.

Io ci provo. Ricominciare è sempre un po’ difficile, soprattutto quando il riposo è stato pù stressante del lavoro, ma alla fine è sempre così. Provo a riprendere facendo la cosa pù semplice possibile: vi segnalo un articolo che ho letto e che reputo interessante, anche se poco innovativo.

Vi riporto un piccolo stralcio e vi rimando all’articolo completo.

Le acque reflue opportunamente trattate sono paragonabili ad una sorgente inesauribile di risorsa idrica; dove c’è un consumo c’è anche la produzione di acqua adeguata a particolari utilizzi. La provincia di Lecce si stima produca circa 480.000 m3/giorno di acque reflue che ad un tasso di 5.000 m3/ha/anno, potrebbero irrigare circa 3.500 ettari. Negli impianti del Consorzio di Bonifica di Lecce duemila agricoltori in 33 impianti di irrigazione irrigano 1.200 ettari l’anno con un consumo annuo di Un milione e ottocentomila metri cubi. La sola acqua dei reflui soddisferebbe l’intero fabbisogno dell’irrigazione collettiva del Salento e potrebbe essere usata per irrigare ettari di privati ed enti pubblici!

La maggior parte del consumo di acqua si concentra nel settore agricolo (73,5% delle disponibilità). Il 23% viene utilizzato dell’industria e dal settore energetico e solo il 3,5% è destinato a usi domestici. In agricoltura, nonostante l’alto consumo, l’acqua produce meno del 5% del prodotto interno lordo del Salento. Negli anni trascorsi i progetti orientati a creare un’offerta d’acqua sono stati la risposta pù ovvia ai bisogni idrici cercando di anticipare l’incremento della domanda. Negli ultimi anni però, si sono riscontrati forti ostacoli. L’idea di aumentare l’offerta per far fronte all’incremento della domanda non è pù considerata una soluzione, soprattutto per l’aumento vertiginoso dei costi di costruzione e per la diminuita efficienza di trasformazione nel settore agricolo, (diminuzione del prezzo dei prodotti agricoli) ma anche per via degli aspetti ambientali e sociali e per l’uso inefficiente che se ne fa.

fonte: http://www.lecceprima.it/

VIAGGIO NELLE CONNIVENZE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA. Numeri falsati, analisi fasulle e rifiuti speciali.

Pressa della plasticaHo sempre creduto che diventando un Ingegnere per l’Ambiente ed il Territorio avrei potuto fare qualcosa per la mia terra martoriata, forse lo credo ancora ma nel profondo della mia coscienza so che questa mia sensazione è solo una vana speranza. E vi spiego perché.

Ho un conoscente, che chiamerò Nicola (un nome di fantasia), che lavora come ispettore per un consorzio che si occupa riciclo dei materiali plastici. Il suo lavoro consiste nell’andare presso i centri di selezione delle plastiche e di controllare che tutti i processi seguano le specifiche dettate dalla normativa. Prima di andare avanti con il discorso, voglio fare una breve premessa per introdurvi meglio nel mondo del riciclo delle plastiche.

Premessa. Il ciclo gestito dal consorzio, in generale, ha varie tappe. Il primo step è raccolta differenziata presso i comuni, che può essere monomateriale o multimateriale, in seguito i rifiuti differenziati si depositano presso gli impianti di preselezione e pressatura e da questi agli impianti di selezione e smistamento. Il tutto è gestito indirettamente dal consorzio, che sfrutta tutta una rete di impianti presenti sul territorio nazionale, il quale, per monitorare le varie fasi, invia degli ispettori che operano una serie di controlli per verificare sia le quantità che le qualità dei materiali. Nicola è uno di questi.

L’ispettore. Dal punto di vista pratico Nicola, che lavora presso l’impianto di selezione e smistamento, deve operare i vari controlli. Di solito, il primo controllo consiste nel prendere nota del peso dei camion all’entrata e del peso degli stessi all’uscita in modo da conoscere il peso esatto del materiale scaricato, successivamente deve fare un’analisi merceologica delle balle di pressato che arrivano e questo per due motivi: sia perché bisogna verificare l’effettiva consistenza delle plastiche, sia per suddividere le stesse a seconda delle loro caratteristiche (materiale, colore, forma, tipologia, ecc.), questo perché a seconda del metriale si hanno diversi prezzi. Infatti, il materiale che arriva agli impianti è di proprietà del consorzio (che è un ente pubblico) il quale ha interesse a verificarne l’effettiva consistenza per poterne valutare il reale valore. Fin qui non c’è nulla di strano, anzi direi che il tutto è funzionale e, per uno come me che queste cose le ha studiate, anche interessante. Ma, come era facile immaginare, non è proprio così semplice.

La connivenza. Vi dico immediatamente che Nicola non lavora pù presso il consorzio e forse qualcuno di voi ha già capito il perché. Il ruolo dell’ispettore è molto importante, infatti è dai suoi verbali che prendono forma i numeri ed è grazie alla sua volontà di fare bene o male che un carico passa i controlli o meno, quindi immaginate a quali pressioni è soggetto ogni giorno. “Il lavoro è buono – mi ha detto – la paga è buona, anzi se sei connivente riesci anche ad arrotondare”, ed è proprio quella connivenza che a Nicola non è andata gù. In pratica, una delle principali richieste è quella di falsare i numeri. Volendo fare un esempio, se all’impianto arrivano balle pressate con un contenuto di plastica di 1.000 kg, gli viene chiesto di certificarne 800 kg, in modo che chi gestisce l’impianto ha, effettivamente, rubato 200 kg di materiale riciclabile al consorzio, solo che questo Nicola non lo ha mai voluto fare. Inoltre, gli viene chiesto di certificare che materiale ottimo per il riciclo, sia invece scarto da smaltire, in modo da sottrarre ulteriori guadagli al consorzio.

I rifiuti speciali. “Il problema – ha continuato Nicola – non è solo quello dei numeri e dei controlli falsati, ma anche di strani processi di smaltimento di rifiuti speciali”, e su questo mi sono davvero preoccupato. In pratica, mi ha spiegato Nicola, che alcune aziende del Nord inviano ad alcuni impianti del sud i loro rifiuti speciali (come l’amianto) i quali vengono mischiati con le plastiche e, in seguito, sminuzzati. I pellets che si producono vengono poi inviati agli impianti di riutilizzo con evidenti conseguenze sia su coloro che lavorano in questi impianti sia di tutto il ciclo che viene a valle del riutilizzo. Un vero disastro sanitario. Credetemi c’è davvero da preoccuparsi.

Sogni da incosciente. Tramite alcuni amici, ho saputo che dalle nostre parti c’è un’azienda che ha basato la sua produzione escusivamente sulla plastica riciclata e che si trova in difficoltà perché non riesce a procurarsi la materia prima. Da buon sognatore avevo pensato di attivare una sorta di riciclo di bottiglie di plastica sullo stile dei vestiti usati: i volantini fuori ai cancelli, il recupero delle buste con le bottiglie, ed il rimborso dei cittadini pù efficienti. Ma la risposta di Nicola mi ha ancora una volta gelato l’entusiasmo. “Ti chiudono subito se fai una cosa del genere, gli togli il lavoro e chi lavora in questo mondo non va molto per il sottile”. Sogno bruciato, entusiasmo andato a male, voglia di partire e andare via… tanta.

Articolo pubblicato su www.internapoli.it

QUALIANO: BRUCIANO RIFIUTI NELLA PIAZZOLA DEL MERCATINO. L'intervento del vice-sindaco De Luca ha scongiurato il peggio.

Sono le 17.00 quando avvistiamo una grossa colonna di fumo nelle vicinanze del cimitero di Qualiano, ci precipitiamo sul posto e notiamo che il cumulo di immondizia che staziona da qualche giorno a ridosso del muro di cinta della piazzola dove ogni mercoledì si tiene il mercatino rionale di Qualiano è stato dato alle fiamme. L’incendio lambisce la ringhiera di metallo e minaccia i quattro cassonetti colmi di spazzatura e il piccolo casotto che ospita i servizi igienici della struttura. Sul posto c’è Ludovico De Luca, vice-sindaco ed assessore alla cultura del comune di Qualiano che si trovava a passare per caso, “non appena ho visto le fiamme ho chiamato i vigili del fuoco – ci ha detto – dobbiamo evitare che l’incendio si propaghi ai cassonetti altrimenti a bruciare sarà anche la struttura dei servizi igienici”.

De Luca mentre versa acqua sull'incendio.L'incendio lambisce la struttura.

Cerca la collaborazione dei residenti, cerca qualcuno che gli presta un secchio, ma alla prima richiesta secca è la risposta di un cittadino: “io non ti do’ un bel niente, devono arrivare i vigili del fuoco ed i carabinieri!”. Solo dopo l’insistenza del vice-sindaco finalmente esce fuori un secchio colmo d’acqua, che egli stesso svuota sull’incendio. Il primo lancio fa esplodere il tubo catodico di una televisione che per poco non ferisce De Luca, al quale si uniscono alcuni cittadini e, secchiata dopo secchiata riescono a scongiurare il peggio (guarda il filmato). “Questa è una cosa che non consiglio di fare alla popolazione – dice il vice-sindaco -, c’è il rischio di farsi male, ma era importante salvare i cassonetti della spazzatura e, soprattuto, la struttura del comune adibita al mercatino.”

Dopo qualche minuto arrivano i vigili del fuoco che domano l’incendio e mettono in sicurezza la struttura. Grazie all’intervento dei residenti e alla caparbietà del vice-sindaco, la struttura del mercatino non ha subito danni. Resta comunque grave la situazione di stallo della raccolta dei rifiuti a Qualiano, la popolazione è esasperata ma bruciare l’immondizia per strada è un vero danno e non risolve nulla.

Articolo pubblicato su InterNapoli.it

FESTAMBIENTE: Dal 9 al 18 agosto ritorna il festival internazionale di ecologia e solidarietà promosso da Legambiente. Tanta musica, dibattiti, mostre e soprattutto ambiente, il tutto nella splendida cornice del Parco naturale della Maremma.

Numeri da record, ospiti d’eccezione, politici, ambientalisti e uomini di scienza, artisti di livello internazionale. 120mila le presenze previste. Dal 9 al 18 agosto 2007 a Rispescia (Gr) nello splendido scenario del Parco della Maremma, sarà di nuovo Festambiente. Per dieci giorni su oltre 20mila metri quadrati si realizzerà la pù grande agorà dell’ambiente e della politica con pù di 130stand espositivi, 150 tra volontari e collaboratori coinvolti, circa 400 enti patrocinatori, oltre 100 associazioni presenti alla festa in rappresentanza della società civile e del terzo settore, oltre 120 relatori ai dibattiti e 20 ricette servite ogni giorno al ristorante vegetariano pù grande d’Italia. Un festival all’insegna della sostenibilità per invertire il trend dei cambiamenti climatici: anche quest’anno la manifestazione è “carbon neutral” dato che le 238 tonnellate di anidride carbonica prodotte durante i dieci giorni del Festival, saranno neutralizzate attraverso l’adesione alla campagna nazionale “Azzero CO2” mediante l’acquisto di alberi per un intervento di riforestazione di un’area in Uganda.

Una immagine delle precedenti edizioni.

[…] “Festambiente anche quest’anno si presenta come la kermesse ecologista pù importante nel panorama nazionale – ha commentato Angelo Gentili, coordinatore nazionale di Festambiente — per il diciannovesimo anno consecutivo, Festambiente si fa agorà per l’ambiente, la legalità e la solidarietà, un lungo viaggio per un mondo migliore e sostenibile. E quest’anno il Festival internazionale di Legambiente sarà incentrato sul tema dei cambiamenti climatici e della febbre del Pianeta, e molti saranno gli input che gli artisti e i politici daranno su questo argomento. Se è vero che per frenare il surriscaldamento del pianeta servono politiche globali, è altrettanto vero che dalle azioni del singolo possono partire contributi importanti. Per questo ogni giorno verranno date informazioni sul risparmio energetico, sulle energie rinnovabili, e sui consumi sostenibili, ma soprattutto la novità di quest’anno sarà rappresentata dalla presenza di maxi schermi sul palco concerti, dove ogni sera sarà proiettato un video, sui cambiamenti climatici.

Come tradizione di Festambiente, – ha concluso Gentili – la discussione politica, si fonderà con la musica di qualità, con l’enogastronomia tipica e biologica, con la valorizzazione e la sensibilizzazione delle fonti rinnovabili e per 10 giorni la Maremma diventerà la capitale dell’ambientalismo, della politica, della
solidarietà e dell’impegno civile.”

Un cartellone quello di Festambiente che varia dalla politica alla musica, dal teatro all’arte di strada, dal cinema ai documentari, dalle mostre agli appuntamenti enogastronici. Dal 9 agosto, Grosseto sarà la capitale della discussione politica ed ambientale dell’estate italiana. Molti dibattiti saranno dedicati ai cambiamenti climatici e al surriscaldamento del pianeta con le soluzioni energetiche appropriate, al paesaggio e al turismo di qualità su cui si confronteranno politici locali e nazionali, insieme a esperti e giornalisti . Ampio spazio verrà dato anche ad altre tematiche quali l’agricoltura sociale e sostenibile, le biodiversità, l’economia, le energie alternative .

Per maggiori informazioni: http://www.festambiente.it/

DOMENICO IANNACONE, REPORTER DI RAI TRE, INCONTRA INTERNAPOLI E LEGAMBIENTE. Martedì prossimo, nel corso di “W l’Italia Diretta” sarà trasmesso un servizio sull’approssimato ciclo dei rifiuti campano.

Il reporter in azioneFarsi un giro per la mondezza non è una bella esperienza, soprattutto se fatto d’estate, con un sole cocente sulla testa e con la polvere che ti attanaglia. Domenico Iannacone, giornalista di Rai Tre, questo deve averlo intuito ed ha pensato di realizzare un servizio sulla pessima gestione del ciclo dei rifiuti in Campania scegliendo il periodo “pù caldo”, servizio che verrà trasmesso all’interno della puntata di “W l’Italia Diretta” Martedì prossimo su Rai Tre alle ore 21:05.

Per realizzare il reportage, Iannacone ha prima contattato Alessandro Iacuelli, uno dei massimi esperti in tema di rifiuti, poi si è messo in contatto con la redazione di InterNapoli e con Raffaele Del Giudice di Legambiente.

Il giro fatto dalla troupe della rai, composta da un cameraman, un microfonista ed il giornalista molisano, accompagnata da Alessandro Iacuelli, Raffaele del Giudice e con il supporto logistico della redazione di InterNapoli, non poteva non iniziare dal luogo simbolo della inefficienza e della inadeguatezza del ciclo dei rifiuti: la discarica fuori terra di Taverna del Re, erroneamente definita area di stoccaggio. Una superficie indefinita di rifiuti accatastati da anni, che attendono di essere smaltiti (bruciati) negli impianti di termovalorizzazione e che ogni giorno cresce divorando terreno fertile e lasciando i contadini senza futuro. Appena arrivati all’impianto ci hanno subito colpiti alcuni camion: all’apparenza sembrano trasportare birra, ma il loro vero carico sono eco-balle, un ennesimo metodo fuorviante per la popolazione.
Le condizioni lavorative all’interno dell’impianto sono davvero fuori ogni civile regola. Non ci sono servizi igienici a sufficienza, non ci sono mense e nemmeno docce. La polvere entra dappertutto e, unita ai miasmi proveniente da quelle che dovrebbero essere eco-balle, non lascia respirare nessuno. Chi lavora a Taverna del Re, lavora all’inferno.

Dalla valle delle piramidi di rifiuti si è poi passati, in una sorta di viaggio a ritroso, all’impianto di Cdr di Giugliano, dove una colonna di camion della nettezza urbana pù o meno a norma attendevano di depositare il loro carico puzzolente. Ascoltare gli autisti degli automezzi, in attesa anche per una intera giornata per poter solo scaricare il loro carico di rifiuti è stato davvero triste. Non hanno nulla, né un bagno, né una sedia all’ombra per sedersi e mentre cercano riparo sul bordi del marciapiede, dai camion gocciola e ruscella il percolato.

Alla fine della giornata, dopo ore di giri e corse nella polvere, Del Giudice, avvisato da un suo informatore, ci porta in una stradina nelle vicinanze della zona Asi dove sono state appena scaricate delle balle di stracci che serviranno, di lì a poco, a bruciare qualche strana sostanza tossica che le aziende del nord “smaltiscono” nelle nostre terre. Colonne di fumo nero e denso si leveranno nel cielo come ogni notte.

Il giro finisce nella redazione di InterNapoli. Si stampa qualche notizia interessante, si guardano i filmati degli incendi ripresi dalla redazione e si beve un bicchiere d’acqua seduti al fresco. Iannacone sembra soddisfatto, soprattutto di come Del Giudice sia stato capace di descrivere la situazione paradossale nella quale la nostra terra si trova. Il giro continuerà nelle zone di Pomigliano, Marigliano ed Acerra, ad accompagnarlo ci sarà la sua troupe e ci sarà Alessandro Iacuelli.

Martedì prossimo vedrete il risultato di tanti anni di emergenza. Vi consiglio vivamente di non perdervi “W l’Italia Diretta” alle 21:05 su Rai Tre.

Camion che all'apparenza trasporta birra.Del Gioudice, Iannacone e Iacuelli presso le sedi di InterNapoli ed InAmbienTe.

BUONE VACANZE: il deserto dopo l'incendio.

Sono stato tre giorni fuori, a casa di amici, cercando di staccare la spina da tutta la puzza di schifezze incendiate che mi attanaglia l’olfatto giorno e notte. Quello che ho visto mi ha fatto sprofondare ancora di pù in un baratro infernale, anzi “post-infernale”. Se mai l’infermo dovesse spegnersi assomiglierebbe ad un bosco dopo un incendio. La desolazione e la nullità che pavoneggiano sul terreno ormai arido sono l’unica presenza viva che si nota. Gli alberi sono come statue annerite dallo smog, catramate dai miasmi della città. La natura ha abbandonato la sua terra per lasciare il posto al deserto.

No, non sto parlando del Gargano, ma della statale che da isernia porta a Vasto o a Termoli o a San Salvo… C’ero passato l’anno scorso ed il verde era quello tipico dell’appennino, rado, a volte fitto, ma vivo e presente. Ora ho visto solo corteggie fumanti e foglie bruciacchiate. Credetemi non è rimasto nulla, ma per chilometri, tanti chilometri.

Pochi sanno i reali effetti di un incendio boschivo, vi riassumo qualche interessante spunto e vi rimando ad una lettura altrettanto interessante. 

Pressione selettiva. Quando il fuoco lambisce la vegetazione, aggredisce le specie meno resistenti alla combustione lasciando sopravvivere le specie pù resistenti. Questo comporta una graduale selettività della flora favorendo il proliferare delle specie “pirotolleranti”.

Effetti sulla fauna. Per la fauna superiore, di norma non si hanno grossi effetti negativi, visto che questi animali hanno una grande mobilità (si pensi agli uccelli). Per la fauna inferiore, invece, si hanno i maggiori danni. Infatti, per questi animali, principalmente invertebrati che colonizzano in lettiere, si ha una drastica riduzione per effetto dell’incendio che avanzando li uccide inesorabilmente.

Effetti delle ceneri. In seguito al deposito delle ceneri, il terreno acquista una caratteristica idrorepellente, ciò facilita il ruscellamento dell’acqua verso valle e l’azione erosiva. Questo deflusso dell’acqua, accompagnato dall’azione erosiva comporta un dilavamento dei nutrienti che si trovano nello strato superficiale del terreno

Effetti sulla crescita degli alberi sopravvissuti. Questo tipo di analisi è ancora tuttora oggetto di studio, ma si può sempre nitare un’anomalia della crescita in seguito ad un incendio.

Per chi volesse approfondire vi rimando a questo intessante articolo.

FORECHEM: L'università de L'Aquila ha messo a punto una "Previsione Sperimentale della Qualità dell'Aria".

PM10L’università de L’Aquila ha messo a punto un sistema di previsione della qualità dell’aria che sembra stia dando ottimi risultati. Il sistema permette di avere le previsioni di andamento delle principali sostanza che inquinano l’atmosfera, in particolare per: PM10, Pm25, Ozono, Biossido di Azoto, Anidride Carbonica, Biossido di Zolfo.

Vi riportiamo un estratto della procedura recuperato da FORECHEM:

Il nostro sistema di previsione della qualità dell’aria regionale si basa su due elementi principali: un modello meteorologico alla mesoscala (PennState/NCAR MM5 model) e un modello di chimica e trasporto regionale (CHIMERE model).

Il modello MM5 viene sviluppato in collaborazione tra la Pennsylvania State University e il National Center for Atmospheric Research (USA) ed è distribuito gratuitamente. Il modello meteorologico fornisce i dati di vento, temperatura, umidità e altro al modello di chimica e trasporto. Il modello è forzato dalle previsioni fornite dal Centro Europeo per le previsioni a medio termine (ECMWF Inghilterra) ed ha una risoluzione orizzontale di 30 km.

La previsione dell’evoluzione e della trasformazione delle specie chimiche è invece fornita dal modello CHIMERE. CHIMERE è sviluppato a Parigi da diverse istituzioni francesi: Institut Pierre-Simon Laplace, C.N.R.S., INERIS, LISA (C.N.R.S.). Anch’esso è un software libero ed è distribuito sotto licenza GNU General Public License. Nel mostro sistema il modello CHIMERE compie simulazioni su un grigliato 0.5° × 0.5° longitudine × latitudine. La condizione iniziale della composizione atmosferica è presa dalla simulazione del giorno precedente. Le condizioni al contorno sono invece una media climatologica derivata da 10 anni di simulazione dei modelli globali LMDz-INCA per i gas e GOCART per gli aerosol. Anche le condizioni al contorno sono derivate dalla stessa climatologia. L’invetario delle emissioni è una combinazione di varie fonti: EMEP (totali annuali), IER (variazioni temporali), TNO (emissioni aerosol), UK Dept of Environment (speciazione dei COV).

Ogni giorno viene fatta una simulazione di 72 ore a partire dalle ore 12:00 del giorno precedente. Il modello meteorologico MM5 viene lanciato per primo e i dati in uscita vengono utilizzati dal modello CHIMERE per prevedere i livelli degli inquinanti sull’Italia e sulle regioni circostanti. Alla fine delle simulazioni, un’altra procedura automantica aggiorna le immagini di questo sito.

Per qualsiasi altra informazione potete contattare: Gabriele Curci. Per altre informazione specifiche sui modelli utilizzati (MM5 e CHIMERE) vi preghiamo di far riferimento ai rispettivi siti web.

Criteri per determinare la Qualità dell’Aria. Nella seguente tabella riportiamo i valori limite per stabilire la qualità dell’aria secondo la legislazione italiana, statunitense e secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità). Unità: µg/m³ = microgrammi al metro cubo, mg/m³ = milligrammi al metro cubo e ppm = parti per milione. I tempi riportati tra parentesi indicano il periodo di media sul quale le rispettive soglie non vanno superate.

Specie Italia USA OMS Effetti sulla Salute
Particolato PM2.5 15 µg/m³ (1 a.) Danneggia l’apparato respiratorio e cardiovascolare; aumenta la frequenza di bronchiti croniche e asma.
Biossido di Azoto (NO2) 40 µg/m³ (1 a.) 0.053 ppm o 100 µg/m³ (1 a.) Danneggia polmoni; riduce visibilità.
200 µg/m³ (1 h) 0.21 ppm (1 h) 0.21 ppm (1 h)
Biossido di Zolfo (SO2) 125 µg/m³ (1 a.) 0.03 ppm (1 a.) Causa difficoltà respiratorie; danneggia il sistema immunitario.
0.14 ppm (24 h) 0.13 ppm (24 h)
350 µg/m³ (1 h)

FLASH NEWS: Musica per l'ambiente, risparmio idrico, ghiaccio sui grattacieli di Manhattan.

Al via Powerstock Festival rassegna ecocompatibile. Comunicare ai giovani in chiave moderna l’emergenza ambientale del pianeta e sensibilizzarli sulle problematiche relative alle fonti rinnovabili. Questi gli obiettivi della prima edizione del Powerstock Festival, la rassegna musicale dedicata alla sostenibilità ambientale, ideata da Avanti Concept Agency e sostenuta dalla Provincia di Salerno e dal Ministero dell’Ambiente, con il patrocinio dell’UNESCO, Legambiente, in collaborazione con Green Cross Italia.

In cartellone i grandi nomi del panorama elettronico/pop internazionale che si alterneranno da domani nella suggestiva cornice del Parco Eolico di Albanella (Sa): da Almamegretta a Renè Breibarth. L’attrice Claudia Cardinale, ambasciatrice di pace per l’UNESCO, è stata scelta come madrina del festival.

Il festival, progettato nel rispetto dell’ambiente, metterà a disposizione del pubblico alcune navette ibride in partenza dalla stazione di Battipaglia e dai campeggi vicini all’area e sarà alimentato con generatori a bio diesel.

Inoltre, lo staff utilizzerà auto e scooter ibridi; i rifiuti del festival saranno trattati da aziende specializzate; per l’azzeramento delle emissioni dell’evento con Azzero CO2 saranno piantati alberi e riforestato il Parco Nazionale del Cilento; per tutta la campagna pubblicitaria sarà utilizzata carta riciclata. Infine, in collaborazione con Assoutenti verrà svolta un’indagine per capire la sensibilità dei giovani rispetto ai temi ambientali e al consumo consapevole.

Parte la campagna del governo per il risparmio idrico. In piena estate, e in crisi idrica conclamata, l’iniziativa può essere anche solo una goccia nel mare, ma è sicuramente appropriata. A Roma stamattina, al Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive, è stata presentata la campagna di sensibilizzazione al risparmio idrico «I giovani non fanno acqua».

Il progetto, frutto di una collaborazione tra il ministero per le Politiche giovanili e le attività sportive e quello dell’Ambiente con la Regione Emilia Romagna, Legambiente e MT, prende spunto da una campagna avviata nel 2004 dall’Emilia Romagna e si articola in una serie di spot radio e video diffusi via Internet.

Leggi il decalogo.

Il ghiaccio rinfresca i grattacieli  di New York dall’afa estiva. A New York per risparmiare in aria condizionata, si torna al ghiaccio: in alcuni grattacieli della city si sta sperimentando un sistema di raffreddamento contro il caldo afoso dell’estate basato sull’aria fredda rilasciata da acqua ghiacciata durante la notte.

In quella che è considerata la città pù all’avanguardia del mondo, e nella quale l’aria condizionata è una sorta di dimensione costante e universale, la punta pù avanzata del raffreddamento urbano è un ritorno al passato: vasconi di acqua grandi come cisterne, pieni di giaccio, vengono collegati con gli impianti di aerazione degli edifici, ma invece di soffiare in quei tubi la poco ecologica aria fredda prodotta dai condizionatori (che, tra l’altro, producono anche una notevole quantità di calore), quei blocchi di ghiaccio rilasciano in modo naturale la loro fredda temperatura e, nelle ore notturne, arriva a sostituire in tutto e per tutto l’aria condizionata.

In tema di lotta al caldo è questa l’ultima novità che arriva dall’America. Seppur costosa, la nuova soluzione è stata messa a punto in edifici come la storica Metropolitan Life Tower in Manhattan. Funziona perfettamente, stando almeno a quanto riferito dagli ingegneri che l’hanno messa a punto. A loro è stato affidato dal credit Suisse il compito di trovare qualcosa di alternativo al “vecchio” condizionatore e hanno realizzato questo sistema: con un ritorno al ghiaccio.

«Basta applicarsi – ha detto William Beck, responsabile del cosiddetto settore di “ingegneria critica” – e le soluzioni si trovano. Sostenibili sia sotto il profilo ambientale che sotto il profilo dei costi». La nuova soluzione consente un risparmio notevole in termini ambientali: «È come togliere dalle strade l’equivalente degli scarichi di 223 automobili» giurano gli ingegneri, sottolineando anche i dati ufficiali forniti dall’Agenzia per l’Energia dello Stato di New York: le emissioni di Co2 a Manhattan sono in un anno in una quantità tale da richiedere qualcosa come 780 mila chilometri quadrati di alberi per essere assorbite.

Il nuovo sistema garantisce risparmi energetici (dei vecchi condizionatori non c’è pù bisogno), economici (l’acqua viene ghiacciata di notte, quando la domanda di energia è pù bassa), ecologici (le emissioni sono pari a zero). Per il momento però il sistema, a causa degli altissimi costi dell’impainto e della gestione è sfruttabile solo dalle grandi compagnie.

Fonte: www.lastampa.it

Qualiano (NA). Disastro dopo disastro: prima le fiamme lambiscono un deposito di Ethernit, poi la cava Alma che brucia. In due video (InMedia) l'intervento dei Vigili del Fuoco.

Un incendio divampato nella periferia di Qualiano, lambisce un depostito coperto da Ethernit e alcune case abitate. Intervengono tre squadre di Vigili del Fuoco di Monteruciello. Bruciano anche centinaia di copertoni d’auto abbandonati e lastre di amianto.

Leggi l’articolo completo (InterNapoli.it).


Ennesimo disastro ambientale nel territorio a nord di Napoli. Brucia La discarica AL.MA. di Villaricca ai margini del territorio di Qualiano, sprigionando una nube di fumo nero e denso visibile a molti chilometri di distanza.<Leggi l’articolo completo (InterNapoli.it).