Un cavo dell'alta tensione si rompe e ad Ischia è disastro ambientale.


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Lacco AmenoLa notizia l’avevamo letta qualche mese fa, ma mai avremmo pensato che potesse avere tali conseguenze. L’articolo di Alessandro Iacuelli, apparso su altrenotizie.org, ha messo in luce una situazione davvero preccupante. Per chi non l’avesse letto vi rimando all’articolo. In sintesi, nel mese di Luglio una nave sconosciuta ha arpionato un cavo dell’alta tensione rompendolo generando la fuoriuscita di olio contenente Pcb.  Sappiamo benissimo che negli impianti idraulici le perdite sono facilmente individuabili, basta registrare un forte abbassamento di pressione, solo che in questo tipo di impianti si punta a salvaguardare la tenuta del cavo piuttosto che dell’ambiente marino, ed invece di interrompere il flusso di olio si agusce in maniera completamente opposta: si pompa pù olio. Ciò ha portato alla fiuriuscita di 52 tonnellate di olio contenente Pcb compromettendo l’ambiente marino della zona protetta di “Regno di Nettuno”.

Dall’articolo di Iacuelli si legge anche di palesi irregolarita, da parte dell’Enel, che quando ha posato i cavi sul fondale marino (1992) era in vigore la legge dell’88 che vietava l’utilizzo di impianti contenenti Pcb. Inoltre, all’Enel non fu mai rilasciata la concessione per l’utilizzo del fondale marino che è di proprietà del demanio.

La presenza di Pcb nei fondali e sulle spiaggie dell’isola verde non è una cosa da sottovalutare, vista l’intensa attività balneare di Ischia e non ci si spiega come il comune non abbia pensano a nessuna attività di divieto e di bonifica delle spiaggie interessate.

Insomma, come al solito capita dalle nostre parti, tutto quello che non dovrebbe succere finisce per manifestarsi e questo sempre per una serie di irregolarità e di connivenze che vengono fuori solo quando il danno è fatto e senza che nessuno dei colpevoli paghi. Come fa una nave a passare inosservata se ogni scafo deve segnalare la propria rotta alla capitaneria di porto? Come può l’Enel non rispettare le leggi e agire senza concessioni senza che nessuno se ne accorga? Come si può gestire una rete di cavi in una zona protetta avendo come unico obbiettivo la salvaguardi dell’impianto fregandosene apertamente dell’ambiente?

5 pensieri su “Un cavo dell'alta tensione si rompe e ad Ischia è disastro ambientale.

  1. domdin

    Il problema che se non fosse state per internet nessuno l’avrebbe saputo. Come al solito, il sistema informativo di massa (TV e carta stampata), sceglie le notizie in base a criteri assai discutibili.

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