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Sempre in continua evoluzione, l’illuminzione vede una continua mutazione tecnologia che ha modificato l’industria della lampadina partendo da quelle ad incandescenza, finendo a quelle a basso consumo. Il confine, però, sembra essersi ulteriormente spostato verso un sistema di lampada che sfrutta un aggeggio già noto da decenni: il LED (light emitting diodes) spesso relegato a semplice lucetta segnalatrice (come la luce rossa/verde del televisore). Il LED consuma pochissimo (anche di meno) e dura pù di 20 anni. Immaginate di comprare una lampadina oggi (15/09/2009) e di cambiarla tra venti anni (il 15/09/2029), non male come cosa non trovate? Tutto ciò, però, non basta ed ecco che la frontiera tecnologia dell’illuminazione fa un altro piccolo passo in avanti, aggiungendo una vocale ai nostri amici ed arrivando agli OLEDs (organic light emitting diodes), ancora pù efficiente. Mentre i LED creano una luce simile a quella creata dalle lampade ad incandescenza, gli OLED creano una luce uniforme e che può essere installata anche su pannelli molto sottili e flessibili.
Grazie alle caratteristiche particolari, gli OLED possono facilmente rivoluzionare il mercato della luce, dando la possibilità di creare lampade molto sugestive. Ingo Maurer, un designer tedesco, ha creato una collezione di lampade ad OLED molto innovative (e dal costo proibitivo: 10.000 dollari almeno).
Insomma, efficienti, versatili, belli da vedere ma ancora troppo costosi, gli OLED si stanno facendo strada soprattutto negli apparecchi tecnologici come i cellulari o gli schermi al plasma. Il mercato pù interessante è, però, quello dell’illuminazione (sia casalinga che industriale), con l’utilizzo di fogli di OLED che possono illuminare a giorno grandi spazi dando anche un ottimo impatto estetico e permettendo considerevoli risparmi energetici: basti pensare a quanto si potrebbe risparmiare se tutti i comuni italiani utilizzassero queste lampade per l’illuminazione stradale.
Un OLED è composto da materiale organico che può essere polimerico (POLED) oppure non polimerico. Gli strati organici, di norma, permettono solo l’emissione di luce bianca, per consentire l’emissione di luce colorata è necessario aggiungere dei composti elettroflorescenti. Tramite sostanze a base di perilene dicarbossammide, cumarina e beta-DNA è possibile emettere i tre colori primari: rosso, verde e blu che consentono di produtte tutti i colori possibili.
Display militari, televisori, smartphone, illuminazione:la partita è aperta, anche se i costi di produzione sono ancora troppo alti. Se l’OLED vedrà la luca insomma, lo sapremo solo tra qualche anno.