L’Inceneritore di Corteolona. Una realtà lontana anni luce da quella campana.


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Come alcuni di voi sapranno io torno da poco da un esperienza lavorativa Milanese, durante la quale mi sono occupato del monitoraggio degli inquinanti nei fumi di combustione. Sempre per motivi lavorativi ho visitato l’inceneritore di Corteolona e mi sono dovuto ricredere su molte cose.

Io non sono molto favorevole agli inceneritori però l’impianto di Corteolona è a mio avviso un fiore all’occhiello e quindi lasciatemi illustrare un po cosa ho visto.

Per prima cosa si può dire che attorno all’inceneritore c’è un vero e proprio polo industriale del rifiuto. C’è una discarica con Lotti ancora aperti e funzionanti e Lotti invece che sono dedicati alla produzione di Biogas. In questi ultimi viene applicata una tecnica sperimentale in cui si inietta nella discarica dell’acqua (molto probabilmente non solo quella) per attivare il processo batterico e regolarizzarlo nel tempo. Con questa tecnica si produce in 8 anni il biogas che altrimenti verrebbe prodotto in 15.

C’è poi un digestore di grandi dimensioni per la produzione di biogas dai fanghi di depurazione dei reflui civili. Questo Biogas in parte viene utilizzato per auto riscaldare il digestore (e quindi aumentare la produzione) e parte viene convogliato, insieme a quello prodotto dalla discarica, a delle turbine per la produzione di energia elettrica.

C’è poi un impianto per la produzione di compost dalle frazioni umide. Compost che poi viene rivenduto nelle campagne confinanti e non solo.

Detto questo, dopo che è stato riutilizzato quasi la totalità dei rifiuti, rimane la parte non smaltibile che viene appunto incenerita nell’impianto principale. Non voglio illustrarvi ne i sistemi di abbattimento ne l’impianto stesso dato che ho fatto una piccola ricerca su internet e potrete saperne molto di più dai link che vi allegherò al termine del post. Voglio invece spiegarvi un po’ le sensazioni che mi ha fatto l’impianto.

Per prima cosa, miracolosamente, non puzza! io sono stato anche alla discarica dismessa di Giugliano e vi posso garantire sono stato male per 2 giorni, là no! L’impianto è in costante miglioramento, nonostante abbia un buon rendimento si vuole spingere ulteriormente gli abbattimenti di certi inquinanti e per questo si cerca di fare della sperimentazione per meglio controllare la combustione. Il CDR sminuzzato brucia in un reattore letto fluido dove appunto il tutto è mantenuto in movimento e può essere più facilmente monitorato.

Il clima è comunque quello di un azienda che si scontra con le esigenze economiche, i paletti sempre più stringenti delle ARPA, la voglia di investire soldi per migliorare il processo. La cosa che mi ha colpito di più è lo spirito imprenditoriale del nord, una visione a lungo termine che fa investire soldi in previsione di limiti futuri più bassi e non quando ormai le cose sono compiute e non si può far più nulla, come spesso capita al sud. In pratica nonostante l’azienda riesca a soddisfare i limiti imposti dall’ARPA si cerca un ulteriore miglioramento e questo mi ha fatto piacere.

Detto questo non voglio entrare in merito sull’efficienza o la bontà dell’impianto, se è giusto o meno bruciare i rifiuti dico solo che effettivamente esistono degli esempi da prendere in considerazione. L’inceneritore ad Acerra al centro di tante polemiche è sempre meglio dei rifiuti bruciati in mezzo alla strada? in linea di principio direi di si! però si potrebbe, e si dovrebbe, tendere a una razionalizzazione dei rifiuti inceneriti e fare come a Corteolona dove solo una parte viene incenerita il resto degradato biologicamente.

In conclusione è sbagliato secondo me pensare all’inceneritore di Acerra come una scelta definitiva ed immutabile, dovrebbe invece essere vista come una soluzione transitoria che ci permette di tirare un po il respiro il tempo necessario a riassettare il ciclo dei rifiuti in Campania e mettere in piedi una differenziata di eccellenza.

Buon anno,
Christian

Di seguito alcuni link interessanti:

La centrale a CDR di Corteolona
Contributi impianti Ecodeco al raggiungimento del obbiettivi 1
Contributi impianti Ecodeco al raggiungimento del obbiettivi 2

14 pensieri su “L’Inceneritore di Corteolona. Una realtà lontana anni luce da quella campana.

  1. admin

    Come è bello il mondo appena oltre la Campania. Quando leggevo l’ottimo articolo di Christian mi sentivo leggermente adirato… o forse angosciato. La cosa che mi è passata continuamente per la testa è: “quanto è facile fare le cose per bene!!! E quanto si può guadagnare da queste stesse cose fatte bene!!!”.

    La Campania è figlia di quello che è. La classe politica, i cittadini, la camorra e tutto quello che gira intorno a queste cose hanno fatto della nostra regione quello che è oggi. La Campania, a mio modestissimo parere, è malata come lo è il più grave malato di tumore. Sarà impossibile fabbricare oro pulito dalla monnezza (anche se per me basterebbe smaltirla nel migliore dei modi) finché non verrà curato il nostro tumore.

    Ho l’inquietante timore che né ora e né tra dieci anni si riusciranno a cambiare le cose.

    PS. Caro Christian, tu che ne hai esperienza, scrivi un altro articolo per completare questo… ci interessano le tecniche più da vicino. Ad esempio: che tipo di apparecchiature usi per monitorare i fumi??

  2. Christian

    E’ vero caro Mimmo che ci sono degli esempi che mostrano ancora di più la nostra inefficienza, però è vero anche che non bisogna angosciarsi e che non è tutto oro quello che luccica, anche al nord ci sono esempi per nulla edificanti.

    Corteolona è un esempio a mio avviso di eccellenza ma non credo che per noi poveri campani non ci sia speranza, anzi…

    InAmbienTe è una prova che la gente si sta sensibilizzando al problema e anche la classe politica prima o poi dovrà fare i conti con questa situazione.

    Poi fra un anno si aprirà l’inceneritore di Acerra che nel bene e nel male ci darà un po di “respiro”. Sta a noi poi vigilare sulla sua efficienza e farci sentire per trovare soluzioni alternative.

  3. domdin

    Io non credo che noi siamo gli str… credo semplicemente che per far bene bisogna faticare molto. Bisogna partire da zero e fare le cose per bene, senza interferenze o inutili contrasti politico-sociali. Bisogna agire tutti per un solo obbiettivo… a noi manca questo: la coesione e la cultura del ben fatto. Magari, tra qualche decennio, quando le culture saranno miscelate a dovere forse si riuscirà ad edificare realtà complesse ma ottime!! Questo non toglie che da noi si possano fare le cose per bene.

  4. Fabio A.

    Non metto in dubbio che l’inceneritore Cortoleona sia a basso impatto ambientale, anche se avrei piacere di verificare con i miei occhi i dati in merito: quantità di diossine emesse, PM10, PM2.5, PM0.1, furani, idrocarburi policiclici aromatici, metalli pesanti, composti ignoti, etc…

    Il punto in realtà è: perché l’inceneritore e non, ad esempio, il TMB (Trattamento Meccanico Biologico)? Ed ho anche un’altra domanda: cosa ci bruciano nell’inceneritore di Cortoleona? Intendo proprio conoscere la qualità ed il tipo, nelle varie percentuali, dei rifiuti che finiscono nell’inceneritore.

    Senza questi dati è impossibile valutare la bontà sia dell’impianto che della scelta di utilizzarlo.

    Per quanto riguarda l’inceneritore di Acerra, esso non vedrà il completamento probabilmente prima del 2010, essendo i lavori bloccati per problematiche sia strutturali che legali. E’ un inceneritore che, in parole povere lì, in base alla legge, per com’è stato progettato non poteva proprio essere costruito. E’ un inceneritore nato vecchio, che dubito possa apportare alcun tipo di miglioramento alla situazione della questione rifiuti in Campania, anche perché esistono ancora 7 milioni di balle di rifiuti da smaltire, e non lo si farà in pochi mesi.

    L’emergenza rifiuti in Campania non è causata dall’assenza dell’inceneritore, ma dall’assenza di una vera politica incentrata sull’incentivazione alla raccolta differenziata, al riciclo ed al riuso.

    Parliamone.

  5. domdin

    Fabio, credo semplicemente che la raccolta differenziata non si fa perché non conviene. Ma non conviene proprio a nessuno di “loro”. Mi spego con un esempio che mi vede protagonista.

    Nell’ultimo esame che ho seguito prima di laurearmi, quasi come un messaggio subliminare ci è stato inculcato che Incenerire è bene e che la raccolta differenziata è una vera bufala. Credimi, mi ci è voluto un anno per cambiare idea, e se fai mente locale ricorderai le discussioni anche accese nel forum di InAmbienTe. Chi ci ha inculcato queste idee è stato poi coinvolto in spiacevoli discussioni televisive che riguardavano la gestione dell’emergenza da parte della regione in merito a consulenze varie… (non entriamo nel merito).

    Basta analizzare questo esempio per capire la ragione dello sfacelo campano. Chi delinque ci ha portato al disastro e chi doveva controllare e sciegliere o consigliare per il meglio aveva ed ha le mani sporche peggio degli ecomafiosi.

  6. Christian

    Voglio rispondere a Fabio A.!

    Caro Fabio, fai bene a dubitare e a preoccuparti, perchè incenerire i rifiuti non è mai bello e non è LA soluzione. Nella vita non esiste la perfezione è ce lo insegna la legge dell’entropia.

    Però è vero anche che le ARPA Veneto, Lombardia e in genere quelle del nord, non sono per nulla gentili nei confronti di questi impianti. Anzi! ma giustamente devono essere quanto piu severe possibili. Un impianto di questo genere non si può permettere di perdere neanche un dato sensibile pena lo spegnimento dell’impianto.

    Ovviamente esistono le zone grigie, il “minimo tecnico” delle emissioni viene spesso preso come limite massimo, Le ARPA sono ancora deboli disorganizzate e spezzate tra di loro.

    RITENGO UN ASSURDITA’ il fatto che esista un regolamento diverso per ogni regione e che non si riescano ad unificare in uno standard unico. Pensa che ogni regione ha un sistema diverso per trasmettere i dati!? il che vuol dire 21 modi differenti per comunicare la stessa cosa!? (ovviamente è un estremizzazione non molto distante dalla realtà).

    Corteolona non è la soluzione come non lo è il TMB. Tutte le tecnologie alternative, come la pirolisi per fare un esempio, sono valide quanto riguarda l’impatto ambientale ma poi si scontrano con la realtà economica. Paragonate a un determinato Rendimento e alla “sicurezza” di una tecnologia consolidata ne escono perdenti se uniamo il tutto a una certa ottusità delle istituzioni.

    Tutto questo per dirti che hai ragione a preoccuparti di Acerra, che è senza dubbio una tecnologia stra antiquata e che sicuramente inquinerà.
    Ma basta uno sciopero dei trasporti, un capodanno e la città di Napoli è in fiamme!

    Io lo vorrei proprio sapere quanti furani ci sono liberi e felici nell’atmosfera napoletana dall’ultimo capodano!?

    L’INCENERITORE DI ACERRA A MIO AVVISO NON DOVREBBE ESSERE CONCEPITO COME UNA SOLUZIONE DEFINITIVA MA UNA FASE TRANSITORIA. Dovrebbe dare il tempo alla giunta di rimettere in piedi il ciclo dei rifiuti, se non lo concepirà così Acerra non sarà poi tanto dissimile dai roghi in mezzo alla strada!

  7. Alberto

    Caro Christian,
    perdonami ma hai le idee un pò confuse.
    Un inceneritore una volta costruito non si usa transitoriamente ma per almeno 25 anni!
    L’inceneritore è contro la differenziata, infatti, dove ci sono, la differenziata non è così alta come dovrebbe. Questo perchè lo stato paga per ogni tonnellata bruciata. L’inceneritore conviene solo alle tasche degli industriali. http://www.centroriciclo.com/ su questi sito troverai molte risposte. Lo sai che l’inceneritore produce gas serra? Qui a Napoli ne vogliono costruire tre giganteschi! 750.000 tonnellate annue, che per tre fa 2.250.000, cioè l’intera produzione della campania. Qui sotto c’è un grosso gioco di interessi economici. Il vero problema non è quello che c’è a terra ma le 7000 tonnellate che si producono ogni giorno e che si possono ridurre rapidamente e drasticamente solo con la raccolta differenziata porta a porta.
    Alberto

  8. Christian

    Caro Alberto,
    sono d’accordo con gran parte di quello che dici, so perfettamente che si producono gas serra (e non solo quelli!!), so anche che l’inceneritore lavora meglio con la differenziata ed non quando questa è assente!

    Per l’inceneritore di Acerra i lavori si sono fermati, la società appaltatrice non c’è più e sarà difficile un completamento in tempi brevi a meno di un serio impegno delle autorità.

    Io credo che bisogna a questo punto essere un po più pragmatici, rinunciare all’idea di un’industria pulita, dello smaltimento senza problemi, scendere dai propri piedistalli e cercare una soluzione valida.

    Come ho cercato di spiegare, pensare all’inceneritore come soluzione unica è un suicidio, la differenziata è la vera soluzione ma al tempo stesso non si può dire sempre NO a tutto.

    Io sono stato alla discarica dismessa di Giugliano, dove è presente anche un centro ricerche del CNR, del DETEC e quindi della Federico II.
    C’era il percolato che colava dalle pareti, io non so e neanche ho il coraggio di pensare cosa ci sia sotto! eppure quello dovrebbe essere un esempio positivo di una discarica Campana.

    Ti voglio fare una domanda! se ti dicessi che un inceneritore rispetta tutti i limiti di legge, che viene monitrato dalle arpa on line in tempo reale, che fa periodici controlli per la misura delle diossine che rispetta insomma tutte le prescrizioni di legge! tu saresti ancora contrario?

    Voglio farti un altro esempio a Taranto nel polo industriale si producono l’80% delle diossine Nazionali e poichè ci lavora un intera città e i sindacati sono sempre sul piede di guerra non sento mai protestare per questo. Guarda caso è presente un inceneritore nella zona industriale che però è periodicamente controllato e additato (giustamente…), ma perche nessuno si cura di quello che c’è al contorno?

    Purtroppo qui tutti vogliono fare, tutti vogliono dire ma pochi hanno i piedi per terra e la capacità di toccare le cose con mano.

    Dici che 25 anni nn è un periodo transitorio? secondo me si!
    preferisci i 120 giorni di Di Gennaro, credi che in 120 giorni si riesca a risolvere l’emergenza? iniziamo a “fare” qualcosa! differenziata, l’inceneritore, il compost …ma facciamo! avendo uno sguardo proiettato verso il futuro e non passando da un emergenza a un’altra (..da + di 15 anni ormai)

  9. admin

    Facciamo!!!! Parole sante, ma mai poco azzeccate come nel nostro caso. Qui, in Campania dico, non si farà mai nulla. Siamo proprio il paradosso dei paradossi. I vecchi politici sono ancora in TV a dire cose bene di loro stessi, i vecchi professori sono ancora all’università a parlare male della Raccolta Differenzita e noi stiamo ancora qui a commentare il disastro perenne.

    È storicamente dimostrato: da noi tutto quello che si fa è sporco, anche le cose buone sono macchiate. Sono certo che anche queste promesse di cambiamento, la raccolta differenziata, ecc., saranno insozzate e sporcate dagli interessi di paese… staremo a vedere. Per ora stiamo facendo… ma stiamo facendo solo figure di m…

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  11. golia

    Se l’impianto è così all’avanguardia, potreste spiegarmi perchè sull’impianto è aperta una procedura di infrazione, cito testualmente:

    procedure d’infrazione in materia di rifiuti è quello concernente gli impianti di smaltimento o incerenimento. Si tratta di procedure che
    più che i rifiuti in quanto tali, attengono alle procedure per la costruzione e l’avvio degli impianti in questione.
    In queste procedure la Commissione contesta all’Italia la mancata effettuazione da parte delle Autorità locali competenti di una piena valutazione di impatto ambientale in violazione delle direttive comunitarie rilevanti, ovvero il non condizionamento delle autorizzazioni all’esercizio dell’impianto alla circostanza che dalla domanda risultasse che la progettazione, l’attrezzatura e la gestione dell’impianto di
    incerenimento fossero tali da garantire l’adozione di adeguate misure preventive contro l’inquinamento ambientale
    Si tratta delle seguenti procedure:
    – Procedura d’infrazione 2000/5083 concernente l’impianto di incenerimento
    di CDR e biomasse di Massafra (Taranto)
    – Procedura 2002/5394 riguardante l’impianto di incerenimento di Brescia
    – Procedura 2004/5143 sull’inceneritore di Corteolona in provincia di Pavia.

  12. admin

    A leggere ma procedura di infrazione, sembra che l’anomalia sia tutta burocratica. Si parla di mancate realizzazioni delle VIA e di tutte le analisi conoscitive e caratterizzanti del sito e dell’impianto. Sicuramente è una mancanza grave, anche perché le nostre leggi parlano chiare ed è davvero strano che tali impianti hanno avuto l’autorizzazione ad esercitazre il proprio servizio senza le dovute analisi.

    Per quanto riguarda il giudizio positivo dato all’impianto in questione, c’è sembpre da dire che anche se efficianti al massimo (il ché non vuol dire al 100%), si ha sempre una condizione di lavoro diversa dalle ipotesi di progetto, per cui mai si può dire che le emissioni sono sotto controllo. Tali impianti, alla stregua delle centrali nucleari, sono molto instabili e basta pochissimo per creare danni silenti!!! Resta comunque il fatto che, dal punto di vista funzionale-pratico, sono molto efficienti.

  13. franco manca

    Posso solo complimentarmi con tutti coloro che gestiscono l’impianto di corteolona, da cui tanti dovrebbero trarre insegnamento.
    io sto in sardegna dove la vs attività risulterebbe totalmente innovativa.
    Complimenti buon lavoro

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