Difesa del suolo: il ministro Pecoraro stanzia fondi per 300 cantieri.


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Il ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio Alfonso Pecoraro Scanio ha firmato un decreto contenente il secondo Piano strategico nazionale di mitigazione del rischio idrogeologico. Si tratta dei fondi necessari ad aprire 319 cantieri in tutta Italia, oltre ad interventi relativi a 5 programmi con le regioni Lazio, Marche, Molise e Toscana che prevedono ulteriori numerose azioni di riduzione del rischio e di difesa del territorio. Un impegno totale da parte del Ministero di oltre 241 milioni di euro. Lo si legge in una nota.

Pecoraro ScanioGli interventi finanziati interessano tutte le regioni e riguardano, oltre che la sistemazione di aree franose, alluvionali e valanghive, anche la manutenzione del territorio, la ricostituzione dell’equilibrio costiero, la ricostituzione dell’equilibrio idrogeologico in aree percorse dal fuoco e privilegiano, ove possibile, gli interventi che prevedono l’utilizzo di tecniche a basso impatto ambientale, quali l’ingegneria naturalistica.

«L’Italia – ha spiegato Pecoraro Scanio – ha un territorio con un alto livello di criticità in termini di rischio idrogeologico. Investire fortemente in opere per ridurre il rischio sul nostro territorio è, allo tesso tempo, un dovere e un’opportunità. Un dovere perchè troppo spesso ci troviamo a piangere i morti o calcolare gli ingenti danni per frane, alluvioni o valanghe, senza che per anni si sia fatto nulla. È però anche un’opportunità in quanto questi investimenti consentono di aprire cantieri e creare occupazione».

«Certamente – ha aggiunto Pecoraro – la difesa del nostro territorio da frane e alluvioni, così come la difesa delle coste o la riqualificazione di alcune aree, rappresenta l’opera pubblica pù importante. Avremmo necessità di moltiplicare i fondi per mettere in sicurezza tutta l’Italia, ma è un dato incontrovertibile che il governo attuale ha moltiplicato gli investimenti per questo settore. Voglio anche sottolineare – ha concluso il ministro – come la scelta degli interventi sia avvenuta di concerto con le regioni per evitare assurdi sperperi di denaro pubblico».

L’elenco degli interventi finanziati, si legge ancora nella nota, rispondono a precisi criteri concordati dal Ministero con le regioni: rispondenza alle classificazioni di rischio molto elevato delle Autorità di bacino; interventi di completamento e cofinanziamento; grado di integrazione tra misure di uso del suolo e interventi strutturali; utilizzo di tecniche a basso impatto ambientale, quali ad esempio, quelle dell’ingegneria naturalistica; dotazione di progetto definitivo, elaborato a seguito di una identificazione progettuale concordata tra i soggetti pianificatori; salvaguardia delle aree non antropizzate; elevato rapporto tra i costi di intervento e l’efficacia attesa di riduzione del rischio; maggior grado di funzionalità del lotto, all’interno di progetti complessi; coordinamento con gli interventi finanziati da altre fonti; inserimento in uno schema di Allerta rapida; verifica delle capacità di spesa e dell’efficacia dimostrata dall’Ente Attuatore.

Il Ministro, conclude il comunicato, ha segnalato ai comuni destinatari dei finanziamenti che il Ministero dell’Ambiente ha istituito l’Osservatorio Nazionale per la Difesa del Suolo e la Tutela delle Acque (ONDIS). L’Osservatorio, avvalendosi dei tecnici dell’APAT, avrà tra l’altro il compito, attraverso il monitoraggio economico e tecnico degli interventi ed opere, di verificare la capacità di spesa degli enti sui finanziamenti concessi, e quindi il contributo fornito alla rapida messa in sicurezza del territorio e protezione dei cittadini e delle infrastrutture.

La stampa.it

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