La Germania vuole i rifiuti napoletani. Questa notizia ci fa tristezza.


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La richiesta tedesca non è malvagia: vogliono i  nostri rifiuti, molto umidi, per compensare la poca umidità dei loro. In pratica, la Germania costruirebbe un impianto di termovalorizzazione per bruciare i rifiuti napoletani, mescolati ai loro, a patto che sia garantita una fornitura di almeno 15 anni. Il tutto al modico prezzo di 200 euro a tonnellata.

TermovalorizzatoreLa tristezza, se non indignazione, nasce non dalla presunta arroganza tedesca, come molti quotidiani nazionali hanno riportato, ma dalla pochezza amministrativa della nostra terra. In un attimo i tedeschi potrebbero risolvere il nostro problema ed il loro, mentre da quindici anni la regione Campania, colpevolmente, non ha saputo che fare ogni anno peggio.

Molti si sono indignati anche perché la Germania ha chiesto 200 euro per produrre energia dai nostri rifiuti, energia che venderà. Ma alla fine, fatti due conti ci si accorge che noi, per avere un servizio molto scadente (anzi un non servizio) paghiamo molto di pù. Infatti, considerando una tariffa media di 2,50 euro, per un’abitazione di 100mq si ha che, all’anno, paghiamo almeno 250 euro. Una famiglia di tre persone può produrre, in un anno, 1 tonnellata di rifiuti, il che significa che paghiamo 250 euro per una tonnellata, contro le 200 euro chieste dalla Germania (tutto compreso). Insomma, a conti fatti molto meglio il trattamento tedesco.

L’indignazione, come già detto, deve nascere non dalla presunta arroganza dei nostri vicini tedeschi, ma dalla reale incapacità degli amministratori della nostra Regione.

2 pensieri su “La Germania vuole i rifiuti napoletani. Questa notizia ci fa tristezza.

  1. Fabio A.

    Proviamo ad analizzare un po’ più a fondo la questione, senza nulla voler togliere all’autore del post che sto commentando, che ringrazio per darmi la possibilità di apporre i miei commenti.

    Focalizziamoci su due aspetti fondamentali: il perché i tedeschi vorrebbero i nostri rifiuti ed il prezzo che dovremmo pagare per inviarglieli.

    L’autore del post ribadisce che i nostri rifiuti, molto umidi, servirebbero a compensare i rifiuti dei tedeschi, molto secchi.

    Vi siete chiesti, però, perché i nostri rifiuti sono umidi mentre i loro sono secchi? Semplice: perché loro fanno la differenziata! In particolare, separano l’umido dal secco, e lo compostano. I siti di compostaggio in Germania sono nati come funghi, negli ultimi anni, a tutto vantaggio dell’ambiente ma a svantaggio degli inceneritori operanti sul territorio, sia perché il materiale da bruciare è diminuito, sia perché sono stati costruiti per lavorare a temperature inferiori a quelle che si raggiungono con rifiuti quasi esclusivamente secchi – da cui la necessità di mischiarli a quelli umidi.

    In secondo luogo, il prezzo. E’ vero, vien da chiedersi “ma perché devo pagare io loro per qualcosa che loro usano per fare elettricità, che poi rivendono?” Anche qui, la risposta è semplice: perché l’elettricità prodotta non basta a ripagare dell’energia spesa per il funzionamento dell’inceneritore. Certo, è comunque utile recuperare quanta più energia possibile, ma comunque non basta ad entrare in pareggio, figurarsi a guadagnarci. Da cui la necessità di fare un prezzo elevato, ma comunque per noi conveniente rispetto a quello che paghiamo oggi.

    Cosa deduciamo da tutto ciò?

    Innanzitutto, che sì, in effetti ci converrebbe mandare a loro le nostre ecoballe, ne abbiamo a sufficienza per tutti i 15 anni di contratto che ci hanno chiesto. Questo ci consentirebbe di liberare le nostre terre dall’incubo della diossina, dei metalli pesanti, dei furani e delle nanoparticelle (i tedeschi le vogliono, noi gliele diamo) ed anche dall’incognita di dove smaltire le ceneri residue del processo di incenerimento (in Germania hanno le cave dismesse di salegemma, dove i nostri inceneritori mandano le loro ceneri – come quello di Brescia). Ci consentirebbe inoltre di concentrarci finalmente su un ciclio dei rifiuti basato sulla riduzione, riciclo, riuso, compostaggio e trattamento meccanico biologico eliminando per sempre dall’equazione il termine “inceneritore”, nonché togliendo alla camorra i proventi derivanti dal trasporto delle ecoballe (perché, credevate forse che ci fosse qualcun altro dietro?) in giro per la Campania.

    E questo potrebbe spiegare il perché di tanta ostilità all’idea da parte delle varie testate italiane (sapete chi c’è dietro il Corriere della Sera? L’Impregilo!).

    In secondo luogo, tutto ciò dimostra che incenerire non conviene in generale perché, come si è visto, il riciclo ed il compostaggio minano alla base gli impianti di incenerimento e comunque l’energia che si ricava con la cogenerazione non è sufficiente ad entrare in pareggio con i costi di gestione.

    Per buona pace della CO2 generata dal processo di combustione e di tutte le altre sostanze.

  2. domdin

    Ottima analisi. Consordo su entrambe le osservazioni e soprattutto sulla conclusione.

    È noto e risaputo che la Raccolta Differnziata (quella seria) e l’Incenerimento non vanno assolutamente daccordo e la notizia che stiamo commentando ne è una riprova!!

    Se solo si fosse speso un decimo di quello che si è speso (ignobilmente) per finanziare l’emergenza rifiuti sulla ricerca o il potenziamento su larga scala di sistemi alternativi alla combustione diretta, forse potremmo essere noi, ormai troppo bravi ed efficienti, a chiedere i rifiuti agli altri.

    Ecco perché non mi spiego come mai chi è colpevole siede ancora sulle belle poltrone!!

    Ps. resta comunque il fatto che all’estero si riesce a vivere meglio la festione dei rifiuti, vista la facilità con cui la Germania tratta il problema nei nostri confronti.

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