Italia mia, morirai fuori dall'Europa.


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Quanta frustrazione mi viene quando guardo l’Europa e poi rivedo l’Italia. Ma cosa siamo diventati? Cosa stiamo diventando? E soprattutto, dove vogliamo arrivare? L’evoluzione socio culturale del nostro paese ha dimostrato che evolversi non significa ncessariamente migliorarsi, anzi. Eravamo un popolo di mercanti, il primo nel mondo civilizzato ad aver compreso l’importanza del commercio e dell’organizzazione, ora sembriamo un popolo di pupazzetti, con una classe politica che ha totalmente dimenticato per chi dovrebbe governare.

L’europa cresce, o alomeno cerca di farlo con forza e volontà, migliorando e migliorandosi in ogni campo, dando una forte opportunità ai giovani di poter contribuire all’evoluzione positiva delle nazioni, in Italia un giovane deve superare una serie infinita di paletti, proprio come una corsa ad ostacoli che non ha regole e non ha un limite. Se ti vuoi laureare devi sottostare a regole accademiche figlie di un medioevo che ormai (e per fortuna) il mondo intero si è lasciato alle spalle. Non importa che capacità hai, non contano le tue idee né tantomeno la tua propositività, avrai una possibilità solo se conosci qualcuno. Esci dalle quattro mura dell’università carico di speranza ma poi ti scontri con il mondo del lavoro e comprendi che non potrai dimostrare quanto vali, dovrai abbassare la testa e fare come ti viene chiesto. L’industria italiana, soprattutto al sud, è spesso centralizzata: uno comanda (il capo) e il resto delle persone deve ubbidire, se hai intenzione di proporre un nuovo processo, magari una variante al prodotto ti scontri contro l’invidia e contro il mercato. Non si può fare innovazione quando per vendere sei costretto a risparmiare sull’acciaio!

Insomma, per non farla lunga, vi dimostro che stiamo davvero indietro e che rischiamo di morire fuori dall’Europa. Date una occhiata a questo servizio di Piero Angela, vi renderete conto che per crescere c’è una unica soluzione: andare via dall’Italia.

2 pensieri su “Italia mia, morirai fuori dall'Europa.

  1. Giorgio

    Sono rimasto senza parole dopo aver visto il servizio su Berlino e sulle infinite possibilità che si danno ai giovani:
    Casa a prezzi modici, 250 euro mensili comprensivi di tutto, ma ci rendiamo conto?Ma poi avete visto che case?
    Salario per gli studenti, impostazione universitaria anni luce lontana dalla nostra, fatta di continuo scambio tra lo studio e l’esperienza pratica e concreta,opportunità reali di poter fare emergere le proprie capacità, continui stimoli, e poi altro altro ed altro ancora, cose che da noi davvero ce le sognamo.Che frustrazione e senso di impotenza che mi viene se penso a quante cose inutili ho studiato all’università, quanta teoria davvero fine a se stessa che non credo mi servirà mai a nulla( formerà la mia forma mentis?E’ una grama consolazione, avrei potuto raggiungere lo stesso risultato con sforzi minori e risultati migliori).
    Siamo lontanissimi da tali standard qualitativi e quantitativi, è un altro pianeta……mi chiedo se davvero esitano tali realtà, forse faccio fatica ad accettarlo solo per non voler ammettere di vivere in un paese che non ha niente da invidiare a quelli del terzo mondo(massimo rispetto per tali paesi si intenda).Mi chiedo che difficoltà mai possano incontrare gli studenti di berlino(e tutti quelli che vivono in città con tale impostazione culturale) una volta usciti dall’università! Nessuna, proprio nessuna anche perchè loro il mondo del lavoro o hanno conosciuto fin dai primi esami, un rapporto continuo e duraturo che persiste fino alla laurea…………..da noi invece è un dramma colossale. Chi stà cercando un lavoro decente come me sà benissimo di cosa stò parlando e delle difficoltà che si incontrano.
    Una stanza doppia in qualsiasi città italiana dove poter trovare un contratto lavorativo di tre mesi costa mediamente sulle 300 euro+le spese(acqua, luce, gas, condominio)+il vitto, a fronte di stipendi che non vanno oltre gli 800 euro soprattutto se il lavoro viene elemosinato sotto forma di stage.
    Stiamo messi male, davvero male, speriamo in un miracolo.

  2. admin

    Come vedi, caro Giorgio, l’Italia si bea di meriti e caratteristiche che sicuramnte non ha e che, prima o poi, le si ritorceranno contro. Siamo davvero un paese in declino e mi fa davvero rabbia vedere che c’è ancora chi fa carte false per ricoprire questa o quella posizione.

    Siamo allo sfascio, l’unica cosa che ci potrebbe salvare è una rivoluzione socio culturale. Il popolo tutto dovrebbe rendere conto a coloro che in questi ultimi cento anni hanno salassato il bel paese, riducendoci ad ultimi in Europa e forse nel mondo civilizzato.

    Politici, professori universitari, primari, magistrati ecc., farebbero meglio a guardarsi in faccia e a rendersi conto che ormai stiamo finendo come l’opera dei pupi… peccato che pulcinella non è solo una marionetta ma sia rappresentata da noi: 60 milioni di individui alla mercé della totale incapacità amministrativa.

    Se avessi una seconda opportunità non esiterei a lasciare questa mia bella nazione per studiare ed imparare seriamente in città come Berlino. Se mai dovessi avere un figlio mai e poi mai lo iscriverei in una università italiana… dove il medioevo regna sovrano!!!

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