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Ieri pomeriggio ero a Casal di Principe, per la precisione presso un bene confiscato alla camorra, insieme alla cooperativa NCO si discuteva di nuove opportunità e di nuovi strumenti per il sociale. Verso le 16:00, tornando verso casa (per la precisione verso Villaricca), ho notato una enorme colonna di fumo che si alzava nel cielo a Nord di Napoli, proprio nella zona in cui mi stavo dirigendo: era la discarica Resit (un vecchio ed abbandonato catino pieno zeppo di rifiuti) che stava bruciando, per la precisione la sterpaglia presente sull’instabile e mal posizionato terreno di ricopertura. Il fumo era intenso, di un bruttissimo colore violaceo, ed a giudicare dall’altezza aveva anche un temperatura molto elevata.
Stamattina, invece, apro le pagine di interNapoli.it e leggo dell’incendio a Lago Patria, due enormi roghi a distanza di due giorni. Per chi non lo sapesse, la zona del lago in questione è un antico sito archeologico, sede ormai anche di una enorme base Nato. Dal punto di vista naturalistico potrebbe essere un gioiello da coccolare e da accudire, ma che per colpa di un sistema amministrativo miope e deficiente rimane incustodito e senza la minima manutenzione. Un incendio della sterpaglia abbandonata mi sembra il minimo.
Due catastrofi che si potevano (e che si dovevano) evitare. Due eventi che devono far riflettere.
Qui un dettagliato incendio della discarica Resit e qui un dettagliato articolo sull’incendio a Lago Patria.