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Articoli e Posts del blog di InAmbienTe – Il portale degli studenti di ingegneria.

Scintille, officine permanenti: per generare e sostenere le idee.

Un progetto interessante, quello proposto dal Consoglio Nazionale degli Ingegneri, un progetto che mira a valorizzare le idee degli iscritti all’ordine. Partecipare sembra semplice: proponi la tua idea, presentala e potrai ricevere un premio in denaro per sostenerla e portarla avanti. Tra i partecipanti saranno selezionati 15 progetti da cui saranno selezionati i 3 vincitori.  Il vincitore del concorso riceverà un premio di € 8.000,00, il secondo classificato riceverà un premio di € 3.500,00; il terzo classificato riceverà un premio di € 2.500,00.

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workshop dimodi

Bonifica e risanamento dei siti contaminati, l’ambiente dal punto di vista della scienza.

Quello che si è tenuto il 26 Maggio 2015 presso l’HUB di Giugliano non può essere definito né un convegno, né tanto meno un seminario, gli organizzatori l’hanno definito workshop ma per me è stata una vera esplosione di cultura. Il tema principale dell’incontro era la bonifica ed il recupero delle aree compromesse da inquinanti più o meno pericolosi. Una giornata ricca di incontri interessanti e ricca di informazioni. Il workshop era a conclusione del progetto PON R&C DI.MO.D.I. per la realizzazione di un prototipo d’impianto per la bonifica in situ di terreni contaminati.

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Made Expo 2012

Made Expo 2012: Modern Talking, giovani ingegneri per la riduzione del rischio sismico.

Si parlerà di tecnologia REP – il sistema costruttivo di travi e pilastri prefabbricati misti acciaio-calcestruzzo – al Forum della Tecnica delle Costruzioni. In programma oggi 18 Ottobre al MADE Expo 2012  alle ore 15:00 Padiglione 10 – Sala Gamma – 2° Piano.

Previsto un approfondimento tecnico dal titolo Modern talking: giovani ingegneri al servizio della riduzione del rischio sismico. L’incontro sarà coordinato dal prof. Roberto Nascimbene dell’Eucentre di Pavia.

Nel corso di un paio di ore due giovani ed esperti ingegneri, Roberto Scotta, docente di tecnica delle costruzioni del DICEA – Università di Padova e Tim Sullivandella I.U.S.S. di Pavia apriranno un dibattito sui metodi di progettazione con utilizzo di travi miste acciaio-calcestruzzo e l’attenzione alla riduzione del rischio sismico. L’incontro è organizzato da Tecnostrutture srl/Sistema REP, con la collaborazione di Eucentre e il patrocinio di ACAI.

La Geotermia potrebbe coprire il 10 percento del nostro fabbisogno energetico.

L’Italia è un paese vulcanico, lo sappiamo, e allo stesso tempo ricchissimo di energia geotermica. Energia che, se utilizzata nel modo più corretto – adottando ad esempio le nuove tecnologie a basso o nullo impatto ambientale – potrebbe generare addirittura il 10% della produzione elettrica nazionale. Esattamente la stessa quota che avrebbe dovuto essere prodotta dalle 4 centrali nucleari progettate a suo tempo dal governo Berlusconi. A mancare – denuncia il GIGA (Gruppo informale per la geotermia e l’ambiente) – è la volontà politica di passare dalle vecchie tecniche di sfruttamento del calore del sottosuolo, inquinanti e impattanti, a quelle più innovative già disponibili, molto più compatibili con salute, ambiente e tutela del territorio. Ad esempio con centrali di piccola-media taglia a circuito chiuso, capaci di reimmettere i fluidi geotermici caldi nel ciclo.
“La nuova geotermia rappresenta un’importante possibilità di sviluppo economico per il paese e garantisce energia pulita perché consente di superare gli errori commessi nel passato”, spiega Fabio Roggiolani, vicepresidente di GIGA. “Non ha senso continuare a puntare su vecchie tecnologie che sull’Amiata, in Toscana, hanno portato alla nascita di una forte opposizione delle popolazioni motivata dalle esalazioni emesse dagli impianti. Oggi è possibile la totale reimmissione dei fluidi geotermici: un sistema completamente chiuso con impatto zero ed emissioni zero”.

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carta bio

Una carta dal cuore “bio”: Il brevetto sviluppato da Favini sbarca in Bretagna

carta bio

carta bio

Erano i tardi anni ‘80 quando la Laguna di Venezia si trovo a fare i conti con una vera e propria infestazione di alghe. Dietro la straordinaria proliferazione di queste specie vegetali una concomitanza di cause: da un lato la presenza nelle acque della laguna di una grande quantità di nutrienti artificiali come sali di fosforo e sali di azoto, dall’altro il perdurare di elevate temperature estive.

L’evento fu di dimensioni tali da rendere instabile l’ecosistema, e richiedere necessariamente l’intervento delle istituzioni, al fine di prevenire la deossigenzione dell’habitat lagunare e la conseguente morte degli organismi acquatici ospitati. E’ stato stimato che negli anni ‘80 la produzione annuale di biomassa di Ulva (la specie algale presente in Laguna) ammontava a circa 18 milioni di tonnellate.

Fu così che nel 1989 il Magistrato delle Acque di Venezia, in collaborazione con il Consorzio Venezia Nuova, iniziò la raccolta delle alghe e la presa in esame della possibilità di riciclare la biomassa algale, altrimenti difficile da smaltire in discarica. Nasce così, quasi per caso, la creazione di Shiro Alga Carta, brevettata e fabbricata dalla Favini srl, storica cartiera italiana.

Il progetto ebbe un successo tale nello smaltimento delle alghe, da meritare la fiducia dell’Unione Europea che lo inserì nei due programmi comunitari LIFE: nel primo, Life93, Favini rientrò come partner beneficiario di ENEA, sviluppando appunto la tecnica di produzione di carta dalle alghe provenienti dalla Laguna di Venezia, il Mar Mediterraneo (Orbetello) e l’Oceano Atlantico (Portogallo); nella seconda tranche, denominata Life95, l’azienda, unico beneficiario del progetto, fu chiamata a sviluppare tecnologie in grado di produrre carta a partire da rifiuti organici come scorze di arance e limoni, residui della lavorazione della barbabietola da zucchero e del mais, fanghi provenienti dalle cartiere e Cid gas derivati della combustione.

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Isole minori a misura di vento e sole: da mulini del futuro a eco-torri portuali

pontili 'elettrici'

pontili 'elettrici'

Mulini all’avanguardia, torri di segnalazione portuale che come una sorta di alberi captano il vento, strutture per l’accoglienza turistica alimentate dal moto ondoso, pontili elettrici: queste le soluzioni made in Italy in grado di conciliare l’utilizzo delle fonti rinnovabili di energia con la tutela del paesaggio mediterraneo.

Le idee progettuali sono state illustrate a Roma nell’ambito della premiazione del concorso internazionale di idee “Sole vento e mare – Le energie rinnovabili per le isole minori e le aree marine protette italiane”, promosso da Marevivo con Gestore servizi energetici (Gse), Enea, ministero per i Beni e le Attivita’ Culturali – Direzione generale per la qualità e la tutela del paesaggio, l’architettura e l’arte contemporanee – , ministero dell’Ambiente e Citera dell’Università di Roma La Sapienza.

In occasione della premiazione 2011 viene lanciata l’edizione 2012, giunta ormai al terzo anno. L’obiettivo è quello di stimolare la ricerca di soluzioni progettuali che sappiano produrre energia dalle fonti rinnovabili – sole, vento, geotermia, biomasse, energia delle onde – nel rispetto dell’ ambiente, delle isole minori e delle aree marine protette italiane con particolare riferimento all’architettura del luogo e del paesaggio.

Primo premio nella tipologia “componente” (Isola del Giglio) al progetto che propone la trasformazione delle torri di segnalazione di ingresso ai porti – che costituiscono un elemento necessario al traffico portuale – in strutture che offrono l’opportunità di captare il vento per fornire energia alle utenze portuali e che si caratterizzano per l’integrazione nel contesto paesaggistico. Per i sistemi impiantistici (Isola di Pantelleria) vince una struttura leggera denominata “Ecodehor” in acciaio, legno e vetro da realizzare sul lungomare per l’accoglienza dei turisti. E’ costituita da elementi che permettono lo sfruttamento dell’energia solare – grazie ad una copertura captante con collettori solari – e dell’energia dal moto ondoso – grazie ad un impianto a colonna d’acqua oscillante – che ne fanno una vera e propria macchina ecologica ad alta efficienza energetica. L”’Ecodehor” può ospitare al suo interno vari servizi turistici come bar, ristorante o persino il mercato del pesce.

Nella stessa categoria secondo classificato (Isola di Palmaria – Comune di Porto Venere) il progetto per la realizzazione di due pontili “elettrici” che sostituirebbero quelli già esistenti e che, oltre ad avere la funzione di ormeggio e passaggio pedonale, permetteranno di produrre energia elettrica, grazie all’applicazione di speciali dispositivi integrati in maniera non visibile all’osservatore, denominati Wec. I dispositivi permettono di generare un flusso d’aria unidirezionale che mette in moto una turbina eolica producendo energia elettrica utilizzabile dalle utenze della zona. I pontili, più lunghi di quelli attuali, sono in grado di assicurare una maggiore difesa della costa dall’erosione.

Per la categoria “Tesi di laurea” premio a Chiara Agosti “Riserva Naturale Isole dello Stagnone di Marsala”. Lo studio riguarda l’integrazione di sistemi di microgenerazione eolica all’interno di un percorso naturalistico, caratterizzati dal design innovativo con elementi polifunzionali quali parcheggio bici, ricarica di dispositivi portatili, pensiline ombreggianti, pannelli informativi. (ANSA).

Possibile utilizzo del modello per la simulazione della combustione di uno spray di goccioline in una turbina a gas per la produzione di energia

Industria e ambiente, studio dell’Ateneo conquista la copertina di “Physics of fluids”

Possibile utilizzo del modello per la simulazione della combustione  di uno spray di goccioline in una turbina a gas per la produzione di energia

Possibile utilizzo del modello per la simulazione della combustione di uno spray di goccioline in una turbina a gas per la produzione di energia

Ha ottenuto la copertina di aprile della prestigiosa rivista scientifica internazionale “Physics of Fluids”, pubblicata dall’American Institute of Physics, la ricerca prodotta dal gruppo di fluidodinamica dell’Università di Udine con l’università di Pisa e l’Università Pierre et Marie Curie di Parigi.

Lo studio stabilisce un importante punto di avanzamento della ricerca nel campo della simulazione dei processi per la generazione di energia e la depurazione ambientale, che è alla base della progettazione di impianti industriali sostenibili. I ricercatori hanno identificato la strategia per lo sviluppo di software efficienti ed economicamente competitivi e auspicano che «entro due anni i metodi utilizzati possano essere trasferiti all’interno di software commerciali che potranno essere usati per la progettazione industriale», in particolare nei settori della generazione di energia, depurazione dei fiumi, processi ambientali.

La simulazione accurata di processi per la generazione di energia e la depurazione ambientale «oggigiorno richiede software sofisticati e supercomputer – spiega Cristian Marchioli, ricercatore di fluidodinamica dell’ateneo friulano –; gli unici esistenti in Italia si trovano al Cineca di Bologna e al Caspur di Roma». La sfida scientifica impone, dunque, «la produzione di modelli a basso costo computazionale e alta affidabilità per l’utilizzo sul computer di ciascuna azienda – dice Marchioli -, per un processo di ottimizzazione che renda gli impianti energeticamente e ambientalmente sostenibili».

«Confidiamo – aggiunge Marchioli – che i primi settori industriali a poter beneficiare dei risultati possano essere proprio quelli che caratterizzano il tessuto produttivo della nostra regione Friuli Venezia Giulia, come l’industria del legno e della carta, l’industria del cemento e siderurgica, la produzione di energia da biomasse e combustibili liquidi».

Lo studio è stato condotto da Cristian Marchioli, Alfredo Soldati e Federico Bianco per l’Università di Udine, da Maria Vittoria Salvetti per l’Ateneo di Pisa e da Sergio Chibbaro per l’Università Pierre et Marie Curie di Parigi. Il progetto di ricerca è finanziato dall’European Science Foundation, dal Ministero delle attività produttive, dal Ministero per l’università e la ricerca nell’ambito dei Progetti di rilevante interesse nazionale (Prin) e da fondi Erasmus per la mobilità.

Fonte.

Ddl ambiente: approvato dal Senato, torna alla Camera

Senato.

Senato.

“Le norme che aggiornano il Codice ambientale approvate oggi dal Senato a larghissima maggioranza renderanno piu’ facile la vita a migliaia di imprese impegnate in settori ambientali e daranno piu’ forza alla green economy che rappresenta uno dei grandi motori per la ripresa dell’Italia”. Lo dicono i senatori democratici Roberto Della Seta e Francesco Ferrante dopo il si del Senato al disegno di legge che modifica vari aspetti del codice ambientale.

“Tra i punti più significativi della nuova legge – sottolineano i due parlamentari Ecodem in una nota – vi sono l’obbligo di privilegiare anche sul piano economico il recupero di materia dai rifiuti rispetto al recupero energetico, l’aggravio dei costi per chi smaltisce i rifiuti in discarica, una serie corposa di semplificazioni per le aziende agricole nel trattamento dei residui agricoli e zootecnici, incentivi per le amministrazioni pubbliche che acquistano prodotti ecologici e per le associazioni di volontariato che recuperano oggetti e materiali usati, norme che semplificano l’iter autorizzativo per i piccoli impianti di compostaggio. Innovazioni – concludono i parlamentari – che vanno tutte in una stessa direzione: sostenere l’economia verde e il miglioramento ambientale come scelte strategiche che possono riporta l’Italia sulla via dello sviluppo”.

ingegneria forli

Università, caos a Forlì per un concorso a ingegneria.

ingegneria forli

ingegneria forli

Un esposto al rettore perché il nome della vincitrice del concorso e i verbali sono circolati via mail e nei corridoi della Facoltà, prima dell’ uscita degli atti ufficiali. Due candidati bocciati che hanno già fatto le valigie per la Germania («Per noi qui non c´è posto»). Il ricercatore alla guida del gruppo per cui era stato bandito il posto che protesta ritirando la sua disponibilità a tenere i corsi («Se i miei collaboratori se ne vanno, qui non c´è più possibilità di fare ricerca e didattica»). E gli studenti in subbuglio: che fine faranno i nostri corsi?

E’ caos a Ingegneria aerospaziale di Forlì, fra contestazioni, fughe di notizie e cervelli in partenza. Da settimane, nella sede forlivese della seconda Facoltà di Ingegneria, il clima è pesante e invelenito. Tutto nasce da un concorso per un posto da ricercatore nel settore “Ing-Ind 04, strutture e costruzioni aerospaziali”: l´ultima occasione, dopo la riforma Gelmini, per essere assunti a tempo indeterminato. E´ Enrico Troiani, ricercatore e docente a Ingegneria Aerospaziale, a chiedere il concorso. «Ho creato un gruppo di eccellenza nel settore, mi sono fatto carico della richiesta di un posto per portare avanti la ricerca e la didattica», dice.

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