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Articoli e Posts del blog di InAmbienTe – Il portale degli studenti di ingegneria.

Ricerca ed Innovazione: arrivano i contratti di innovazione tecnologia. 30mila ricercatori troveranno lavoro nei prossimi tre anni.

Si ricomincia con un auspicio: essere pù presenti!Lo so, il sito vive di brevi fiammate e di lunghi black out, ma si fa quello che si può (e da solo si può relativamente poco). Volontà e spirito non mancano mai, per fortuna, e questo ci aiuta a sopravvivere.

Ricercatori all'opera.Vorrei cominciare questo nuovo anno con una bella notizia: il governo si è ricordato che in Italia ci sono i ricercatori. Infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico ha lanciato i nuovi contratti di innovazione tecnologica, che prevedono uno stanziamento di circa due miliardi di euro. Ad essere finanziati saranno progetti di eccellenza ad alto valore aggiunto, con una occupazione prevista di oltre 30 mila ricercatori. Il funzionamento di questi contratti si basa su un accordo tra imprese ed enti di ricerca in collaborazione con la pubblica amministrazione, infatti i finanziamenti sono parte statali e parte privati.

Per vedere approvato un progetto devono passare almeno 4 mesi, mentre i finanziamenti verranno erogati attraverso finanziamenti bancari ordinari che hanno come garanzia la validità del progetto approvato. Vista la natura dei contratti, i progetti dovranno essere fortemente innovativi, e potranno essere sia “fuoriserie”, con importo superiore ai 10 milioni di euro. Devono essere, inoltre, in grado di innalzare il livello tecnologico del nostro paese anche se ogni progetto non può durare pù di tre anni.

Una parte delle risorse, circa la metà, sarà recuperata dal “Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca” della Cassa Depositi e Prestiti. Ci saranno anche fondi indirizzati specificatamente al Mezzogiorno.

Per avere maggiori informazioni basta dare una occhiata a questo link. Oltre ai contratti di innovazione, il ministero ha di recente avviato il “Fondo Nazionale Innovazione”, con un budget di 60 milioni di euro e, con 250 milioni è stato istituito il “Fondo di Garanzia per innovazione ed energie rinnovabili” indirizzato alle piccole e medie imprese.

Parecchi soldi, quindi, a favore della ricerca e dell’innovazione industriale, saranno utilizzati per fare innovazione e per lucrare gonfiando progetti inutili? Speriamo bene!

Università campane: in arrivo 50milioni di euro per la ricerca. L’assessore Nicola Mazzocca presenta il progetto “Sviluppo di reti di eccellenza tra Università”

Buone notizie per gli studenti campani che hanno intenzione di sviluppare progetti di ricerca, l’Assessore alla Ricerca ed all’Innovazione della Regione Campania – Nicola Mazzocca – ha presentato un progetto di finanziamento denominato “Sviluppo di reti di eccellenza tra Università” che prevede lo stanziamento di un bando di 50milioni. L’obbiettivo del bando sarà finanziare circa 3mila progetti di ricerca universitaria tra borse di studio, dottorati, stage, master, ecc.; e prevede la realizzazione di una serie di reti tematiche tra università.

Requisito fondamentale è la volontà degli atenei di cooperare su cinque settori strategici per l’innovazione: salute e tecnologie, ambiente e agroalimentare, tecnologie abilitanti, tecnologie industriali e scienze socio economiche. E’ un intervento innovativo – afferma l’assessore – che permette alle imprese di avere un ruolo centrale nella definizione dei temi sui quali si dovranno formare le risorse umane. Le imprese, inoltre, potranno decidere di avere anche un ruolo pù attivo nella rete cofinanziando gli interventi ai quali far partecipare i propri dipendenti o collaboratori. Il tetto massimo di finanziamento per ciascun intervento di rete è di 5 milioni di euro.

Il bando, presentato al Pico, è stato illustrato nell’ambito del convegno “Le opportunità” del Fondo Sociale Europeo per Università, Ricerca ed Imprese. Alla presentazione hanno partecipato anche i rettori delle principali università campane: Filippo Bencardino dell’ Università del Sannio,  Gennaro Ferrara della Parthenope, Guido Trombetti della Federico II, e Lidia Viganoni dell’Università Orientale.

In un momento di crisi economica investiamo nella creazione di un rapporto forte tra mondo dei saperi e dell’impresa – ha detto l’assessore Mazzocca durante la presentazione -. E’ un nuovo modo di fare formazione, una formazione di qualità che guarda in primis al mercato perché le imprese della rete partecipano nel definire i temi degli interventi. Ed è la rete o il partenariato a selezionare le risorse umane che dovranno essere assegnatarie di borse di studio, di stage o altre azioni. Inoltre – ha aggiunto l’assessore – il finanziamento relativo alla formazione ed alla valorizzazione del capitale umano viene gestito in modo integrato perché l’intervento prevede di coordinare azioni diverse come gli stage, i tirocini e le borse di studio. Si tratta, dunque, di un intervento innovativo perché accanto alle consuete forme di scambio fra gli attori della rete di eccellenza si prevede anche l’integrazione.

In conclusione, Mazzocca ha affermato che con questo intervento per la prima volta riconosciamo un progetto formativo che ha alla base l’internazionalizzazione, dunque la mobilità nazionale e transnazionale nei percorsi di studio e di ricerca. La rete ci consente di aggregare la massa critica di risorse e competenze del territorio per conseguire obiettivi ambiziosi e moltiplicare gli investimenti. In pratica, la rete di soggetti che viene finanziata deve saper dimostrare che sarà in grado di produrre sviluppo sostenibile per il territorio.

Un progetto che potrebbe dare una spinta notevole ai progetti universitari e potrebbe consentire gli studenti pù brillanti di farsi notare senza dover emigrare all’estero.

LifeSaver Bottle: la borraccia che permette di bere anche i reflui urbani. Dopo LifeStraw un nuovo progetto innovativo di microdepurazione.

Era il 25 Aprile, quando parlammo di un innovativo sistema di depurazione delle acque che permetteva di bere direttamente dalle pozzanghere acqua di qualsiasi tipo. Ora nasce un nuovo sistema che permette di fare qualcosa di simile ma con un vantaggio: bevi quando e dove vuoi.

La Lifesaver bottle, sembra una borraccia comune ma non lo è. Ha l’aspetto esteriore di un termos ma all’interno ha un vero e proprio impianto di depurazione chimico fisico delle acque. Tutto nasce nel 2005, quando l’inglese Michael Pitchard, esperto in sistemi di depurazione delle acque, rimane impressionato dalle conseguenze disastrose dell’uragano Katrina. Pitchard rimase tremendamente colpito dal fatto che la gente era costretta ad abbeverarsi con acqua contaminata rischiando di morire. Dallo sconcerto all’idea passò un attimo (anche se il precedente lifeStraw faceva pù meno la stessa cosa) e nel 2007 nasce LifeSaver Bottle (la bottiglia cheti salva la vita). Continua a leggere

L'Università cambia faccia: tremano i baroni o tremano gli studenti? La Gelmini svela le carte e propone l'ennesima riforma.

La riforma dell’università è stata presentata in Consiglio dei ministri. Che cosa cambia?
Per il momento nulla. Si tratta di un disegno di legge. Inizierà il suo iter in Senato e, se non dovessero esserci intoppi, diventerà legge soltanto nella primavera del 2010. Ma i rettori universitari hanno già lasciato intendere che il testo va nella giusta direzione ma dovrà essere ancora un po’ modificato nell’esame da parte del Parlamento.

Come saranno i rettori del futuro?
Non potranno rimanere in carica pù di otto anni, ovvero due mandati. Oppure per un solo mandato della durata massima di sei anni. La norma ha valenza retroattiva e le università non potranno pù decidere con modifiche autonome il numero dei mandati creando rettori spesso con incarichi ultra-decennali. Continua a leggere

Cagliari e Napoli tra le città che spendono (sperperano!) di più sul tema dell'Ambiente ed il Territorio. Sono città dove la raccolta differenziata è ancora un miraggio.

Non sempre spendere per qualcosa significa migliorarla, e la dimostrazione di questo teorema viene proprio da un recente studio della Fondazione Anci Ricerche dal titolo “I Comuni italiani 2009“. La relazione mette in evidenza che tra le città che spendono di pù per l’ambiente ed il territorio, al primo posto c’è Cagliari, con 472,2 euro a persona ed al secondo posto (udite, udite!!) c’è Napoli con 424,2 euro per ogni napoletano. Per determinare questa classifica, a dir poco sconcertante, sono stati considerati i seguenti parametri: urbanistica, gestione del territorio,edilizia residenziale pubblica, servizio idrico integrato e smaltimento dei rifiuti. Non solo risulta che Napoli è tra le città pù “virtuose” in termini di spesa per l’ambiente ed il territorio, ma risulta anche che tale spesa rappresenta circa un quinto di quella totale delle amministrazioni locali. Continua a leggere

Celle a combustione fai da te: un progetto per dare energia ai paesi sottosviluppati.

In un’era dove la ricerca e l’innovazione la fanno da padrona (peccato che nella nostra amata Italia questo non sia compreso) c’è sempre bisogno di bravi ricercatori, di ottimi innovatori e di idee brillanti. Per incentivare lo sforzo di chi impegna la vita a cercare nuovi spunti, il “Breakthrough Awards 2009”,  cerca sempre di portare alla ribalta ed all’attenzione dell’opinione pubblica mondiale le migliori idee. Quest’anno, il prestigioso premio consegnato da Popular Mechanics, è andato ad un gruppo interessante di ricercatori che si occupano di celle a combustione microbiche. Continua a leggere

InAmbienTeTV, il nuovo servizio di lezioni on-line di InAmbienTe.

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Seguire lezioni on line o in TV, seduti comodamente sul proprio divano è una bella cosa, è comodo e si può fermare la lezione per prendere appunti, si possono rivedere o riascoltare quando ci pare. Insomma, se proprio dobbiamo sfruttare la tecnologia facciamolo per bene, e InAmbienTe, nel suo piccolo, ci sta provando con il nuovo canale sperimentale che abbiamo creato su youtube. Per ora siamo in fase beta ma potete già trovare alcune lezioni sugli acquedotti, anche se l’obbiettivo sarà l’inserimento di percorsi tematici completi su tutti i temi dell’ingegneria civile ed ambientale.

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Nessuna delle università italiane tra le prime 200 al mondo. Pessima figura di un sistema ormai distrutto ed annientato. Niente ricerca e riforme fatte con i piedi.

Ci arriviamo con qualche giorno di ritardo, ma il tempo serve solo a dare maggiore attenzione alla cosa. La questione è semplice ed è stata sollevata da Time Higher education, che nella sua classifica mondiale delle 200 università pù rappresentative, ci ha relegato in coda. La battaglia è tutta anglosassone con l’intrusione nella sempre pù avanzata Asia. Non ci meraviglia che al primo posto ci sia Harvard, chi di noi non ci manderebbe il figlio, ma quel che ci meraviglia è che la prima facoltà che parla italiano si trova al 174° posto (centosettantaquattresimo!!!!) ed è l’università di Bologna. Sapete il paradosso dove si trova? Nel fatto che la posizione attuale è anche consolante, visto che nel 2008 era al 192° posto. Oltre ah Harvard, sul podio ci sono Cambridge ed al terzo Yale. Gli Stati Uniti hanno il primato tra le prime venti università, sarà forse perché il quel paese i soldi si gestiscono in modo diverso? Sarà forse perché le università statunitensi hanno pù fondi per la ricerca? Sarà forse perché molti Italiani vanno proprio nella terra che Colombo ha scoperto perché da noi di il ricercatore è una entità effimera? Sarà!! Un dato che, almeno, ci fa un po’ di orgoglio è quello che vede 39 università europee tra le prime 100, tre in pù del 2008 e per quanto riguarda la nostra amata ingegneria, la migliore è École normale supérieure di Parigi. Continua a leggere

7 comuni si 10 sono a Rischio Idrogeologico: in una relazione di Legambiente del 2008 tutti i dati del dissesto territoriale italiano.

Sette comuni su dieci sono a rischio idrogeologico, non è una statistica semplice da digerire. Il 70% dei comuni d’Italia potrebbe subire la stessa sorte di Messina o di Sarno e considerando la popolazione coinvolta le conseguenze sarebbero catastrofiche.

Su 8.100 comuni che ci sono in Italia quindi, circa 5.581 hanno dei problemi. Di questi, 1.700 sono a rischio frana, 1.285 a rischio alluvione e 2.596 sia a rischio frane che alluvione. Se alle caratteristiche naturali ed orografiche ci mettiamo anche il forte abusivismo edilizio (incentivato dai numerosi condoni che ci sono stati negli ultimi venti anni), il disboscamento, gli incendi, la cementificazione dei letti dei torrenti e dei fiumi e i pessimi piani di urbanizzazione di alcuni di questi comuni si può portare il livello di rischio a situazioni insostenibili. Continua a leggere

Informarsi e formarsi gratis: su Edilio.it ottimi quaderni informativi scaricabili gratuitamente.

Informarsi e stare al passo con i tempi non è mai facile, soprattutto per uno studente di ingegneria che non ha né tempo né le risorse per farlo. Per fortuna da un lato la rete e dall’altro ottimi portali ci vengono sempre in aiuto (almeno noi ci proviamo!). Vi segnalo questa interessantissima serie di “quaderni” scaricabili gratuitamente dal portale edilio.it che possono essere un ottimo strumento per chi vuole approcciare una realtà diversa da quella universitaria.

I quaderni sono scaricabili gratuitamente e interessano argomenti diversi. Si va dal risparmio energetico ed isolamento acustico sfruttando il vetro, alla progettazione urbana sostenibile, attraverso argomenti quali l’acustica, il fotovoltaico, la sicurezza sul lavoro, il risparmio idrico, ecc. Insomma, tanto materiale gratuito ed interessante.
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Inchiesta sulle Bonifiche in Campania: 180milioni di euro spesi, zero risultati. Che futuro c'è per l'Ingegneria Ambientale nella terra delle ecomafie?

Non mi sono mai capacitato del perché ci siano tante difficoltà, per un ingegnere ambientale,  di trovare lavoro in una terra martoriata come la Campania. E’ come dire che un medico non trova lavoro in un paese dove tutti sono ammalati. Poi mi scontro con articoli come quello apparso su ilmattino.it di stamattina che parla di inchieste sulle bonifiche e tutto mi ritorna chiaro.

In una terra dove tutto quello che riguarda i rifiuti è in mano losca, non ci si può meravigliare se si parla di codici dei rifiuti “taroccati”, di rifiuti considerato “tombati”, di interventi di riqualificazione sospetti e di una inchiesta sulla gestione di milioni di euro spesi per la bonoifica di numerosi siti campani, che vede i vertici della Jacorossi sotto torchio. Oltre alle inchieste sulle bonifiche, per le quali si indaga sul recupero di discariche a cielo aperto, c’è un ulteriore filone d’inchiesta che ancora persiste: quello sugli appalti nati in seguito alle numerose emergenze per i rifiuti che ci sono state in Campania. Appalti nati per bonificare discariche abusive, per ripulire zone invase dai rifiuti tra Napoli e Caserta. Continua a leggere

Intervista all'assessore all'Ambiente della regione Calabria Silvio Greco sulla nave dei veleni: biodiversità a rischio e scomparsa di intere specie viventi.

Che nel sud dell’Italia ci sia uno strano rapporto tre il terrotiorio e chi lo vive è cosa nota, basti pensare alle ecomafie che per soldi sono disposte ad inquinare in modo irreversibile la stessa terra dove i figli ed i nipoti saranno costretti a viveve. E la storia che abbiamo letto sul sito dell’unità, a dire la verità è una intervista, mostra evidente questo malessere. Silvio Greco, assessore all’Ambiente della regione Calabria, è parte attiva dell’attività di controllo legata al ritrovamento della nave dei veleni lungo le coste di Cetrara. E’ un biologo marino e da scienziato sta vivendo con difficoltà e intenso coinvolgimento questa scenario di tremenda devastazione che si prospetta nell’orizzonte calabrese. La presunta nave dei veleni fa ancora pù paura perché è come un mostro amorfo, del quale non si riesce a definire i contorni: non si sa cosa contiene e in che condizione si trovano i fusti. Potrebbe nascondere una vera e propria catastrofe ambientale di proprorzioni spaventose. Greco è molto critico con il governo che, a suo dire, «non ha fatto niente. Se una cosa del genere fosse stata scoperta a largo di Portofino o di Venezia non credo proprio che le cose sarebbe andate così. Evidentemente non si rendono conto che il mare non conosce i confini amministrativi. Il mare è di tutti. Questa è una catastrofe nazionale». Continua a leggere